sabato 10 ottobre 2020

Il castello di sabato 10 ottobre



ORVIETO (TR) - Castello di Corbara

Nominato sin dal 1115 nel Codice diplomatico della città di Orvieto, fu feudo dei Bovacciani, parenti dei Vico. Agli inizi del 1200 Andrea di Montemarte, imprigionato dai tuderti, fu costretto a cedere il castello di MonteMarte, che era situato alla fine della gola del Forello sulla riva destra del Tevere, in una posizione strategica da dove si vedono le città di Orvieto e Todi (i ruderi del castello sono visibili dalla strada SS Baschi – Todi). I conti di Montemarte si ritirarono nel castello di Titignano e di Corbara (nel 1207 Pietro, prefetto di Vico, lo consegnò loro in custodia), estesero i loro possedimenti verso la città di Orvieto e parteciparono attivamente alla vita politica orvietana. La presenza dei Montemarte è testimoniata da varie opere, sulle quali è apposto lo stemma araldico della famiglia. Nel 1246 Pietruccio di Montemarte era ancora obbligato a difenderlo. Il paese di Corbara è legato strettamente alle vicende dei Montemarte, i quali parteciparono attivamente alla vita politica orvietana. Nel catasto del contado del 1292, viene censito come Castrum Corbara, nel piviere di Santa Maria de Stiolo, che coincide per buona parte con l’attuale territorio fino alla confluenza del fiume Paglia con il Tevere. Nel 1321 gli orvietani mossero guerra contro Corbara: qui si scontrarono con i tuderti guidati da Ranieri di Baschi e furono sconfitti. Nel 1323 Leonello di Corbara e Napoluccio di Pietro Monaldeschi del Cane, al comando di un reparto di cavalleria, furono inviati in aiuto dei perugini contro le truppe ghibelline spoletine; dopo qualche giorno furono raggiunti da Giovanni da Varano, podestà di San Ginesio. La partecipazione alla vita politica ed amministrativa della città, i numerosi atti bellici dell’epoca furono documentati da Francesco di Montemarte, che fu autore di una Cronaca degli avvenimenti di Orvieto dall’ anno 1333 all’ anno 1400, pubblicata dal marchese Filippo Antonio Gualtiero nel 1846. Giacché i Montemarte erano fedeli allo Stato della Chiesa, la loro tenuta subì numerosi assedi e devastazioni nel corso del XIV e XV secolo, ad opera di armate perugine e tuderti. Nel 1340 Petruccio Montemarte era podestà di Narni: aveva sposato Oddolina Monaldeschi del Cane e in Orvieto capitanava la fazione Malcorina (Cane), contro i Beffati (Vipera). Nel 1387 i Baschi, ghibellini, attaccarono Corbara, uccidendo donne e bambini e rubando masserizie. I Montemarte, guelfi, dopo qualche giorno, sferrarono per rappresaglia un violento attacco contro Baschi, mettendola a ferro e a fuoco. Per sedare queste faide venne inviato Boldrino Paneri da Panicale, comandante generale delle truppe pontificie. Alla morte del conte Ugolino I nel 1388 il castello fu messo da Urbano VI sotto la giurisdizione del conte di Campagna. I conti di Corbara ricoprirono anche a Foligno alcune cariche pubbliche: Leonello di Farulfo, podestà nei primi sei mesi del 1326; Pietro II di Pietro I di Farulfo, podestà nel 1336; Ugolino I di Petruccio, podestà nel 1350, generale delle truppe pontificie, divenne governatore di Perugia, Orvieto e Gubbio. Nel 1360 il possedimento era diviso tra Ugolino I e Francesco, figli di Petruccio, che servirono gloriosamente e fedelmente la Chiesa, così come fecero i figli di Francesco. Il 28 gennaio 1376 il Comune di Firenze indirizzò una missiva a Ugolino I e Francesco di Montemarte e ai rappresentanti dei vari rami dei Monaldeschi: Bernardo I (Bernardo della Sala), Corrado I della Cervara, Petruccio di Pepo del Cane e Bonconte II di Ugolino della Vipera, esortandoli a conciliarsi con tutti gli altri nobili della città onde far terminare gli odi, le stragi e i pericoli. Il castello nel 1392, dopo aver subito ingenti danni da un attacco dei bretoni, che avevano da poco conquistato Bolsena, passò