FRINCO (AT) - Castello
Il nome di Frinco ha origini germaniche (anticamente Freengo, Frengo o
Fringo) e l'abitato nacque probabilmente nel IX secolo dopo l'invasione dei
Franchi, anche se il borgo si consolidò nel 1100-1200. Il primo documento
scritto che testimonia l'esistenza del paese risale al 18 aprile 1117, in cui,
in una sorta di testamento, i coniugi Gerberga e Bongiovanni lasciarono
all'episcopato di Asti alla loro morte le loro proprietà in Frinco. Nella
chiesa parrocchiale Santa Maria di Frinco fu stilato un atto il 19 aprile 1227
fra il Comune di Asti, da cui Frinco dipendeva, ed il Marchese Bonifacio del
Monferrato con argomento la guerra contro gli Alessandrini. Il castello viene
invece citato per la prima volta in un documento del 10 agosto 1288, in un atto
che sanciva i confini fra Calliano e Guadarabbio (abitato che sorgeva presso
Castell'Alfero). Le origini della Signoria di Frinco non sono databili, ma
presumibilmente risalgono all'inizio del XIII secolo; attorno al 1250 Frinco fu
concesso alla potente famiglia di bancari dei Pelletta, già possessori di
Cortanze, Cortazzone, Corsione e Soglio. Dall'inizio del XIV secolo gli stessi
Pelletta cedettero gradualmente alla famiglia Turco, anch'essa con attività di
banchieri, il controllo sul territorio frinchese, sino al 26 aprile 1342, data
in cui Asti riconobbe la Signoria di Antonio e Turchetto Turco. Nel periodo
delle lotte fra gli schieramenti opposti di Guelfi e Ghibellini, i Turco si
schierarono con quest'ultimi. I ghibellini astigiani si riunirono in una
coalizione denominata "de Castello" che comprendeva anche le famiglie
nobili Guttuari ed Isnardi. Le lotte con i Guelfi per la supremazia sia sul
territorio che sui commerci si protrassero per alcuni anni, sinché i de Castello,
alleatisi coi marchesi del Monferrato e di Saluzzo, riuscirono a sconfiggere
nel 1303 gli oppositori capeggiati dalla famiglia Solaro ed assunsero il
comando della città di Asti. Ma i Guelfi si allearono a loro volta con
Chieresi, Albesi e con Guglielmo di Mombello e nel 1304 riuscirono a cacciare
dalla città i Ghibellini che si rifugiarono nei castelli delle proprie Signorie
o degli alleati. Guglielmo di Mombello, nominato podestà di Asti il 1° gennaio
1305, continuò la caccia ai Ghibellini in provincia: tentò la presa anche del
castello di Frinco, ma questo si dimostrò imprendibile ed attrezzato per lunghe
resistenze al nemico; per rappresaglia furono distrutti il villaggio e le
campagne circostanti. Stessa sorte si ebbe nel 1307 con il podestà di Asti,
Bergadano, che nuovamente mise a ferro e fuoco il territorio frinchese; la cosa
si ripetè anche nel 1308. Il 22 aprile 1311, nel castello di Frinco, Guglielmo
Turco e gli altri Ghibellini si sottomisero a Guglielmo di Mombello, emissario
di Filippo d'Acaja. Nel 1312 Guglielmo Isnardi, rappresentante dei de Castello,
ottenne l'intervento delle forze imperiali del marchese Francesco di Cravesana
dall'imperatore Enrico VII, per la cacciata dei Solaro da Asti. Proprio dal
castello di Frinco le truppe ghibelline partirono per unirsi a quelle imperiali
per tentare di conquistare Asti. Nel frattempo i Guelfi ottennero la protezione
di Roberto d'Angiò e successivamente anche il ripensamento dell'imperatore
Enrico VII. Nell'aprile 1312 i Ghibellini astigiani furono definitivamente
sbaragliati e il 4 marzo 1314 Roberto d'Angiò divenne Signore di Asti, ponendo
fine alla rebubblica astese. Nel 1355 Frinco venne assegnato al marchese del
Monferrato Giovanni dall'imperatore Carlo IV e poi successivamente ceduto da
Teodoro, marchese del Monferrato a Gian Galeazzo Visconti. Il 27 gennaio 1387,
nel contratto di matrimonio fra Luigi d'Orleans e Valentina Visconti la dote di
quest'ultima comprendeva anche Asti e 106 feudi, fra cui quello di Frinco.
