SANT'ALBANO STURA (CN) - Palazzo Vallauri
Le prime fonti scritte individuano Sant'Albano come appartenente al comitato
di Bredulo «tra Tanaro e Stura»; fra il 901 e il 1236, furono i vescovi di Asti
a disporne come signoria spirituale e temporale ed essi sono confermati, da un
documento del nel 1041, nel feudo di Sant'Albano (insieme con Carrù e Bene),
nonché dalle bolle papali del 1153-54 (papa Eugenio III e di papa Anastasio
IV). Lo scarso potere esercitato del governo centrale stimolò conflitti, negli
anni 1236-50, tra coalizioni comunali varie, fra cui Alessandria, Mondovì,
Cuneo, Busca e Savigliano contro i vescovi di Asti. Furono gli, allora, conti
di Savoia a portare pace, con una tregua, mediata da Tommaso II, riconfermando
però gli ampi poteri del vescovado sul territorio di Sant'Albano. Nel 1251 e
1396 furono i marchesi di Monferrato ad occupare quei territori brevemente e
nel 1387 e 1399 i Savoia ma nessuno intervenne seriamente a modificare
l'assetto giurisdizionale e amministrativo di Sant'Albano. All'inizio del
Trecento fu sotto il controllo di Pietrino Malabaila che, appoggiato da Amedeo
d'Acaia, occupò dopo vari tentativi anche il castello. Solo nel 1402, dopo una
guerra tra i Savoia e i marchesi di Monferrato, si ebbe il passaggio di
Sant'Albano ai Savoia ma con la clausola di divieto di nominare ufficiali
preposti all'amministrazione locale, in modo da porre le premesse per
incorporazione definitiva del territorio entro il nascente Stato sabaudo,
avvenuta formalmente nel 1409. Nel 1412 Sant'Albano fu infeudata, a sua volta
con amplissimi poteri, a una famiglia di cavalieri di Savigliano, i Beggiamo,
fedelissimi del principe Amedeo d'Acaia, che acquistarono in tal modo il titolo
di conti. Sotto i Beggiamo si ebbe la formazione del territorio comunale,
derivante dalla divisione tra Sant'Albano e Trinità a partire dai decenni
finali del secolo XVI, con un lungo periodo di appartenenza alla provincia di
Fossano. Durante le guerre tra il Piemonte, alleato con l'Austria, e la
Francia, il castello venne conquistato dalle truppe francesi e distrutto
dall'esercito imperiale. Il feudo Beggiamo durò fino al 1789 poi passò ai
Fauzone (1741-1789), durante la caduta dell'antico regime piemontese in favore
di quello francese (Editto 1749 con passaggio finale nel 1798), ed infine ai
Barel (1789-1851). Il Palazzo Vallauri nacque probabilmente come un “castrum” o
castello distrutto nel corso delle guerre franco – imperiali, note come
Guerre
Italiane. Di impianto cinquecentesco, subì rimaneggiamenti nei secoli
successivi. Il Palazzo fu proprietà della famiglia Beggiami fino al 1700, poi
passò ai conti Barel. Nella cappella si segnalano, ancora coperti da scialbo,
numerosi affreschi di un pittore attivo nel '400 in diverse località cuneesi,
chiamato
Maestro di Sant'Albano Stura. Nel
palazzo risiedette in diversi momenti della sua vita Giancarlo Vallauri (Roma,
1882 - Torino 1957) ingegnere, matematico, ammiraglio, docente universitario e
rettore del Politecnico di Torino. Pose le premesse per la nascita della prima
stazione radio italiana e dell'Istituto Elettrotecnico Galileo Ferraris. Fu
anche presidente dell'Eiar, del gruppo Sip, del Consiglio Nazionale delle
Ricerche.
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Sant'Albano_Stura, http://www.visitterredeisavoia.it/it/guida/?IDR=1702,
http://www.italiapedia.it/comune-di-santalbano-stura_Storia-004-211
Foto: è di micione su http://rete.comuni-italiani.it/foto/2009/135343
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