ai Monaldeschi della Vipera. Nel 1405 apparteneva a Francesco e ai suoi figli: Ranuccio I, Rodolfo, Ugolino II e Carlo, i quali ebbero anche la giurisdizione sul castello di Salci. Francesco di Corbara nel 1398 aveva ricevuto da Bonifacio IX anche il possesso del castello di Monteleone d’Orvieto al prezzo di un falcone annuo che doveva essere pagato nel giorno di San Pietro. Nel 1421 Pietropaolo Montemarte dei conti di Corbara fu nominato governatore di Narni per conto di Braccio Fortebraccio. Il castello, a metà del ‘500, ospitò anche Marco Antonio Maltempi, uomo d’armi e scrittore perugino. Nel 1552 il conte Girolamo della Corbara, colonnello di milizie papali, fu inviato alla volta di Siena per combattere la ribellione della città insieme a Sforza Monaldeschi della Cervara. Nel 1550 Atalanta Montemarte di Corbara, vedova di Giovanni Celsi di Nepi, citò in giudizio i parenti del marito per questioni ereditarie. Il 28 gennaio 1647 il cavaliere Francesco Ettore Montemarte, conte di Corbara, fu nominato consigliere a Foligno. Nel ‘600 il feudo passò ai Giustiniani quando Andrea, principe di Bassano e governatore di Castel Sant’Angelo, acquistò il feudo di Corbara ottenendo il titolo ducale per Breve pontificio il 22 novembre 1644. Andrea Giustiniani sposò nel 1640 donna Maria Flaminia Pamphili, figlia di Pamphilio Pamphili e di Olimpia Maidalchini per cui il castello passò al figlio Carlo Benedetto Giustiniani e alla moglie Caterina Gonzaga. Il castello nel 1816 apparteneva al principe Andrea Vincenzo Giustiniani, quarto figlio di Benedetto e di Cecilia de Mahony, ricca ereditiera inglese, e nipote di Girolamo Vincenzo, duca di Corbara. Andrea Vincenzo nel 1789 aveva sposato a Napoli Nicoletta Grillo di Mondragone dalla quale ebbe un’unica figlia Cecilia che sposò nel 1815 Cado Bandini. Cecilia Giustiniani nel 1858 venne riconosciuta come contessa di Newburgh, viscontessa di Kynnaird e baronessa di Levingston. Con la morte di Leonardo Giustiniani duca di Corbara, il castello fu ereditato nel 1857 da Pantaleone di Saverio Recanelli che morì a Genova il 17 febbraio 1867 lasciando al figlio Alessandro tutte le proprietà. Alla fine dell’Ottocento la Tenuta di Corbara divenne proprietà della Banca Romana che nel 1889/90 riportò alla luce in opus reticolatum il porto romano di Pagliano, posto sulla confluenza del Tevere e del Paglia. Tale sito archeologico assunse grande importanza storica nel quadro delle relazioni commerciali e economiche fra Roma e le zone dell’immediato retroterra e, grazie ai costanti interventi di ricerca, protezione, restauro delle strutture è oggi agibile e visitabile. Nel 1997 la proprietà è stata acquistata dalla famiglia Patrizi che ha fatto del Castello di Corbara una eccellente Azienda Agricola finalizzata alla valorizzazione della produzione vitivinicola producendo vini di eccellente qualità. (http://www.castellodicorbara.it/ - https://www.youtube.com/watch?v=CAzJVSIi_gc video di Castello Corbara). Il complesso fortificato, circondato da querce secolari, risulta ben conservato e si specchia sul lago omonimo creato nel 1958 con uno sbarramento sul Tevere. Ha forma rettangolare con torre circolare nello spigolo nord che unisce il sistema murario a forma di “C“. Nel suo interno ospita un cortile con colonnato al piano terra e un loggiato con archi al piano superiore.

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Corbara_(Orvieto), https://www.iluoghidelsilenzio.it/castello-di-corbara-orvieto-tr/, http://www.umbriatastes.eu/dettaglio/-/d/castello-di-corbara, http://www.corbaraonline.com/index.php/blog/20-il-castello-di-corbara

Foto: la prima è presa da https://www.iluoghidelsilenzio.it/castello-di-corbara-orvieto-tr/, la seconda è presa da http://www.corbaraonline.com/index.php/blog/20-il-castello-di-corbara

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