ROVERETO (TN) - Castello
Il castello (uno dei migliori esempi di fortificazione alpina tardo-medievale), che sorge su un dosso roccioso sulla riva destra del Torrente Leno e sovrasta l'odierna piazza Podestà, dove ha sede il palazzo del municipio, trova le sue origini nel XIV secolo, come risulta dalle prime fonti che lo citano. La rocca è menzionata come "Casteljunclum de novo edificatum" e risultava di diritto vescovile. Risale al 1354 la notizia che vede Marcabruno di Castelbarco sottoscrivere un contratto feudale nella sala del camino della fortezza roveretana. I Castelbarco restarono nel capoluogo lagarino fino al primo decennio del 1400 quando, per volontà testamentaria, cedettero ai veneziani il controllo di tutta la valle. La Repubblica di Venezia si espanse, infatti, anche in Trentino per controllare i commerci lungo l'Adige. Nel 1411 occupò Ala, Avio e Brentonico, e nel 1416 Rovereto. Nel 1416 i veneziani assediarono e presero Rovereto e, a seguito di accordi diplomatici, ad Aldrighetto Castelbarco vennero consegnati il Castello di Nomi e una pensione annua in cambio del castello di Rovereto, del suburbio e di castel Pradaglia. Il castello, che ricevette l'attuale forma pentagonale all'epoca della dominazione veneziana, inglobando la preesistente rocca dei Castelbarco, era posto a presidio della valle dell'Adige in una posizione che permetteva il controllo del passaggio del Leno e delle vie che arrivavano a Rovereto, la Vallagarina e la Vallarsa. In epoca medievale le sue mura erano costruite con dei sassi ed erano più sottili e prive di feritoie per far sparare ai cannoni e di torri angolari a base quadrata. Nel 1487 la Serenissima si espanse in Valsugana e nelle Giudicarie. I veneziani istituirono i podestà che avevano il compito di governare i territori trentini annessi. Rovereto diventò il più importante centro militare, politico, amministrativo e commerciale della Repubblica veneziana tra il porto adriatico e i mercati centro-europei. Il castello di Rovereto fu occupato dalla Serenissima nel 1416, che ne mutò completamente l'assetto medievale; ai veneziani (e in particolare agli architetti Giacomo Coltrino e Bartolomeo d'Alviano) dobbiamo infatti l'odierna forma poligonale e i suoi prevalenti tratti militari, i camminamenti per il servizio dei cannoni, la cinta muraria e bastioni muniti di decine di cannoniere, il fossato, il pozzo per resistere agli assedi (profondo 57 metri) e i grandiosi torrioni Marino, Malipiero e Coltrino. I veneziani aumentarono lo spessore delle mura che vennero da quel momento costruite con sassi e malte. Questo tipo di scelta architettonica fu legata ad un motivo militare ed in particolare all'utilizzo dei cannoni come arma principale. Costruirono anche tre torrioni, a forma poligonale, diversa dalla forma quadrata della prima torre medievale. Questi torrioni, per rafforzarli, venivano di prassi riempiti di terra. Nel 1487 il sito fu espugnato dalle truppe arciducali d'Austria, guidate da Sigismondo d'Austria (conte del Tirolo) e dotato di un esercito composto da circa 8000 uomini, di cui facevano parte anche mercenari svizzeri e un contingente tirolese e bavarese: il castello subì dal 23 aprile un durissimo assedio durato ben 37 giorni e venne inoltre incendiato. Si dovette arrendere dopo che le artiglierie lo ebbero gravemente danneggiato. Fu ripreso rapidamente dai veneziani dopo che Venezia ebbe raccolto un esercito di 4200 fanti, tra cui numerosi provenienti da Thiene, e circa 3000 cavalieri guidati da Roberto di Sanseverino che liberò la città. In seguito i veneziani ricostruirono il castello mediante nuovi e moderni criteri. La battaglia di Calliano fu una guerra combattuta nella Vallagarina causata da motivi di tipo commerciale, scoppiata nell'anno 1487. Da un lato combatterono le truppe veneziane guidate da Roberto di Sanseverino, dall'altro le truppe austriache, guidate dal comandante Friedrich Kappler. A quest'ultimo si deve la vittoria della battaglia del 10 agosto 1484, che costrinse la ritirata dei veneziani, seppure numericamente superiori. In questa battaglia morirono 10.000 veneziani tra cui il Sanseverino stesso. Il conflitto terminò nel novembre del 1487 con la pace sottoscritta a Venezia. L'edificio rimase sotto il controllo veneziano fino alla fine del suo dominio in Trentino nel 1509, anno in cui fu ceduto agli Asburgo divenendo sede dei capitani imperiali e della guarnigione. L'imperatore Massimiliano la elevò al rango di città. Dopo la sua morte venne proposto di annettere la città al Tirolo, ma l'idea incontrò l’opposizione dei cittadini, timorosi di perdere privilegi ed autonomia. Nel 1564 la città venne nuovamente occupata dalle truppe imperiali, che costrinsero i cittadini a giurare fedeltà a Ferdinando I. L´imperatore