giovedì 8 ottobre 2020

Il castello di giovedì 8 ottobre



PESCHICI (FG) - Castello 

Nel 1154, durante la dominazione normanna Peschici risulta essere dipendente dalla contea di Lesina. Sono moltissimi i documenti che lo confermano tra cui un rogito del conte Goffredo de Ollia di Lesina e il datario della regina Giovanna (figlia di Enrico II d'Inghilterra, futura sposa di Guglielmo II). Il nome stesso di Peschici è probabilmente di origine slava, infatti la radice slava "pès" (o "pèsc") si riferisce alla sabbia, i toponimi slavo pjèskusa e russo pèski indicano suolo sabbioso. Nel 1177 fu sotto il feudo di Monte Sant'Angelo, donato da Guglielmo II detto il Buono alla moglie Giovanna d'Inghilterra. Sotto il dominio degli Svevi, Peschici passò momenti drammatici nella contesa tra impero e papato. Un cronista del tempo ci riferisce che nel settembre 1239, 25 galee veneziane mandate da Papa Gregorio IX contro lo scomunicato Federico II, “prendono e prostrano Bestice (Peschici) e Bestie (Vieste)”. Federico II, tuttavia, fece ricostruire le fortificazioni dei due centri. Sotto la dinastia Angioina, Peschici fu tra i pochi paesi fedeli a re Carlo, al tempo della venuta di Corradino di Svevia (1267). Nel 1274 prese parte con Bari, Monopoli, Trani, Vieste e Ortona nella flotta pugliese all'assedio di Almissa, città della costa Dalmata. Nel 1401 il feudo passò a re Ladislao di Durazzo. Durante il dominio aragonese, i garganici appoggiarono (1458) i baroni contro il nuovo re Alfonso, che nel 1462 occupò il Gargano affidandolo a Giorgio Castriota Scanderbeg, alleato del sovrano spagnolo. Sullo sfondo di questo scenario fu sempre presente Venezia, la città marinara che controllava tutti i traffici verso l'Oriente e le coste dell'Adriatico: tra il 1469 e il 1586 Peschici compare in 23 carte e portolani, gran parte dei quali redatte da geografi della Serenissima. Dopo la guerra franco-spagnola per il possesso del regno di Napoli, ma soprattutto dopo le ennesime scorrerie dei turchi, di cui abbiamo testimonianze in un manoscritto di Timoteo Mainardi (Ragioni del Monastero di S. Maria delle Tremiti, 1592), si ricorda nel 1554 la strage di Vieste, in cui ci furono migliaia di vittime, e nel 1567 l'assedio di Tremiti, fu decisa la costruzione di dieci torri lungo le coste della Capitanata. Cinque anni dopo il numero delle torri salì a 21 e tra esse ci sono quella di Monte Pucci, quella detta dei doganieri a San Menaio e quella di Calalunga, che poi fu diroccata nel 1570. Il terremoto del Gargano del 1646, l'epidemia di peste del 1656, le frequenti siccità nonché una delle ricorrenti invasioni di cavallette (1663) fecero però tante vittime da decimare sensibilmente la popolazione. Il castello si trova sullo sperone roccioso più alto, verso il mare, costruito nel 970 d.C. Edificato dai normanni tra il X e XI secolo per proteggere le terre garganiche dalle incursioni di Saraceni, Slavi e pirati, inizialmente appartenne ai monaci dell’abbazia delle Tremiti. Ha una pianta rettangolare irregolare. Al tempo di papa Gregorio IX il castello fu distrutto dalle truppe di Venezia e fu ricostruito nel XIII secolo da Federico II di Svevia, per proteggere la costa dalle invasioni Turche del XVI secolo. Durante il regno di Federico II, il castello venne arricchito con l’edificazione della splendida torre, chiamata “Rocca Imperiale”. Successivamente, nel periodo del viceregno spagnolo, esso venne ulteriormente rinforzato, dandogli così un aspetto più minaccioso e maestoso nei confronti dei Turchi, i quali effettuavano spesso delle incursioni in queste terre. A seguito di tale incursioni, venne edificata una recinzione protettiva chiamata “recinto baronale”. Ulteriori arrangiamenti furono poi realizzati nel 1735 per volere del Principe di Ischitella Francesco Emanuele Pinto, che modificò i piani superiori e gli ambienti di rappresentanza. Il castello è stato restaurato ed è visitabile, periodica sede di mostre culturali. Al suo interno, inoltre, è anche presente il Museo delle Torture, un’esposizione di attrezzi utilizzati dai regimi totalitari per punire eventuali infrazioni o reati. Ad onor del vero, dell’antico fortilizio resta soltanto il piano inferiore, dove si pensa ci fossero i depositi di armi e di cibo e le prigioni. Altri link consigliati: scheda di Luigi Bressan su https://www.mondimedievali.net/Castelli/Puglia/foggia/peschici.htm, http://www.storienogastronomiche.it/museo-delle-torture-nel-castello-peschici-fg-memoria-etica/, https://www.youtube.com/watch?v=Yjhi7DPvYOs (video di fioridicartamagazine)

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Peschici, https://www.e-borghi.com/it/sc/foggia-peschici/2-castelli-chiese-monumenti-musei/1587/castello-di-peschici.html, https://www.icastelli.it/it/puglia/foggia/peschici/castello-di-peschici, https://www.puglia.com/castello-peschici/

Foto: la prima è presa da https://www.lavocedimaruggio.it/wp/fortezze-e-castelli-di-puglia-il-castello-di-peschici.html, la seconda è del mio amico Claudio Vagaggini su https://www.facebook.com/CastelliRoccheFortificazioniItalia/photos/a.10157886780555345/10155664689405345

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