Sotto il dominio degli Orleans l'astigiano, reduce da un secolo di guerre, conobbe
un periodo di ripresa. Purtroppo però i francesi vennero poi impegnati nella
guerra contro l'Inghilterra e dovettero trascurare i propri possedimenti
astigiani. Giovanni Turco, figlio naturale di Antonio, fondò in questo nuovo
periodo oscuro, una compagnia di ventura che imperversava nei territori
astigiani. Successivamente passò alle dipendenze di Gian Giacomo marchese del
Monferrato in qualità di Capitano Generale delle sue truppe. Fu però catturato,
processato ed impiccato il 19 dicembre 1430 a Moncalvo. Il figlio legittimo di
Antonio Turco e fratellastro di Giovanni, Gabriello signore di Frinco fu ucciso
nel 1431 dagli uomini del marchese del Monferrato che tentarono senza riuscirvi
la conquista del castello frinchese. Nel 1438 l'imperatore Alberto II dichiarò
Frinco feudo imperiale, praticamente obbligando i vassalli a prenderne
investitura direttamente da egli stesso, questo per ovviare a controversie fra
i Visconti e i Monferrini. Il 1° agosto 1442 Andreotta Turco, figlia di
Antonio, vendette la parte a lei spettante di Frinco e un palazzo ad Asti ai
fratelli Mazzetti Giovanni, Nicoletto e Domenico ed ai loro nipoti, figli del defunto
quarto fratello Paolo, Andrea, Antonietto e Catalano. Nel 1469 vennero
investiti della parte del feudo di loro proprietà dall'imperatore Federico III
i fratelli Paolo, Gaspare, Giorgio e Sebastiano Mazzetti. Nel 1470 Andrea Turco
vendette la propria parte di feudo ad Antonio Romagnano, il quale la cedette a
breve ai Mazzetti; con questo atto si chiuse la dinastia dei Turco che perse
sempre più prestigio sino a scomparire dalla nobiltà. Il 4 maggio 1487
l'imperatore decretò la concessione alla famiglia Mazzetti di coniare le
proprie monete, con lo stemma araldico delle tre mazze, in Frinco. Questa
attività portò molti introiti dovuti alle tante falsificazioni di monete
altrui, operate soprattutto intorno al 1600. Il 4 agosto 1488 i Mazzetti ottennero
l'investitura totale di Frinco dall'imperatore Federico III. Iniziò così il
possesso del territorio di Frinco da parte di questa Famiglia di origine
bolognese, proprietà che si protrasse sino al 1829. Il 26 aprile 1611
l'imperatore Rodolfo II d'Asburgo confiscò a causa della attività illegale di
falsari ai fratelli Giulio Cesare ed Ercole Mazzetti il feudo, assegnandolo al
proprio consigliere Ernesto Molart, barone di Reineck e Drosensorf. Il 14
gennaio 1614 questi lo vendette al duca di Savoia Carlo Emanuele, che a sua
volta lo cedette nuovamente ai Mazzetti, ma questa volta privato del diritto di
conio. Nel 1630 il castello fu parzialmente distrutto da mine di una colonna
francese che prendeva parte alla guerra per la successione di Mantova, fra i
Savoia ed i Gonzaga. I francesi, alleati di quest'ultimi, fecero crollare l'ala
nord del maniero in cui si era asseragliato Francesco Maria Mazzetti, di fede
sabauda. Il 1° maggio 1640 Frinco venne saccheggiato dalle truppe francesi del
marchese di Harcourt, intervenuto in Italia per ordine di Luigi XIII nella
disputa per la successione di casa Savoia. Nel 1680 i Mazzetti ottennero il
titolo di Conti, ma poi Giulio Cesare Secondo Mazzetti ricevette nell'ottobre
del 1733 il titolo di Marchese. Il 30 luglio 1797 il marchese Secondo Maria
Mazzetti, comandante di un reggimento di Carlo Emanuele IV, partì con le truppe
da Frinco per marciare su Asti, che si era appena proclamata Repubblica,
sopprimendo la rivolta. Nel 1829 estintesi con Paolo la dinastia dei Mazzetti,
Frinco fu acquisito dai marchesi Camerana, i fratelli Giulio e Eugenio dei
Roero di Settime. Frinco in quel momento non era più feudo o signoria, vista
l'abolizione di ogni privilegio nobiliare in seguito alla rivoluzione francese,
ma solo proprietà privata. Gli Incisa di Camerana nella persona del marchese
Vittorio, vendettero i propri possedimenti frinchesi il 30 maggio 1893 alla
congregazione degli Oblati di San Giuseppe di Asti e il castello divenne la
sede estiva per gli studenti del Ginnasio e del Liceo e per i propri novizi. Nel
1935 il comune di Frinco è entrato a far parte della provincia di Asti. Negli
anni '60 il castello è stato acquistato dall'azienda Morlini che vi ha impiantato
un allevamento di pollame; alcuni anni dopo però la ditta agricola è fallita,