aggregò la città ai territori tirolesi, privandola dell’autonomia concessa da Massimiliano. Nella seconda metà del XVII secolo la fortezza perse importanza, subendo pesanti rimaneggiamenti e incendi (l'ultimo di questi nel 1797). Nell'Ottocento il castello fu utilizzato come ricovero di mendicità, casa di pena e, dal 1859 al 1918, come sede di due compagnie del 3º reggimento Kaiserjager. Nel corso della prima guerra mondiale, dall'evacuazione di Rovereto del maggio 1915 al novembre 1918, il castello e la città, rimasti sotto gli austro-ungarici, subirono gravi bombardamenti da parte dell'artiglieria italiana. L'edificio è stato restaurato nel corso degli anni venti, e tuttora è interessato da un progetto di restauro che renderà identificabili le diverse stagioni della sua storia monumentale. Dal 1921 ospita al suo interno il Museo storico italiano della guerra (https://www.museodellaguerra.it/visita/castello/), uno dei più rappresentativi in Italia. Il museo ospita armi, divise, manifesti e reperti della guerra, tra cui un esemplare di Nieuport-Macchi 10, un velivolo usato per l’addestramento militare nel 1918. Numerose le sale dedicate alla memoria di eroi e luoghi bellici. In seguito, dalla fine degli anni '90 la sovraintendenza ai beni culturali della provincia autonoma di Trento ha deciso di rivitalizzare la fortificazione dando in mano il progetto all'architetto Giorgio Micheletti. Le forme della rocca rivelano le sue prevalenti funzioni strategico-militari. Infatti agli angoli sorgono i due torrioni, e tra questi un bastione con annesso sperone, da dove le artiglierie potevano ben difendere il castello e il territorio circostante. Nel 1492 il governo della Repubblica di Venezia incaricò l'ingegnere militare Jacopo Coltrino per il potenziamento delle difese del castello. Fu così che venne costruita una torre circolare sull'angolo est della fortificazione, chiamata Torrione Marino. Esso è alto circa 25 metri con un diametro alla base di 16 metri. La sua particolare struttura permetteva l'uso di 4 cannoniere; mentre i due livelli inferiori erano destinati alla difesa da vicino. Deve il suo nome a Gerolamo Marino, podestà di Rovereto. Nelle due sale del torrione Marino sono esposte le armi dei cavalieri e dei fanti tra il 1500 e il 1700. Il torrione Malipiero si trova sull’angolo nord-ovest della struttura e deve il suo nome al podestà veneto Paolo Malipiero che lo fece costruire nel 1489. La sua struttura venne pensata per resistere ai colpi di artiglieria del periodo ed è organizzata con tre livelli di cannoniere. Essa poggia su una base di diametro pari a circa 20 metri. Dal 1925 al 1961 la sommità del torrione ospitò Maria Dolens, la celebre campana dei Caduti, oggi collocata sul colle di Miravalle, che suona a ricordo dei caduti di tutte le guerre e di tutte le nazioni. Recentemente restaurato, è stato ricostruito il tetto distrutto da un incendio alla fine del '700. Nel torrione Malipiero sono esposte armi dalla preistoria al Medioevo. Alla fine del Quattrocento, per proteggere le mura del castello dall'artiglieria nemica, gli architetti militari decisero di realizzare un terrapieno, ovvero la fortificazione veniva rivestita da terra contenuta nella cinta muraria in modo tale da assorbire l'impatto dei proiettili. Qui furono stratificati migliaia di metri cubi di terra compatta in profondità, ghiaia legata alla calce in mezzo e materiale di scarto edilizio nella parte superiore. Quest'opera creò così un collegamento tra i due torrioni. A metà Novecento venne inoltre sovrapposta una copertura per poter consentire l'accesso alla campana dei caduti, che ai tempi era posta sul torrione Malipiero. Ciò è visibile meglio grazie ai restauri recentemente condotti. Altri link di approfondimento: https://web.archive.org/web/20110926063836/http://www.icastelli.it/castle-1246893417-castello_di_rovereto_o_castel_veneto-it.php, https://www.youtube.com/watch?v=1WIFxaegKDE e https://www.youtube.com/watch?v=b2UVvfazWeM (entrambi i video di Museo della Guerra Rovereto), https://www.youtube.com/watch?v=0hy4l1S1DTM (video de Il magico mondo di Himegami), https://www.youtube.com/watch?v=G357No01ZGk (video di FerdinandoGonzaga)Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Castello_di_Rovereto, https://www.visittrentino.info/it/guida/da-vedere/castelli/castello-di-rovereto_md_2629, http://www.castellideltrentino.it/Siti/Castello-di-Rovereto
Foto: la prima è presa da https://www.cultura.trentino.it/Luoghi/Tutti-i-luoghi-della-cultura/Castelli/Castello-di-Rovereto, la seconda è una cartolina della mia collezione. La terza, infine, è presa da https://www.emozioniinviaggio.net/tag/castello-rovereto-museo-storico-italiano-della-guerra
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