giovedì 1 ottobre 2020

Il castello di mercoledì 30 settembre


PRASCO (AL) - Castello Gallesio-Piuma

Dal 1240 in poi ebbe inizio l'epoca dei feudatari e dei Conti di Prasco e, dallo stesso anno, le notizie relative alla storia di questo feudo e del suo castello assumono invece carattere di organicità sufficientemente attendibile e documentata ricavabile da documenti originali in gran parte inediti che sono conservati nell'archivio Gallesio-Piuma. Le prime menzioni di Prasco e del suo castello risalgono al periodo aleramico. Il processo di frazionamento dell'antico dominio imperiale aveva assegnato la proprietà della villa e del castello di Prasco ai Marchesi di Occimiano. Verso la fine del XII secolo (il 4 luglio 1198) i Marchesi di Occimiano effettuarono la concessione di ogni loro pertinenza ai Marchesi Del Bosco della linea aleramica discendente da Anselmo del ramo savonese: si trattava di tutti quei beni "allodiali", che cioè formavano oggetto di proprietà privata franca da ogni genere e da ogni servitù feudale, di cui avevano legittimo e totale potere di disporre e che comprendevano appunto la villa e il castello di Prasco. Nel 1240 Federico Malaspina, del ramo dei marchesi di Villafranca, divenne il primo feudatario di Prasco in seguito all'avvenuto suo matrimonio con Agnese, unica figlia del marchese Guglielmo Del Bosco, la quale aveva ereditato dal padre il feudo di Cremolino e la metà di altri 12 feudi tra i quali quello di Prasco. Federico deve pertanto essere considerato il capostipite del ramo dei Malaspina di Cremolino, che furono feudatari di Prasco per un periodo durato 214 anni. Nel 1454 il feudo passò ai De Regibus, nobile famiglia originaria di Vercelli aggregata all'albergo Doria di Genova. Questa casata pervenne al dominio feudale per ragioni dotali, in quanto Sofrone De Regibus contrasse matrimonio con Battistina Malaspina alla quale era stato assegnato il feudo di Prasco in pagamento di dote. I De Regibus mantennero l'investitura e furono feudatari di Prasco per un periodo durato 185 anni. Nel 1639 il feudo di Prasco divenne proprietà degli Spinola: la potente famiglia genovese ottenne in quell'anno la titolarità dei beni patrimoniali di pertinenza feudale in estinzione e risarcimento di un ingente debito non onorato, contratto nei suoi confronti dai feudatari di Prasco. Ancora una volta la penetrazione territoriale dei facoltosi patrizi genovesi avveniva cioè attraverso operazioni di carattere finanziario. Il 17 marzo 1639 Giacinto, I° feudatario di Prasco della famiglia Spinola, ricevette l'investitura ufficiale "ad formam et tenorem investiturarum precedentium" gli Spinola si dedicarono molto attivamente all'esercizio di una immediata e diretta giurisdizione delle terre controllate esplicando a pieno titolo i loro poteri di feudatari e realizzarono una rilevante espansione territoriale dei loro possedimenti nel circondario di Prasco. L'ultimo feudatario Spinola di Prasco fu Roberto Giovanni Battista, il quale, dopo aver ottenuto dal Re Vittorio Amedeo di Savoia la facoltà di alienare il feudo opto per la scelta religiosa e divenne novizio nella Congregazione dei padri Somaschi. Il feudo di Prasco fu quindi acquistato dal medico Ferdinando Piuma, già Signore di Roccaverano, e, il 10 maggio 1775, il nuovo proprietario ricevette, da parte del Re Vittorio Amedeo, la regolare infeudazione con titolo e dignità comitale in infinito per lui e per i suoi discendenti maschi. Nel 1828 la contessina Pellina, unica figlia del conte Ferdinando Piuma di Prasco, sposò Giovanni Battista, unico figlio del conte Giorgio Gallesio di Finalborgo. Questo illustre personaggio, che in seguito alle nozze del figlio iniziò a frequentare il castello di Prasco, acquisì - e ne gode tuttora - grande notorietà in campo botanico in seguito alla pubblicazione di trattati, di importanza scientifica rilevante, sulla biologia e sulla genetica vegetale: fu autore, tra l'altro, della nota "Pomona italiana", monumentale opera pomologica corredata da splendide iconografie, il cui grande valore scientifico e artistico viene tutt'ora universalmente riconosciuto. In seguito al matrimonio di Giovanni Battista e Pellina i consuoceri Giorgio Gallesio e Ferdinando Piuma chiesero ed ottennero, con