il castello è stato sequestrato e posto all'asta dal tribunale giudiziario. Nel
1992 il castello è stato acquistato dalla famiglia Pica Alfieri che tuttora ne
detiene il possesso. Nel corso del 2008 il castello è stato venduto alla
immobiliare Daupher srl, che è stata dichiarata fallita il 28/6/2012. Poi il 5
febbraio 2014 il crollo di una porzione significativa del maniero che è
precipitata sull’abitato, lambendo le case, travolgendo la piazza della chiesa
e la strada comunale. Ora la situazione è davvero grave, per la difficoltà di
fermare il processo franoso e per la cronica carenza di fondi per la cura e
manutenzione del
patrimonio artistico. La stabilità dell’intero edificio è
oramai a rischio, con la possibilità, che l’edificio frani davvero sul
paese sottostante. In posizione dominante, l’imponente mole del castello ha
conservato l’originale carattere di struttura difensiva, che per secoli ha
controllato il transito nella valle sottostante. Per raggiungerlo bisogna
passare davanti al Municipio e poi dirigersi verso il maniero percorrendo una
stretta stradina a senso unico. Superata la Casa Canonica si giunge davanti
alla Chiesa Parrocchiale Natività della Beata Vergine Maria, in una piazzetta
in cui c’è la rampa d’accesso al castello. La strada di accesso si inerpica a
tornanti tra le case del paese sino alla base della fabbrica, dove le arcate
del versante meridionale, avvolgendo il terrapieno della sommità collinare,
fungono da bastionatura. Dalla piazzetta, superata la prima barriera attraverso
un portale sormontato da una torretta, si giunge in salita ai piedi della
grande
torre circolare,
la quale con il collegato corpo dell’edificio a tre piani costituisce la parte
più antica del castello. La torre, posta all’angolo ovest del maniero, presenta
il coronamento seghettato e a denti di lupo; si può notare la sua merlatura
ghibellina sormontata dal tetto; il suo interno ha il soffitto a cupola. Da
qui, con un tornante a destra, ci si dirige poi all’ingresso al castello che
era difeso da una sorta di portico fortificato munito di robusta grata,
sormontato da archi policromi. Dopo il portico ed un selciato di mattoni, si
accede all’atrio del castello da cui si può salire ai piani superiori tramite
una scala oppure accedere al cortile, costruito su due diverse altezze separate
da una balconata. Dal cortile inferiore si accede ai locali adibiti un tempo a
magazzini sotterranei ed a cucine. Salendo dall’atrio la scala, sulla sinistra
si vede la traccia di un arco medievale appartenente alla struttura più antica
del castello, poi si giunge al primo piano. Di qui per un corridoio che
attraversa tutto l’edificio girando attorno al cortile centrale, si giunge ad
un salone decorato a stucchi e con lesene a capitello corinzio, probabilmente
del XVII secolo. Dal corridoio si può accedere ad una serie di vaste sale; una
di queste aveva la funzione di cappella durante il recente possesso dei Padri
Giuseppini. Sul lato di levante un loggiato, il quale unisce i corpi di
fabbrica sud e nord separati dal cortile, offre una splendida vista sul
panorama delle colline e della Valle Versa. I vani, peraltro numerosi in ogni
piano, non conservano purtroppo che scarse decorazioni. Alcune
strutture sotterranee, formate da
scantinati e gallerie di collegamento ed in particolare un pozzo irto di lance
acuminate in cui venivano fatti precipitare ospiti indesiderati tramite una
botola celata nel pavimento di una stanza, richiamano alla memoria antiche
leggende e storie medievali. La
chiesa
parrocchiale, neogotica, fu collegata al lato orientale del maniero per
permettere l’accesso diretto ai Signori di Frinco.
Fonti: http://www.comune.frinco.at.it/Cennistorici.php, http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/02/23/cera-una-volta-il-castello-di-frinco-un-altro-pezzo-ditalia-che-se-ne-va/891471/,
http://www.astigiando.it/place/castello-di-frinco/
Foto: la prima è presa da http://www.osservatoriodelpaesaggio.org/AZIONI%20svolte/2014/Convegno%20Castello%20di%20Frinco%20(Asti%2028%2003%2014)/images/Castello%20di%20Frinco.jpg,
la seconda è presa da https://elenafalletti.wordpress.com/2014/02/06/e-crollato-il-castello-di-frinco/
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