VOLTA MANTOVANA (MN) – Castello Gonzaga
Sorto prima dell’anno Mille a protezione delle attività
economiche e degli abitanti della zona, fu incluso nel sistema difensivo degli
stati canossiani come uno dei caposaldi a difesa dei confini settentrionali. E'
dell'XI secolo (1053 e 1073) la donazione del Castello, della corte, del
territorio di Volta e del borgo di Cereta da parte di Beatrice e Matilde di Canossa
al Vescovo e ai Canonici della Cattedrale di Mantova che ne mantennero il
possesso per moltissimi anni. Alla morte della Gran Contessa nel 1115, il
comune di Mantova assunse il potere e la gestione politica del territorio
mantovano. Costretto a subire anche distruzioni e devastazioni in conseguenza
delle lotte interne tra le varie famiglie nobili mantovane, Volta rimase
comunque sotto il dominio della signoria dei Bonacolsi e poi dei Gonzaga, come
parte integrante dello stato mantovano; unica eccezione è costituita dalla
cessione, per brevissimo tempo, al dominio veneto, assieme ad altri castelli,
come pegno per un prestito concesso ai Gonzaga. Questi procedettero varie volte
alla riorganizzazione del centro fortificato, risistemando le mura e le torri e
organizzando la difesa del territorio. Formato da una cinta muraria attorno cui
correva un fossato, il castello comprendeva, oltre alla chiesa e ad un piccolo
borgo, una fortezza più interna stretta attorno al mastio e ad un'altra torre
posta a sud. Fortificate sono anche le porte d'ingresso, in particolare la
"porta mantovana" sulla quale si staglia un arco gotico di una certa
eleganza. Nel corso del XV secolo, Ludovico Gonzaga fece erigere all’interno
delle mura un palazzo di campagna che, all’inizio del secolo successivo, venne
ceduto a Ludovico Guerrieri, il vicario che amministrava il territorio di Volta
Mantovana per conto della dinastia mantovana; i discendenti del vicario
restarono proprietari del palazzo per oltre tre secoli (fino alla metà del 1800)
e, in questo lunghissimo arco di tempo, alterarono a più riprese l’originario
assetto dell’edificio. Il favoloso parco, modello esemplare di giardino
all’italiana, fu elaborato a partire dal XVI secolo, attraverso la scenografica
sistemazione “a terrazze” del fossato che in origine circondava il castello;
sul piazzale antistante si affacciano invece le antiche scuderie, nel lato
settentrionale. Oltre all'ampio portico vi erano le stalle per i cavalli, il fienile,
il granaio e le stanze per la servitù. In origine sul lato opposto del piazzale
sorgeva un locale adibito al gioco della palla corda, assai diffuso tra i
nobili dell'epoca. Decaduto nel Settecento a semplice deposito fu trasformato
nella prima metà dell'Ottocento in un teatro. Ora ne sono rimasti pochi ruderi.
La torre campanaria in origine era il mastio della rocca, ossia la torre
principale e meglio difesa dell'intero castello. Vi era poi la Torre
"Granaria", trasformata in acquedotto comunale nel 1922, accanto alla
quale si trovava uno dei due accessi alla rocca. Le torri sono state
recentemente ristrutturate e aperte al pubblico. Il palazzo Gonzaga, tuttora
recintato dai bastioni, è stato adibito a municipio. Altre notizie storiche sul
castello si possono trovare al seguente link:
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