Spello fu fondata dagli umbri per poi essere denominata Hispellum in epoca romana. Fu dichiarata da Cesare "Splendidissima Colonia Julia". I resti della cinta muraria, molto più ampia in passato di quanto possiamo ammirare oggi, attestano la grandezza che ebbe la città, così come i resti archeologici che la circondano. Devastante per Spello fu la discesa in Italia dei Barbari che la ridussero in una povera borgata. In età longobarda e franca fece parte del ducato di Spoleto, per poi passare al Papato. La cittadina tuttavia, memore della prosperità e della relativa autonomia di cui godeva in epoca romana, non tardò a divenire libero Comune con proprie leggi. Nel 1516 il comune fu infeudato dal Papa alla famiglia perugina dei Baglioni cui appartenne fino al 1648. Nel IV secolo Spello fu sede vescovile e nell'Alto Medioevo – con altre diocesi vicine ora soppresse – fece parte per moltissimo tempo della vastissima diocesi di Spoleto. Attualmente Spello è invece integrata nella diocesi di Foligno. La Rocca - o Cassero - si estendeva sull’odierna Piazza della Repubblica fino a comprendere Via Seminario Vecchio e Via della Liberazione. Poche le parti originarie: il corpo più antico, di forma quadrangolare, venne fatto costruire come fortezza militare nel 1358 da Filippo d’Antella, rettore del Ducato di Spoleto, poiché inserito nel piano di fortificazioni delle Terre della Chiesa voluto da Innocenzo VI e da questi commissionato al cardinale Egidio Albornoz. L'edificio, come risulta nel 1359, insisteva in un area precedentemente occupata anche dalla primitiva sede dell'oratorio dei Raccomandati o Disciplinati di S. Maria della Misericordia. Recenti rinvenimenti documentari hanno permesso di meglio circostanziare le notizie finora possedute sui complessi lavori di ampliamento e di trasformazione dell'edificio, eseguiti e diretti negli anni 1561-1564 dai maestri lombardi Battaglia di Pietro e Filippo di Giacomo, su espresso incarico di Adriano Baglioni, signore di Spello. Infatti, con l’arrivo dei Baglioni, divenne la loro abitazione in città. Adriano fece apportare una serie di modifiche, tra cui il cambiamento dell’aspetto esteriore da fortezza militare a residenza nobiliare e la riduzione in altezza del maschio. Dopo il 1583, quando la città tornò definitivamente allo Stato della Chiesa, il complesso costituito dalla ex rocca baglionesca e dal palazzo adiacente fu ancora trasformato e riadattato per ospitare, tra l'altro, il governatore apostolico, le prigioni e, nel 1620, il seminario S. Felice. Gravemente lesionato dal terremoto del 1832 e nuovamente trasformato nel secolo XIX, specie dopo la partenza del governatore apostolico (1860), negli anni Sessanta-Settanta di questo secolo l'edificio è stato oggetto di ulteriori lavori per essere parzialmente destinato a sede della Scuola Media Statale. Dell'originario sito della rocca ("Palagio de Adriano Baglione") frutto di un ambito progetto voluto da Adriano Baglioni a partire dal 1561, che prevedeva la sistemazione di tutta l'area che oggi corrisponde al lato della Scuola Media "Galileo Ferraris" e all'Ufficio delle Poste e Telecomunicazioni, purtroppo eccezion fatta per la porzione di fabbricato su Via Seminario Vecchio non rimane alcuna traccia. Questa considerazione non significa che ciò che resta è da considerare di poco conto, vuole però segnalare la perdita del bel muro cinquecentesco (ultimo quarto del XVI secolo) che collegava i due estremi del prospetto (la chiesa di San Filippo oggi PP.TT. e il "maschio" della fortificazione oggi sede delle segreterie della scuola). Su Via Seminario Vecchio sono visibili numerosi elementi costruttivi giustapposti nei diversi periodi e fasi costruttive, ma è sulla vista che si prospetta in via della Liberazione che vediamo i più significativi segni di un grande intervento architettonico di natura militare e civile, iniziato nel XIV secolo e terminato nel secolo XVI con membri della famiglia Bagliori. L'interno è totalmente rimaneggiato in particolare da quando l'edificio è stato adibito a plesso scolastico; al piano interrato cui si accede anche da Via Seminario Vecchio si trova una loggia (forse del XV secolo) attraverso la quale si entra nella attuale "palestra piccola", questo vano è particolare per la forma e più che altro per la copertura realizzata in volte a crociera con mattoni a vista poggianti su un grande pilastro-colonna centrale. Su questo piano in una stanza attigua agli spogliatoi c'è un affresco di scuola umbra del secolo XIV. Ciò che merita una visita, oltre al 1° piano sottoterra (ancora in corso di sistemazione), è sicuramente la stanza del Governatore (detta anche dell’Udienza) posta al piano terra (aula degli insegnanti). Il soffitto è realizzato in formelle dipinte con la raffigurazione di motivi geometrico-floreali e il grifo di Perugia. Per tutto il perimetro, poco sotto il livello del solaio, corre una larga fascia affrescata dove figure femminili reggi-trave si intervallano a riquadri di viste fantastiche e non (in alcune di esse è possibile riconoscere anche vedute, un po' idealizzate, di piccoli centri della Valle Umbra Sud). Agli angoli del fascione campeggiano gli stemmi del cardinale Ottavio Santacroce (1576-1583), governatore di Perugia nel 1576, della famiglia Baglioni e della famiglia Mattei-Ubaldini. L'impostazione della Sala, i soggetti rappresentati ed un probabile non lontano periodo di esecuzione avvicinano questo ciclo a quello presente nella "Sala degli Zuccari" nel Palazzo Comunale. Appartengono a questa sala gli stemmi in pietra di Innocenzo X e del governatore Valerio Vitelleschi e l'epigrafe dedicatoria (1649) ora nell'atrio del Palazzo Comunale in piazza della Repubblica.
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Spello, http://turismo.comune.spello.pg.it/poi/palazzo-baglioni, http://spello.webaround.it/media/rocca-albornoz-palazzo-baglioni
Foto: le prime due sono cartoline della mia collezione, mentre la terza (relativa al Palazzo Baglioni) è di Audrey22 su https://it.wikipedia.org/wiki/File:Palazzo_baglioni_a_spello_PG.jpg
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