RIANO (RM) – Castello Cesi-Ruspoli
Nel primo documento storico che riguarda il castello di Riano,
risalente al 1151, si afferma che esso apparteneva a Guido Bobones, figlio di
Leone, discendente da una famiglia antenata dei Borboni e degli Orsini. Non vi
sono notizie di chi lo abbia fatto costruire. Il 7 aprile 1159, la famiglia
Roncioni, nelle persone di Giovanni e Berardo, trasferì il proprio possesso a
papa Adriano IV, che lo cedette ai monaci benedettini di San Paolo fuori le
mura. La Bolla di Innocenzo III (1203) e quella di Onorio III (1218) confermano
che una parte di Riano era ancora di proprietà della Chiesa. Il 9 novembre 1259
i monaci acquistarono dalla famiglia Venozzi e Pezzati anche l’altra parte del
territorio rianese. Il nuovo possesso fu motivo di contesa poiché il principe
Stefano Colonna, signore di Castelnuovo di Porto, non riuscendo a
definire pacificamente i confini tra le sue terre e quelle di Riano, tra il
1316 e il 1338 assediò il castello e lo espugnò, distruggendolo in buona parte e
saccheggiandolo. I monaci si rivolsero alla Curia e al re di Napoli, Roberto,
per la restituzione, che ottennero nel 1369, grazie all'intervento di Carlo IV,
imperatore di Germania; successivamente il castello fu oggetto di contesa fra
gli stessi monaci e il Capitolo Vaticano; nel 1435 papa Eugenio IV lo assegnò
ai monaci e ciò fu confermato anche dal suo successore, Paolo IV. La discordia
tra i Colonna e i benedettini di San Paolo si concluse dopo 179 anni, cioè
quando nel 1491 si riuscirono a definire i confini del territorio di Riano. Nel
1500 il Monastero riedificò il Castello inglobandovi la superstite torre di
pianta rettangolare, dove chiaramente si legge la struttura medioevale, e
riedificò le case circostanti. Forse a quest’epoca risale la planimetria
attuale del castello, che si presenta a base quadrata con tre torri angolari
circolari, oltre a quella preesistente. I monaci, non trovandosi in buone
condizioni finanziarie, nel 1521 cedettero prima i diritti e i redditi del
borgo e del castello al principe macedone Costantino Comneno e poi, dal 1527, appartenne
alla famiglia Caddi che ne fu proprietaria per 33 anni. Da questa fase storica ebbe
inizio un nuovo periodo per il castello di Riano, in quanto tutti i proprietari
vi lasciarono qualche traccia. Il 22 dicembre 1570 ne acquistò una parte il
cardinale Pier Donato Cesi e un mese dopo un'altra parte del feudo fu comprata
dal prelato Grazio Massimo. L'8 maggio del 1572 i monaci cedettero alla
famiglia Cesi tutti i diritti sul territorio di Riano, che li mantenne per 140
anni. Durante il loro possesso, avvenne la trasformazione del castello con l’aggiunta
di finestre rinascimentali aperte lungo le murature perimetrali, mentre due salette
interne vennero decorate con grottesche e paesaggi degli Zuccari e altri
interessantissimi elementi. Nel 1710 i Cesi cedettero il feudo a don Francesco
Maria Ruspoli, che lo tenne per oltre un secolo, eseguendovi alcune opere quali
la fonte di acqua fresca, il muraglione di cinta e l'allargamento della porta
di accesso al castello. La famiglia Ruspoli lo vendette nel 1819 alla famiglia
Boncompagni Ludovisi, principi di Piombino, che conservarono il feudo fino a
quando il principe Chiesa di San Giorgio don Francesco non ne cedette una parte
all'Ente Maremma, che fu venduta a lotti privati e lo stesso nel 1935 donò il castello
al Comune di Riano. Si entra nel maniero per un portone prospiciente la piazza,
mentre una scala, con gradini di mattoni murati a coltello, porta ai piani
superiori. Al primo piano c'è una sala centrale con grandi finestre mentre su
una parete si aprono varchi che portano ad altre camere per alloggiare. Al
piano terreno vi è la cappella per le funzioni religiose; seguono le scuderie,
altri ambienti per dispense e magazzini e la cisterna per raccogliere l'acqua
piovana discendente dai tetti. Ai piedi della torre che si trova a destra della
piazza, una camera con finestra protetta da una robusta inferriata serviva da
prigione. Attorno al castello, sul lato nord, un alto muraglione, con sopra uno
sterrato, dove si schierava la milizia per la difesa, restaurato dal Genio
Civile nel 1958. Attualmente il castello è sede degli uffici comunali.
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