CORREGGIO (RE) – Torrione
Percorrendo la circonvallazione interna di Correggio
provenendo da via Circondaria in direzione della Porta Modena (Piazzale
Carducci), si nota con facilità, subito dopo l'incrocio semaforizzato con via
Carlo V, un imponente ed elegante edificio che si erge alla sua destra. Un
edificio dalle forme architettoniche certamente inusuali, ma al tempo stesso
caratteristiche, ben noto ai correggesi che, puntualmente, lo hanno battezzato
con un soprannome che ne fotografa la storia: Torrione. L’edificio, infatti, si
erge là dove sorgeva il bastione detto di Carlo V che proteggeva l'angolo
nord-orientale della cinta muraria correggese. Anzi, tutta la parte bassa della
muratura in elevato presenta una singolare e caratteristica
"scarpatura", cioè un'inclinazione verso l'esterno (dall'alto verso
il basso): è quanto rimane della cinquecentesca cinta murata urbana utilizzata
dai progettisti per costruire l'immobile. Oggi adibito a casa di accoglienza
per anziani, è una delle più prestigiose e significative testimonianze di
archeologia industriale urbana di stile liberty di tutto il territorio
provinciale. Le sue origini risalgono al 1909 - 1910, allorché, durante la fase
di abbattimento delle mura cittadine, l'imprenditore Placido Reggiani acquistò
l'intera area per costruirvi un edificio destinato ad essicatoio di bozzoli,
deposito di vinacce ed eventuale distilleria. Il progetto e la sua realizzazione
furono affidati a Pier Giacinto Terrachini (1853 - 1935), eclettica figura di
progettista che nel 1889 aveva realizzato uno dei prototipi dell'edilizia
floreale in provincia di Reggio Emilia: un edificio scolastico (poi demolito)
nella natia Rio Saliceto. Terrachini, con Camillo Bertolini, è stato uno dei
protagonisti indiscussi della stagione liberty nel nostro territorio e il
"Torrione" può a ragione essere considerato uno dei suoi capolavori. L'impegno
di capitali profuso nella costruzione e nella decorazione dell'edificio fu
assai cospicuo, ma l'attività non risultò mai remunerativa, tanto che nel 1926
Reggiani, di fronte alla crescente improduttività dell'azienda legata a
produzioni di carattere stagionale, dovette cederlo al Comune di Correggio
che nel secondo dopoguerra lo sottopose ad una radicale trasformazione interna
per adibirlo a residenza popolare per famiglie indigenti. Anche i restauri del
1983 confermarono la nuova vocazione ad edilizia sociale per anziani, giovani
coppie e appartamenti protetti. L'edificio, dalla poderosa volumetria a ferro
di cavallo, circoscrive un enorme cortile, un tempo delimitato da una elegante
cancellata in ferro battuto nella quale spiccava, come testimoniano le
fotografie d'epoca, un monumentale cancello ornato da grifoni. Una delle
caratteristiche del Torrione è il sapiente uso del mattone a vista, colorato di
giallo e di rosso per ottenere suggestivi effetti cromatici e ottici, ma
soprattutto quella che a quei tempi era un'assoluta e rivoluzionaria novità:
l'uso del cemento quale materiale decorativo. Fu questa una geniale intuizione
di Bruto (1891 -1972), figlio di Pier Giacinto. Artigiano autodidatta di grande
manualità e sapienza espressiva, è notissimo ai correggesi e ai reggiani per le
centinaia e centinaia di terrecotte che ha realizzato nel corso della sua
vita, che rappresentano ancor oggi dei piccoli (per dimensioni) ma grandi (per
qualità e forza espressiva) capolavori dell'arte plastica. Ebbene, questo
geniale Bruto, al quale non è escluso si debba attribuire anche la scelta delle
cromie dell'edificio, intuì che il cemento poteva avere anche una forte valenza
e un grande utilizzo quale materiale per realizzare decorazioni plastiche di
fortissimo impatto. Se si osserva il corpo di fabbrica di destra, per chi per guarda ponendosi di
fronte al Torrione e che corrispondeva all'antica ala padronale, che con il
quasi gemello di sinistra sporge rispetto al corpo centrale e delimita le due
ali laterali del cortile, è molto facile notare i fregi ornamentali in cemento:
ornamentazioni con motivi di pesci e delfini con tralci d'uva intrecciati
che decorano le imponente balaustrate, pinnacoli che sono collocati al temine
delle lesene e l'emblema con la grande ancora affiancata da due delfini che svetta
sul prospetto.
Fonti: testo di Gabriele Fabbrici su http://www.museoilcorreggio.org/Sezione.jsp?idSezione=323&idSezioneRif=320,
http://www.comune.correggio.re.it/vivi-correggio/edifici-e-ville-storiche/torrione/
Foto: la prima è presa da http://bbcc.ibc.regione.emilia-romagna.it/pater/data/arch_industriale/REGGIO%20EMILIA/_SCA8284.jpg,
la seconda da http://bbcc.ibc.regione.emilia-romagna.it/pater/data/arch_industriale/REGGIO%20EMILIA/_SCA8366.jpg
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