venerdì 1 giugno 2012

Il castello di giovedì 31 maggio




VICOPISANO (PI) - Rocca del Brunelleschi

La rocca del Brunelleschi è una colossale fortezza su quattro livelli edificata nel 1435 a seguito della conquista della cittadina pisana da parte dei fiorentini il 16 luglio 1406. Nel 1138 Vicopisano fu definitivamente sotto la giurisdizione del vescovo di Pisa e in più occasioni fu bersaglio di tentativi di autonomia da parte dei vicaresi, che dovettero però soccombere al potere ecclesiastico e poi militare di Pisa. Inizialmente limitato alla sommità del colle, il castello dovette poi espandersi per inglobare i due borghi sorti ai suoi piedi (Maggiore e Maccioni nella carte tardo medievali) divenendo così sul finire del XIII sec. un insediamento di una certa importanza per Pisa, che a partire dalla fine del XII sec. si sostituì al Vescovo pisano nel controllo del castello, che si trovava così legato a doppio filo alle sorti della Repubblica, entrando nelle contese fra guelfi e ghibellini ma anche nelle dispute territoriali fra Pisa, Lucca e successivamente Firenze. I lucchesi tentarono in più occasioni di conquistare l'importante roccaforte, in particolare sembrava che ci fossero riusciti nel 1323 quando però, messo in fuga l'esercito nemico, furono costretti a ritirarsi per la rabbiosa reazione della popolazione a difesa delle proprie case. Esito diverso ebbe però l'attacco dei fiorentini. La città di Vicopisano, difesa da forti mura e protetta dalle acque del Fiume Serezza e dell'Arno, aveva resistito a nove mesi di assedio nei quali si susseguirono assalti condotti con bombarde, catapulte, torri mobili e arieti. Per poterla bombardare meglio durante tutti quei mesi, i fiorentini avevano fatto giungere via terra una nave e l’avevano calata in Arno. La città alla fine si arrese per fame. I fiorentini entrarono così in possesso di un centro sulle rive dell’Arno molto ambito, dal quale dominavano i commerci fluviali e il vicino ramo della Via Francigena controllando i flussi dei pellegrini, dei mercanti e le prospere campagne intorno alle pendici del Monte Pisano. Oggi il corso dei due fiumi è radicalmente cambiato e non scorrono più nei pressi della cittadina.  La costruzione di una rocca che fosse imprendibile fu pensata per rinforzare il territorio appena conquistato e scoraggiare le mire dei vicini, come ad esempio gli eserciti dei Visconti che da Lucca minacciavano la Toscana. Il governo fiorentino commissionò il progetto della nuova opera difensiva al celebre architetto Filippo Brunelleschi, noto anche come ingegnere militare, la cui proposta risultò subito molto innovativa e convincente, attraverso un modello in creta e legno, presentato alla commissione governativa della quale faceva parte anche il giovane condottiero Francesco Sforza. La perfezione geometrica del tracciato e il gioco delle proporzioni fra le singole parti mettono in primo piano il ruolo della geometria – grande tema dell'arte-scienza del Brunelleschi e della cultura umanistica quattrocentesca – come "arma" di difesa. Per realizzare la nuova fortificazione l'abitato di Vicopisano fu pesantemente modificato: le chiese e i palazzi che si trovavano nell’area della sommità del colle di Vico furono in buona parte abbattuti. La rocca del Brunelleschi incorporò nelle nuove strutture la preesistente Torre di S. Maria (del XII secolo), trasformata nel mastio, con i lati lunghi circa 15 metri e una torre angolare nel punto più alto dell'abitato, alta 31 metri. La tipologia della fortezza è ancora medievale, con alte mura merlate poggiate su archetti con piombatoie per gettare pece greca infiammata e olio bollente sugli assalitori. Ma nel complessso difensivo ci sono anche molte innovazioni come l'abbondante uso di ponti levatoi destinati, quando ritirati, ad isolare le varie parti della fortezza nel caso il nemico fosse riuscito a penetrarvi. Per esempio, prima di accedere al cortile della Rocca, si doveva conquistare l’antiporta munita di Ponte levatoio e di fossato. All'interno, in caso di perdita del cortile, i difensori potevano abbattere la scala poggiata su quattro esili archi che collega il cortile col cammino di ronda delle cortine. Se il nemico fosse riuscito a giungere fin sulle cortine, la difesa si sarebbe attestata nella torre: era possibile isolare la torre dal resto della fortificazione ritirando il ponte levatoio che collega il cammino di ronda con l’unico ingresso della stessa. La torre, munita di propria cisterna e deposito di vettovaglie, poteva ancora resistere a lungo. La soluzione più geniale ideata da Brunelleschi è sicuramente il poderoso muraglione merlato che scende dalla Rocca fino ai piedi del Colle, dove termina con l'alta torre del Soccorso (21 metri) edificata nelle vicinanze dell'Arno, che in quel periodo passava proprio sotto le mura di Vicopisano. Come suggerisce il nome della torre questa opera era destinata a evitare l'isolamento in caso di assedio garantendo l'approvvigionamento di viveri, armi e rinforzi via fiume in caso di assedio. Le barche potevano approdare in una caletta, difesa da fortificazioni oggi scomparse, scaricare uomini e polveri che venivano fatte entrare da uno stretto portello, poi risalivano al secondo piano della torre, per accedere al muraglione e salire alla Rocca. Ma il Brunelleschi aveva pensato a tutto: infatti, se il nemico fosse riuscito a conquistare la Torre del Soccorso e avesse cercato di accedere alla rocca dal muraglione, si sarebbe trovato esposto al tiro d’infilata proveniente dalla Rocca, ma soprattutto avrebbe trovato interrotto il collegamento fra il muraglione e il cammino di ronda delle cortine della Rocca da un'altro ponte levatoio, che apriva un varco di circa tre metri su uno strapiombo di quindici metri. Il destino volle che tutte queste splendide fortificazioni dimostrassero la loro forza proprio contro coloro che ne curarono la costruzione: nel 1495 Pisa e il suo contado si ribellarono ai dominatori fiorentini e gli abitanti di Vicopisano scacciarono questi ultimi dalla città resistendo ai successivi tentativi di riconquista. Ma tre anni dopo la roccaforte tornò in mani fiorentine e vi rimase, seppure fra alterne vicende, sia sotto i Medici che i Lorena. Nei secoli successivi, persa l'importanza bellica, la rocca di Vicopisano fu prima abbandonata e poi proprietà di privati. Oggi è proprietà della famiglia Fehr Walser che dal 1995 ha intrapreso un'importante opera di restauro che ha già dato importanti risultati. La rocca è visitabile a pagamento con guida. Dalla torre, dalla quale un tempo partivano i messaggi di segnalazione per Firenze, si gode un panorama di campi e di colline, in una atmosfera di pace e di serenità. Vicopisano è considerato il prodotto più avanzato dell'architettura militare fiorentina della prima metà del quattrocento anche se possiede un'elemento contraddittorio: la 'Torre delle quattro porte' (Torre Lucchese) che anziché le due porte di una normale torre passante ne possiede appunto quattro, una per lato, con grosso svantaggio sia d'ordine statico che difensivo.

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