regia patente promulgata il 30 novembre 1847 dal Re Carlo Alberto, l'autorizzazione a sanzionare l'unione araldica dei due nobili casati: i loro nipoti poterono cioè aggiungere al cognome di famiglia quello del proprio avo materno. I discendenti, fino agli eredi attuali proprietari del castello di Prasco, hanno conseguentemente assunto il cognome "Gallesio-Piuma". Il castello dei conti Gallesio-Piuma è un manufatto architettonico risalente al XII secolo, costituito da un corpo a pianta quadrangolare con addossati tre torrioni semicircolari e cimati. La costruzione medievale presenta la tipica muratura strombata in pietra a vista, quella seicentesca è ancora in parte intonacata, la copertura è lignea, con manto in coppi. Ne furono signori, tra gli altri, i Malaspina, i De Regibus, gli Spinola e infine i Piuma. Nella prima metà dell’Ottocento il conte Ferdinando Piuma avviò il restauro ed il rifacimento della parte dell’edificio destinata ad uso abitativo padronale, conservando le strutture sobrie e le linee architettoniche originarie dell’edificio, alternando agli spazi abitativi quelli più rustici. Il castello si erge su un terrapieno che ingloba tre originali giardini interni alle mura, circondate da un ampio parco. La ricca articolazione dei volumi della struttura complessiva, in cui si inseriscono la foresteria e le sue pertinenze che ne completano l'immagine, rappresenta un esempio di architettura castellana del Monferrato particolarmente interessante. La struttura architettonica e gli interni danno conto degli spazi un tempo riservati ad abitazione del feudatario e di quelli, come la sala d’armi, la sala delle udienze, la loggia della guardia e la prigione, destinati alla funzione pubblica di difesa, di governo e di esercizio della giurisdizione. Questi ambienti sono dotati di autonomi accessi costituiti da un portone esterno con affaccio sulla piazza della Chiesa e da una autonoma scala. Nella sala d'armi del Castello è allestito un piccolo, ma interessante museo di cultura materiale che raccoglie antichi oggetti d'uso in parte recepiti ed in parte messi a disposizione da amici intelligenti. Scopo del museo è quello di documentare antiche metodologie, soprattutto concernenti la produzione vinicola e l'apicoltura. Nel parco che circonda il castello esiste anche una splendida neviera di epoca seicentesca che costituisce oggetto di ammirazione sia dal punto di vista architettonico sia per l'ottimo stato di conservazione. Questo frigorifero naturale o “ghiacciaia”, secondo la terminologia attuale, è situato in un ripido pendio che fiancheggia la strada per Prasco-stazione ed è protetta dalla fitta vegetazione del parco che lo mantiene costantemente ombreggiato. Il castello di Prasco ha aderito al progetto “Castelli Aperti” del Basso Piemonte ed è visitabile la prima e la terza domenica di ogni mese nel periodo estivo. Il maniero, oltre che dimora dei proprietari è sede del centro per la promozione degli studi su Giorgio Gallesio, associazione culturale senza fini lucrativi che ha ormai ampiamente collaudato la sua capacità di promuovere incontri, forum, dibattiti e rapporti producenti con la comunità scientifica più accreditata. Il Centro studi gallesiani si propone di mantenere vivo il ruolo del castello quale punto di riferimento per la promozione culturale nel territorio ed è nato con l'intento di incentivare gli studi sulle opere di Giorgio Gallesio e di mettere in chiara evidenza il significato scientifico, tutt'ora attuale, dei suoi studi sulla genetica ed in particolare sulla Scienza dei frutti. Un'idea sul castello ce la possiamo fare anche grazie a questo video: https://www.skylinetv.it/castello-di-prasco/.

Fonti: http://www.castellipiemontesi.it/pagine/ita/castelli/prasco.lasso, https://it.wikipedia.org/wiki/Prasco, http://www.comune.prasco.al.it/it-it/vivere-il-comune/storia, http://www.comune.prasco.al.it/it-it/vivere-il-comune/cosa-vedere/castello-di-prasco-17675-1-bc094d3f9f4f66c3d6caede21dd6c25b, https://www.piemonteitalia.eu/it/cultura/castelli/castello-di-prasco, https://castlesintheworld.wordpress.com/2015/03/11/castello-di-prasco/

Foto: sono entrambe prese da https://castlesintheworld.wordpress.com/2015/03/11/castello-di-prasco/

Nessun commento: