sabato 17 dicembre 2016

Il castello di domenica 18 dicembre






CHIOGGIA (VE) – Torre veneziana delle Bebbe

La Torre delle Bebbe era un castello strategico per Venezia perché controllava le foci di un ramo del Brenta, il vecchio Medoacus Minor, che andava a sboccare nella Laguna di Venezia. Fu edificata per volere di Teodato (o Diodato), che era un magister militum a Heraclia. Era stato eletto console per procedere al trasferimento della sede della nascente Repubblica di Venezia a Malamocco. I veneziani lo gratificarono con il titolo di Doge, accompagnato da Ipato (console) e dagli storici è ricordato come il doge Teodato Ipato. Nel IX secolo, dopo il vuoto lasciato dal potere dei Longobardi, scesero schiere di soldati normanni in lotta con l'Impero d’Oriente e milizie ungheresi capitanate dal loro re Ladislao, che si affrontarono con i veneziani. Successivamente arrivarono i soldati di Ravenna e di Adria mettendo in pericolo Chioggia e Venezia, ma nel 1075 il doge Domenico Selvo, dopo aver aiutato Alessio, imperatore d'Oriente, sconfisse il conte di Giovinazzo, il normanno Amico. Al Doge Selvo, per aver riconquistato la Torre, venne conferita una particolare dignità di protosevasto. Per secoli la zona fu sempre presidiata dalle guarnigioni militari di Venezia e di Padova perché, oltre ad essere territorio di confine, c'erano le rispettive saline e perché presso la Torre passava la linea di transito della navigazione attraverso le foci di un ramo del Brenta. Nel 1199 i padovani avevano conquistato e distrutto il castello di Onara degli Ezzelini. Ezzelino il Monaco, dopo essere stato nominato podestà di Verona e Vicenza, decise, il 14 maggio 1214, di umiliare i signori di Padova utilizzando il pretesto dei giochi indetti tra i nobili: il cosiddetto "castello d'Amore". Lo storico padovano Cappelletti riporta che, in quella occasione, i signori di Treviso invitarono i nobili delle città venete di Belluno, Feltre, Venezia, Verona, Vicenza ai giochi indetti nel castello d'Amore , giochi che vedevano coinvolte e protagoniste le più belle donne della nobiltà. In quella occasione Ezzelino il Monaco e il suo figliastro Iacopo decisero di utilizzare i giochi per aprire le ostilità. Il gioco di quel giorno si trasformò in offesa, perché i giovani di Padova avevano calpestato il vessillo di San Marco; di fronte a questa provocazione i veneziani reagirono con le armi. Si susseguirono una serie di reciproche accuse e provocazioni, con la conseguenza che il territorio di Venezia fu invaso e saccheggiato da parte dei Trevigiani e Padovani. La battaglia finale si combatté presso la Torre di Bebbe. I veneziani, guidati dal doge Pietro Ziani, riuscirono a batterli ed imposero la loro pace il 21 aprile 1216. Nel 1256, dalla Torre delle Bebbe partirono i Confederati, come riporta la targa, ovvero i crociati (“crocesegnati”) del papa Alessandro V per liberare Padova da Ezzelino III da Romano, vicario di Federico II. Il Papa aveva ordinato al vescovo di Ravenna Filippo Fontanesi di convincere Venezia a partecipare alla Crociata; Venezia affidò il comando delle sue truppe a Marco Badoer. Nel 1375 Francesco Carrara, signore di Padova, iniziò la guerra con Venezia. Contemporaneamente attorno al presidio clodiense c'erano: gli ungheresi che si erano accampati a nord dei territori dell'Abbazia Sant’Ilario di Venezia, il rio dei Moranzani, i genovesi che avevano già occupato la città di Chioggia e i padovani che erano arrivati dal Bacchiglione. Anche questa battaglia, ricordata dalla targa, fu vinta nel 1380 dai veneziani, guidati da Vettor Pisani e Carlo Zen. Dopo questa data la zona della Torre delle Bebbe perse il suo ruolo strategico. Ora sono solo due riferimenti geografici storici, perché i Veneziani dal XVI secolo costruirono il corso artificiale del fiume per deviare il Brenta fuori della laguna. In terra clodiense i resti della Torre rappresentano sicuramente la più antica testimonianza della Repubblica Veneta e forse l'unico esempio di fortificazione medioevale esistente nella zona. Oggi, di quella Torre quadrangolare che doveva ergersi verso l'alto per una trentina di metri rimane ben poco: delle mura tre lati sono praticamente rasi al suolo, per cui spicca dal piano campagna solo l'impianto fondazionale, composto da grandi massi in pietra naturale posti a secco uno sull'altro. Altri link utili: http://www.archeosub.it/articoli/laguna/bebe.htm,

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Torre_delle_Bebbe, http://www.patrimonio.cittametropolitana.ve.it/immobile/torre-di-bebe-chioggia


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