GAGLIANO CASTELFERRATO (EN) - Rocca
La venuta degli Arabi in Sicilia spaventò e sbigottì anche i Galarini, i
quali sebbene trincerati in un Castello forte e ben munito, ignoravano l’entità
delle forze nemiche, vagavano in un mare di confusione. Una delle più tremende
battaglie doveva, proprio in loco, sostenersi e combattere accanitamente
nell’anno 858 d.c. L’assedio durò circa due mesi. I musulmani guidati da Abbas
strinsero d’assedio il Castello. La popolazione Gaglianese offrì una taglia di
15.000 denari, ma Abbas ricusò la predetta somma. Quello di distruggere le
fabbriche fu un durissimo colpo che colpì la popolazione di Gagliano. Con la
caduta del Castello in mano straniera cessò il momento glorioso di Gagliano. La
venuta dei Normanni in Sicilia fu molto fortunata trovando il popolo favorevole
ed incline ai nuovi arrivati, con a capo Ruggero. Anche Gagliano, dopo Troina,
Cerami e Nicosia fu conquistata. Il Castello fu concesso in premio da parte di
Ruggiero a coloro che avevano militato e combattuto sotto le sue insegne. Gagliano
così assume il titolo di Baronia, Contea, Principato, Viscontea e perfino di
Vicaria. Dalle buone condizioni del dominio dei Normanni la Sicilia passò agli
Svevi, durante questo periodo Gagliano fu concesso ad un certo Fulgone Dal
Poggio Riccardo, il quale avendo reso servigi importanti a Federico II, ottenne
da quest'ultimo in dono il Castello di Gagliano. Nel 1268 in Sicilia iniziò la
dominazione Agioina. Carlo d'Angiò fu re molto crudele, aguzzino e
sanguinatore. Il popolo siciliano aspettava la scintilla per la ribellione, e
nel 1282 vi fu la rivoluzione del “Vespro”. Con il vespro siciliano, il trono
di Sicilia venne occupato da Pietro d'Aragona il quale concedette ai siciliani
molti privilegi. Vi fu un momento in cui si temette che l’isola sarebbe
ricaduta sotto la dominazione Angioina, se non fosse stato per quella
memorabile battaglia di Gagliano, avvenuta nel febbraio del 1300, che avvilì e
segnò la definitiva sconfitta dei francesi. Fu proprio da Gagliano che partì il
segnale d’allarme per la ricacciata totale dalla Sicilia del nemico. Subito
dopo la celebre battaglia menzionata, un’altra pagina di storia locale si apre
con il soggiorno del più illustre ed benemerita personalità del tempo, lustro e
decoro della Sicilia, Re Federico. Fu il castello di Gagliano, slanciato e
solenne, forte ed inespugnabile, ricco e sontuoso, arieggiato e spazioso, la
dimora accogliente, scelto ed adatto ad ospitare il re in persona con tutta la
sua corte e il suo seguito. Tra il 1300 e il 1356, i legittimi eredi sul trono
di Gagliano furono: Pietro
e Ludovico,
per poi passare nelle mani della famiglia Tedeschi. Subito dopo fu dichiarata
signora padrona di Gagliano una donna: Eufemia d’Aragona. In seguito alla sua
morte, fu nel 1359 Bernardo Spadafora ad occupare il Castello di Gagliano. A
causa di una dominazione poco accetta, nel 1392 furono prima Perio Sancio di Calataiudo
e poi Roberto detto Miles ad occupare il Castello con la forza. Questo ultimo lo
tenne fino al 1419 epoca in cui fu attaccato e poi sconfitto da Almirante Sancio
Ruiz de Liborio. Nel 1455 questo ultimo vendette il Castello e le terre di
Gagliano a Ludovico de Periglios. La dominazione dei Periglios fu abbastanza
lunga e piena di avvenimenti. Fu poi don Almerico Centelles nel 1515 a sancire
la fine dei Periglios. Dal 1629 al 1689 Gagliano fu dominata da Gregorio Castello.
Lui stesso nel 1666 fu il primo a ricevere il titolo di “Principe di Gagliano”.
Il suo erede fu il primogenito Ferdinando Castello. La dinastia dei Castello
finì nel 1743. La dominazione continuò prima con don Gabriele e poi con don Carlo
Girolamo Lancillotto Castello. Nel 1750 la terra di Gagliano fu venduta ad Alvaro
Villadicani che la possedette fino al 1809. Da qui riprese la successione dei Lancillotto
Castelli, con il primogenito don Vincenzo Castelli che fu investito il 30 marzo
1809. Il monumento che maggiormente caratterizza il panorama è indubbiamente la
"rocca". Si tratta di un castello scavato nella roccia. Vito Amico lo
descriveva così:
"Antico paese sotto dirupata e scoscesa rupe,
sovrapposto a declive altura, rivolta a Scirocco, da ogni dove ricinto da
colline; le viscere poi della rupe da ferro incavate presentansi in forma di
fortezza che sebbene attualmente sia involta in ruine conserva non oscure
vestigia di antica magnificenza, e decentissime abitazioni appresta pel Barone
con oratorio, da poco tempo formate. Derivasi come appare dai ruderi, aver
compreso un tempo la medesima rocca cinque torri, dodici fosse e cisterne,
diciassette spelonche da congresso, trenta aule e più, nella maggior parte nel
vivo sasso incavate.". La Rocca (Antico Castello), oggi è un masso
enorme, imponente, gigantesco, maestoso come un monumento solido, massiccio che
cade a picco slanciato, avente accanto altre rupi e circondato da montagne.
