lunedì 4 giugno 2012

Il castello di lunedì 4 maggio




SANT'ARCANGELO TRIMONTE (BN) - Castello Baronale

Si trova al centro del paese, di fronte alla chiesa di S. Maria Maggiore, ubicato tra via Sotto Castello e via Giardino. Detto anche "di Montemalo", venne edificato a guardia delle basse valli dei fiumi Ufita e Miscano nella loro confluenza col fiume Calore, naturali vie d'accesso dalle Puglie alle fertili valli Telesina e Caudina verso il napoletano. Le origini del primitivo borgo sarebbero da ascrivere ad alcuni coloni dalmati che, nel 640, sbarcati a Siponto in cerca di terre, si stabilirono nel tenimento dell’odierno paese di Sant’Arcangelo Trimonte. Appartenne nel XII secolo ai Santanarosa e, più tardi, ai Caracciolo. Fu poi concessa in feudo ai Tomacello, che ne furono privati per aver partecipato alla "congiura dei baroni", cospirazione intrapresa dai feudatari del Meridione allo scopo di cacciare gli Aragonesi dal regno di Napoli. Successivamente passò nelle mani di vari signori: i Guevara, gli Spinelli, gli Chantelmy, i Sanseverino e i Coscia. Di origine longobarda, il castello dovette essere imponente, a giudicare dalle dimensioni di base dell'unica torre rimasta. L'edificio, ricordato più volte nelle cronache di varie epoche per l'estensione delle sue secrete, fu abitato per un periodo dalla famiglia Moccia, investita del feudo col titolo di "Marchesi di Montemalo", titolo tuttora detenuto dagli eredi del casato non più residenti nel luogo. Dell'edificio originario si conservano la torre di nord-est, una cisterna dell'acqua, parti di mura sia sul lato ovest che sul lato est e la scalinata di accesso. Quest'ultima, in pietra e recentemente restaurata (in malo modo, però, visto che vennero utilizzate pietre che non sembrano conformi alle originali), presenta sul lato destro una splendida statua di leone, superstite della coppia che era stata posta originariamente a guardia dell'accesso al castello. Secondo alcuni è di fattura romana, mentre per altri è sannita. Il leone originariamente si trovava sul lato sinistro della scala, ora è stato posto a destra per ricavare l'angolo da dedicare alla Statua bronzea di San Pio da Pietrelcina. Il castello venne completamente rifatto intorno alla seconda metà del XVI secolo con le caratteristiche dell’architettura aragonese. I tratti delle cortine murarie ancora esistenti presentano un paramento in parametro informe, misto a tufelli e laterizi, con una cornice torica che separa il basamento lievemente scarpato dal tratto superiore rettilineo. Molti ambienti del castello sono stati modificati in seguito alla sua acquisizione da parte di privati che ne hanno adattato ad abitazione molti settori. Altri elementi "castellani" sono stati inglobati nelle numerose abitazioni private sorte sul suo sito in seguito alla vendita operata dall'ultimo feudatario-proprietario il duca Coscia di Paduli. La struttura dell'edificio è in rovina, anche se vi è un progetto di recupero municipale per trasformarlo in centro sociale. Bella è la finestra con archi, come pure il portale in pietra.

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