PLACANICA (RC) – Castello Arcadi
La memoria delle origini di Placanica in una area
che è stata crocevia di grandi civiltà e ha conosciuto fin dal periodo
magno-greco importantissime frequentazioni, per la quasi totale assenza di
fonti documentali, pare appigliarsi nel toponimo mantenuto fino al 1816 - Motta Placanica - che rimanda al periodo tra
il secolo X e il XII, epoca in cui per la crescente minaccia delle incursioni
saracene e per il perdurare di sommovimenti politici, si sviluppò, nei pressi
di cenobi e monasteri disseminati dall’arrivo, sulla costa calabra dei monaci
basiliani, una maglia di fortini, le ‘motte’ che avevano chiaramente una
funzione difensiva attorno alle quali si concentrarono le prime comunità
rurali. I primi feudatari furono gli Arcadi cui seguirono,nel corso dei secoli,
altre nobili famiglie (Licandro, Musitano, Passerelli). Ultima, fino
all’eversione della feudalità (1806) quella dei Clemente. Il castello sorge in
posizione dominante in cima al crinale posto tra la vallata della fiumara
Precariti e quella del torrente Fiorello. La preesistenza sulla quale si
sviluppa l’edificio come oggi appare è quella di monastero basiliano
ascrivibile al IX secolo, infatti la tradizione narra che il castello sorge sui
resti dell'antico cenobio posto sul lato nord e ciò è testimoniato dalle
strutture più antiche del complesso venute alla luce con gli scavi
archeologici. Nei secoli il castello è stato oggetto di numerosi restauri e
rimaneggiamenti che hanno portato all'aggiunta di nuovi corpi di fabbrica. La
trasformazione in castello viene documentata a partire dal XVI secolo, quando
era feudatario Diomede Carafa. La fortezza fu allestita sul lato settentrionale
con bocche da fuoco e con la scarpata tuttora visibili. Con la trasformazione
in palazzo gentilizio, nella metà del XVII secolo, ad opera del marchese
Clemente, signore di Placanica, le facciate del castello vennero arricchite con
lesene, timpani e cornici marcapiani; l'aspetto è infatti quello di palazzo
baronale, privo di merlature o feritoie. In questo stesso periodo venne dotato
di un'imponente e scenografica scala interna in granito che conduceva ai piani
superiori, dei locali che si affacciano sul giardino annesso al castello e
della torretta quadrata posta sul lato sinistro dell'ingresso. Il castello fu
la residenza della famiglia del feudatario dal XIII al XVIII secolo,
quando i Clemente, ultimi intestatari del feudo, lasciarono
definitivamente Placanica e si trasferirono a Napoli dove possedevano
un’altra dimora nei pressi del Palazzo Reale. La divisioni in più appartamenti
avvenne invece successivamente, nel XVIII secolo. Al portone principale (posto
ad ovest), con arcata in pietra granitica, si accede attraverso una scala
cordonata di sviluppo parallelo alla facciata principale antistante la piazza
Cinque Martiri. In origine la scala di accesso era invece posizionata di fronte
e presentava alla fine una passerella che immetteva nel palazzo e che la sera,
per motivi di sicurezza, veniva ritirata. Il palazzo, fornito di camere,
magazzini per le riserve alimentari, scuderie, carceri, una cappella ed un
belvedere, era munito di un ingegnoso sistema per la raccolta delle acque
piovane che, riempiendo una cisterna munita di rubinetto, forniva l'acqua a
tutto il palazzo per i bisogni domestici. L'ingresso principale conduce
all'atrio sul quale si affacciano le porte della guarnigione. Da qui,
attraverso un'imponente scala in granito, si raggiungono i piani superiori dei
quali il secondo ed il terzo destinati ad abitazione. Le scuderie invece erano
raggiungibili attraverso un lungo corridoio dopo il secondo ingresso del
palazzo. Alla fine della grande scala si raggiunge lo spazio aperto di
distribuzione alle camere, qui in cima si trovano due sedili in pietra
granitica che venivano probabilmente utilizzati per ricevere i cenzi feudali in
natura, al momento del raccolto estivo. Una leggenda narra invece che i due
sedili fossero quelli degli innamorarti ai quali era concesso giurarsi amore
eterno nonostante lo "ius primae noctis" esercitato dal signore del
palazzo. Gli spazi esterni annotano un giardino curatissimo, ora di proprietà
privata, sul quale si affacciano quattro balconi posti sul lato sud del palazzo
e un belvedere ad ovest che domina l'ampia vallata del Precariti. Il castello,
di cui una parte recentemente restaurata, subì un'alluvione nel 1951 che lo
rese inutilizzabile; oggi, benché sia previsto a breve un altro restauro, si
presenta in discrete condizioni. A livello tecnico, si rileva una struttura
realizzata in muratura portante costituita da pietrame misto con forte presenza
di scaglie in cotto. Orizzontalmente si possono leggere i letti di posa e si
rileva la realizzazione delle cornici dei vani di porte e finestre con pietra
da taglio e i mattoni con sono state listate alcune parti della struttura. Oggi
il castello è sede di mostre ed eventi culturali. Altri link consigliati: video
di jbjpro: https://www.youtube.com/watch?v=Gr4J3RQqbiI,
http://www.mondimedievali.net/Castelli/Calabria/reggiocalabria/provincia000.htm#placani,
http://www.locride.altervista.org/placanica.htm,
Fonti: http://www.comune.placanica.rc.it/index.php?action=index&p=76,
http://www.comune.placanica.rc.it/index.php?action=index&p=228,
http://atlante.beniculturalicalabria.it/luoghi_della_cultura.php?id=25589
Foto: la prima è di Saverio Barbaro su http://rete.comuni-italiani.it/foto/2009/396915,
la seconda è presa da http://www.cn24tv.it/public/images/201106/castelllo-di-placanica.jpg
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