Questo meraviglioso panorama, si ammira e si guarda come in un proscenio da
teatro, con le sue luci e riflessi con i suoi vividi colori, nella superba
grandiosità dell’apparato naturale-artistico proprio a Gagliano. Ai piedi
dell’imponente masso: le case le una addossate alle altre che scendono
dolcemente fino giù. All’imponente masso, attiguamente, come nobile consesso
ornamento, si ergono altre rupi o punte rocciose come la Rocca della
Malazita. Nel punto più alto, sempre ai piedi della Rocca o Castello,
domina la Madrice con il suo Campanile a stile gotico e
l’imponente guglia che si slancia verso l’alto. Testimone di grandi imprese di
guerre cruenti di sedizioni, di rivolte, di congiure, di eroismi, di sacrifici,
di vittorie e di sconfitte quelle grotte e spelonche scavate nel gigantesco
masso, quei ruderi di massicci muri che ancora esistono, la celebre Porta Falsa,
con la rudimentale apertura in perfetta sintonia con il luogo e le altre cose
che lo circondano, ridicono e ricantano pagine di storia antica, eventi nuovi e
vecchi che nessuno mai può cancellare. La Rocca, che esiste dai tempi
antichissimi, è un valido elemento, una testimonianza viva una dimostrazione di
fatti passati. La Rocca o Castello è stata chiamata Forte o meglio Castello di
Ferro (Castelferrato) da qui il nome. Tra gli antichi monumenti e gli
avanzi degni di rilievo e di menzione, tra i cimeli più significativi che hanno
resistito alla edacità del tempo e alla trascuratezza degli uomini: la
Porta Falsa. Questa porta che segnava una delle tante muraglie di cinta del Castello,
sicuramente distante dalla porta di entrata un trabocchetto combinato ad arte,
in modo da ingannare il nemico. Si lasciava la detta porta aperta, il nemico
non conoscendo l’inganno, entrava fino ad un certo punto in alto quando sicuro
di sé, all’improvviso rincorso dalla guarnigione notturna, ritornando dal
medesimo punto di dove era entrato, lì trovava la morte, difatti per mezzo di
un congegno veniva tagliato a pezzi e buttato fuori dal precipizio. Il muro è
massiccio resistente alle intemperie, e di spessore largo ed alto, ha una
apertura principale con diversi piuoli sporgenti che servivano per salire
materiale sul Castello. La Porta Falsa vista da lontano dà l’idea della
rigidità della costruzione di un antico Castello, tra le altre rupi, risalta ed
emerge in perfetto stile e attraente panorama. La porta falsa tra le tante rupi
e giganteschi massi è parte integrante del Castello, entrambi sono testimoni di
guerre e battaglie di sedizioni, di imprese faticose, di vittorie e di
sconfitte. C’è da dire che oggi monumento storico, non splende più di luce
viva, se si pensa alle cinque torri, ben solide, oggi ormai inesistenti, che
davano una fisionomia tutta propria al Castello. Per meglio comprendere la
struttura di questo particolare castello rupestre analizziamo
la planimetria (le lettere maiuscole presenti di seguito si riferiscono
alla pianta a quota 732,5 m, rielaborazione da
Alberti,
Anselmi). La
cinta muraria esterna si snodava ai piedi della rupe ed è parzialmente
identificabile con le case poste lungo la via della
Porta Falsa (
A);
quest'ultima è ancora esistente e si apre a sud verso la campagna in un
muro rettilineo (
B) di circa 2,5 m di spessore e 22 m
di lunghezza. Dalla Porta Falsa si prosegue lungo un ripido sentiero sino a
giungere al portone d'accesso al nucleo centrale del castello. Esso è
costituito da uno spazio irregolare, posto a quota 731 m.s.l.m., ricavato in
uno spazio ristretto compreso tra le rupi e delimitato a sud e sud-est da resti
di un muro di cinta. Nello spazio tra le rupi sono visibili i resti di un
edificio rettangolare (
C) di circa 7x14 m con l'asse maggiore
orientato in senso nord-sud. Nella rupe, immediatamente ad ovest dell'edificio
rettangolare, è stata scavata una
sala
polilobata (
D)
caratterizata da un portale di ingresso sormontato da un'interessante timpano
ogivale. Altri camminamenti ed ambienti ipogei sono presenti nella rupe ad est
dell'edificio rettangolare. A sud dell'ingresso al nucleo centrale si trova un
ambiente ipogeo (
E), di circa 22 m di lunghezza per 4
di larghezza, con quattro aperture orientate a sud. Altri link consigliati: https://www.youtube.com/watch?v=r3dgRTdkKEE
(video di Lorenzo Macchio), http://win.lafrecciaverde.it/n121/Gagliano%20Castelferrato/art.html,
https://www.youtube.com/watch?v=csJ2TLm0Szc (video di Alfio Monaco), http://www.gaglianocastelferrato.com/images/rocca/rocca.htm
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Gagliano_Castelferrato,
http://www.comunegaglianocastelferrato.gov.it/, http://www.icastelli.it/it/sicilia/enna/gagliano-castelferrato/castello-di-gagliano
Foto: la prima è di costagar51 su https://www.flickr.com/photos/36609145@N02/13907386800,
la seconda è presa da http://win.lafrecciaverde.it/n121/Gagliano%20Castelferrato/art.html
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