venerdì 30 ottobre 2020

Il castello di venerdì 30 ottobre



BAJARDO (IM) - Castello

Il re longobardo Rotari occupò il territorio nel 643, così come fece ancora Carlo Magno re dei Franchi nella seconda metà dell'VIII secolo. Con la dissoluzione dell'impero carolingio tutta questa zona fu inserita nella Marca Arduinica - istituita dal re Berengario II d'Italia nel 950 - e sotto la giurisdizione del Comitato di Ventimiglia. Tra i secoli IX e X subì il ripetuto saccheggio da parte dei saraceni. Sottoposto al controllo dei conti di Ventimiglia, Bajardo e il borgo di Pigna conobbero un primo attacco militare delle truppe di Genova nel 1130. Il conte Oberto inviò sul territorio due squadre di armati che dovettero ben presto arrendersi: nello stesso anno, in una Bajardo occupata dai Genovesi, gli abitanti furono costretti a giurare fedeltà al comune e alla chiesa genovese. Tuttavia, di lì a poco, Genova restituì il territorio feudale al conte ventimigliese dietro pesanti condizioni. Con l'alleanza tra i conti di Ventimiglia e la Repubblica di Pisa nel 1170, in funzione antigenovese, il territorio dell'entroterra vide la frequentazione dei marinai pisani allo scopo di rifornirsi del legname per le imbarcazioni. Intorno alla metà del XIII secolo Veirana - figlia di Oberto, conte di Ventimiglia e Badalucco - si sposò con Pagano di Ceva, al quale, dopo la morte del padre, passò la quota ereditaria della moglie - metà della contea di Badalucco in condominio con il fratello Bonifacio di Ventimiglia - ovvero su vari paesi dell'entroterra, tra i quali pure Bajardo, che divenne così un possesso del Marchesato di Ceva. Le sempre più forti pressioni dei Genovesi indussero ben presto Pagano e sua moglie a cedere i loro possedimenti nell'estremo ponente al governo della Repubblica di Genova, che li acquistò ufficialmente con annessi i relativi diritti e prebende tramite un atto stilato a Genova il 24 novembre 1259 alla presenza del capitano del popolo Guglielmo Boccanegra al prezzo complessivo di 2.300 lire genovesi. Da quel momento Bajardo avrebbe seguito le sorti politiche della repubblica sotto la giurisdizione della podesteria di Triora. Nel 1282 la comunità baiardese inviò numerosi alberi per la costruzione di 50 galee nei cantieri navali genovesi e nei secoli uomini della comunità parteciparono alle attività, pure belliche, della Superba. Per un breve periodo, nel corso del 1625, Bajardo fu occupata dalle truppe sabaude di Carlo Emanuele I che furono poi scacciate dai soldati di Sanremo, quest'ultimi alleati dei Genovesi. Caduta la repubblica genovese sul finire del XVIII secolo, nel 1797 la municipalità di Bajardo fu inserita nel cantone di Castelfranco della giurisdizione delle Palme (con capoluogo Sanremo) nella Repubblica Ligure; nel 1803 venne aggregato nel cantone sanremese della giurisdizione degli Ulivi (Oneglia capoluogo). Con il passaggio nel Primo Impero francese, dal 1805 al 1814 fu inserito nel cantone di Perinaldo del Dipartimento delle Alpi Marittime. Il congresso di Vienna del 1814 decretò il passaggio del territorio ligure nel Regno di Sardegna: Bajardo fu compreso nel mandamento di Ceriana della provincia di Sanremo. Il 23 febbraio 1887 il sisma che colpì il ponente ligure provocò la semi distruzione del paese vecchio e il crollo del tetto della chiesa parrocchiale di San Nicolò per un totale stimato di 220 vittime. Tra i ruderi - recentemente recuperati e messi in sicurezza - si possono scorgere le vestigia dell'antico castello medioevale, delle colonne del tempio romano e una stele celtica. Nel giorno di Pentecoste, a memoria delle proprie origini celtiche, nel borgo di Bajardo si tiene ogni anno la “Festa della Ra Barca”, unica cerimonia non religiosa della provincia di Imperia. I giovani del paese, con la sola forza delle braccia, erigono un pino, abbattuto la notte precedente e portato in nel centro del borgo. Il fusto del sempreverde simboleggia l'albero maestro d'una nave. Terminato l'innalzamento viene intonato un antico, malinconico canto, che rievoca una tragica storia d'amore. Una settimana dopo la domenica di Pentecoste, il pino viene battuto all'asta come simbolo di fortuna e felicità. Questa rievocazione ha origini in un episodio risalente al periodo delle repubbliche marinare. La storia vuole che il Conte Rubino, signore del paese, avesse fiorenti scambi di legname del Toraggio e del Bignone con la Repubblica di Pisa. Tre dignitari pisani, arrivati a Bajardo per verificare le qualità del legname, si innamorarono delle altrettante figlie del Conte. Iniziarono le frequentazioni fra i sei che culminarono con l'allontanamento furtivo di Angelina, la più giovane, dalla casa paterna per incontrare nottetempo, in quello che ancor oggi è noto come il “Viale degli Innamorati”, il giovane amato che sarebbe salpato la mattina successiva per Pisa. I due decisero allora di fuggire ed appostarsi nella rada sanremese, dove le navi pisane stavano per salpare. Appresa la notizia, il conte Rubino li inseguì e dopo averli raggiunti al Pian Chissora sul passo Ghimbegna, decapitò la figlia con la sua spada. Gli abitanti di Bajardo allora raccolsero il corpo della giovane, lo avvolsero in un manto bianco e lo trasportarono fin sul piazzale del castello. Altri link consigliati: https://www.youtube.com/watch?v=DNeoa_MpGRY (video di zenazone), https://www.youtube.com/watch?v=Ovn94XZWiro (video di Riccardo Piazzalunga), http://www.catalogo.beniculturali.it/sigecSSU_FE/dettaglioScheda.action?[Soprintendenza%20per%20i%20Beni%20Architettonici%20e%20Paesaggistici%20della%20Liguria]&{Soprintendenza%20per%20i%20Beni%20Architettonici%20e%20Paesaggistici%20della%20Liguria=statoDove1=07&statoChi1=s20&}&keycode=ICCD13476079&valoreRicerca=&titoloScheda=castello&stringBeneCategoria=&selezioneSchede=&contenitore=&flagFisicoGiuridico=0

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Bajardo, scheda di Stefano Favero suhttps://www.mondimedievali.net/Castelli/Liguria/imperia/bajardo.htm, 

Foto: la prima è presa da https://www.bellitaliainbici.it/baiardo.htm, la seconda è di Pietro Buonsignore su https://www.liguriadiconfine.it/bajardo-im/

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