NOCARA (CS) – Castello
L'antico centro abitato di Nocara si è
sviluppato seguendo un asse tracciato tra la chiesa e il castello, tra i due
poli che regolavano tutte le manifestazioni della vita cittadina: Dio e il
signore locale. La conformazione urbana si deve, fondamentalmente, alle
esigenza difensive. Il paese sorge su una collina circondata da pendici
ripidissime, difficilmente raggiungibile. Le fortificazioni seguono l'andamento
dei limiti naturali della cima collinare con qualche torre costruita sugli
speroni rocciosi. All'interno delle mura, negli spazi lasciati liberi dai due
edifici principali, le abitazioni si affacciano frontalmente sulle stradine
strette e scoscese che seguono, a loro volta, l'andamento naturale del terreno.
Nello spazio che occupava il castello resta solo una piazza e tracce di muri.
Rimangono una torre poligonale, probabilmente trecentesca e una torre più
antica (XI-XII secolo). Le murature a blocchetti sono simili a quella della
cinta bizantina di Presinace. Nel Seicento furono costruiti fuori dall'asse
medievale, contemporaneamente all'espansione dell'abitato all'esterno dalle
ridotta cerchia antica; in quest'epoca il centro storico prese l'aspetto così
come è arrivato fino ad oggi. Una diversa matrice insediativa caratterizzò le
costruzioni che sorsero a partire dalla metà di questo secolo, che generò spazi
urbani diversi, immediatamente riconoscibili come moderni. L'espansione
novecentesca si strutturò lungo la via che unisce il paese alla marina, nuovo punto
di attrazione e passaggio della strada statale e della ferrovia. Vi si
costruirono la sede municipale ed altri uffici pubblici, spostando il
baricentro del paese dal nucleo antico verso la periferia. Alla centralità
dell'asse castello-chiesa, ubicati nei punti più alti e difficilmente
accessibili, subentrò l'apertura verso altri paesi. Così come successe allora
per tutti gli altri paesi calabresi, la nuova configurazione fisica rifletté la
volontà di uscire dall'isolamento secolare, la stessa che aveva provocato
l'emigrazione di massa. Dell’antico
castello di Nocara,
appartenuto anche alla famiglia di origine spagnola dei Calà Osorio Figueroa,
restano solo parti delle mura, alcuni archi e una torre circolare del ‘300,
inglobata in parte in una moderna costruzione. Non si hanno notizie certe sulla
sua edificazione, ma è certo che esistesse prima del XI secolo, come attestano
i resti della torre più antica. Nel 1167 viene citato dal re Guglielmo II nella
donazione alla chiesa di Anglona “castellum quod dicitur Nucara”. Come tante
località le cui origini si perdono nel tempo, Nocara è legata da tradizioni
ataviche radicate nella cultura locale, a città mitiche o a episodi e
personaggi fantastici. È diffusa tra gli abitanti di Nocara la tradizione che
indica il paese come il luogo di nascita di Ponzio Pilato, il procuratore
romano della Palestina che permise il martirio di Gesù. Le origini di questa
credenza, comuni ad altri paesi della Calabria, si possono far risalire
all'epoca romana. I Bruzi, gli antichi popolatori della regione, si erano
mostrati da sempre ostili ai Romani e si opposero caparbiamente all'annessione
della Calabria a Roma; per questo motivo furono considerati poco affidabili da
parte dei conquistatori. Caduto il Bruzio sotto la dominazione romana gli
indigeni, vittime dei pregiudizi, furono impiegati per lavori socialmente più
squalificati - era stato loro proibito di servire nell'esercito come soldati -,
tra i quali fare da carcerieri. Un'antica tradizione, ripresa da più cronisti e
storici già dal secolo XVII, vuole che l'attuale centro abitato sorga nel luogo
dove una eroe acheo ed i suoi compagni di viaggio, reduci dalla guerra di
Troia, fermarono il loro pellegrinaggio e fondarono una città. Epeo,
costruttore del cavallo di Troia, diede all'insediamento il nome di sua madre: Lagaria.
Altre interpretazioni vogliono che il nome della città provenga dal pastore
Lagaride che pasceva il suo gregge sul monte sul quale fu edificata la città, o
dagli eroi greci stanchi dal lungo viaggio: i lagaroi (gli esausti). La
denominazione di Lagarino data al castello medievale, costruito sul punto più
alto del colle ed attorno al quale si sviluppò l'abitato, perpetua questa
tradizione. In realtà altri paesi rivendicano la discendenza da Epeo e su
questo punto ci sono pareri discordi di studiosi che sin dall'antichità
attribuiscono diverse localizzazioni alla mitica Lagaria. Quindi oltre a
Nocara, riconosciuta come Lagaria sin dal XVII secolo da Cluverio, Antonini,
Mazzocchi, ed altri, sono state identificate come sedi della città leggendaria:
Valsinni, Amendolara, Trebisacce, Cassano allo Ionio. Ed infine non manca
neanche un riferimento all'Odissea: il vicino Piano della Noce fu riconosciuto
da uno studioso della geografia omerica come il luogo dove si trovava la grotta
nella quale il ciclope Polifemo tenne prigioniero Ulisse e i suoi compagni. Le
caratteristiche del luogo dove sorge l'attuale centro abitato fanno supporre
l'occupazione sin dall'epoca preistorica e protostorica. L'ubicazione del
sentiero di crinale che si sviluppava tra Monte Coppolo e Cassano, in
coincidenza con la linea di spartiacque, e la posizione dominante sulle aree
sottostanti, permettevano di controllare il transito attraverso l'asse viario e
le eventuali penetrazioni nemiche. Probabilmente l'azione di controllo sul
territorio era divisa tra più centri analoghi che mantennero la loro funzione
strategica fino al Medioevo: Presinace, Murge di Santa Caterina, ecc. L'occupazione
greca dal sito sarebbe testimoniata dalla tradizione che ricorda i resti di un
tempio classico dedicato ai Dioscuri sul quale sarebbe stata costruita la
cappella medievale di San Rocco.
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