VILLAFRANCA TIRRENA (ME) - Castello di Bauso (del Conte o
Castelnuovo)
Le prime notizie documentate di Villafranca risalgono
al 1271 quando re Carlo I d'Angiò assegnò a Pierre Gruyer il feudo Bàusus,
precedentemente appartenuto a Enrico de Dissinto. In epoca aragonese il feudo
Bauso insieme al vicino Calvaruso appartennero a varie famiglie nobili (Manna,
Gioeni, Giovanni da Taranto) fino ad arrivare al 1399 al tesoriere del Regno Nicolò
Castagna, alla morte del quale i feudi andarono in dote alla nipote Pina e per
via femminile passarono prima ai Bonifacio e poi ai Ventimiglia, La Grua,
Pollicino, Merulla e Spadafora. Nel 1548, la baronia di Bauso, fu acquistata da
Giovanni Nicola Cottone. Nel 1590 Stefano Cottone vi fece ricostruire il
castello, nel 1591, l'imperatore Filippo II elevò il feudo di Bauso a contea e
nel 1623 Filippo IV di Spagna investì Giuseppe Cottone del titolo di principe di
Castelnuovo (altro nome del contado di Bauso). Nel Settecento, l'Abate Vito
Amico ci informa che il territorio di Bauso era coltivato a frutteti e a gelso.
e che l'aria era malsana. Da altri documenti sappiamo che il paese, col suo
fondaco situato nell'attuale Piazza Dante, all'epoca Piazza del Fondaco, attivo
già nel sec. XVI, era punto di sosta lungo la strada Palermo-Messina. Nel 1819,
la terra di Bauso e il castello con l'annesso titolo di principe di
Castelnuovo, furono venduti da Carlo Cottone Cedronio a Domenico Marcello
Pettini, ex giudice della Gran Corte Civile di Palermo, il quale l'acquistò per
9.000 onze. Come già accennato in precedenza, fu il Conte Stefano Cottone,
mercante e banchiere tra i più importanti di Messina, a far costruire nel 1590
il primo borgo che ha forma di castello (esso è conosciuto come Castel Nuovo),
come conferma la frase riportata nell’epigrafe situata sul portale del bastione
sud-est : «[…] a difesa dalle incursioni da terra e dal mare, Stefano Cottone,
IV signore di Bauso, eresse le mura dalle fondamenta …nel 1590… ». Le
dimensioni e la fattura del palazzo dimostrano che l’edificio era solo una
residenza secondaria dei Cottone, i quali vi sostavano per curare i loro
interessi sul territorio, mentre la fortificazione vera serviva anche ai
cittadini del borgo come rifugio nel caso di attacchi da parte di corsari
barbareschi, a quell’epoca frequenti in tutta l’isola. L’edificio, a due
elevazioni, presenta grandi finestre e porta d’ingresso sul lato nord. Anche
all’interno la distribuzione degli ambienti, l’atrio, le scale, la tessitura
delle murature, ripetono schemi di edifici residenziali, lontani da qualunque
intenzione militaresca. La cinta muraria e i baluardi angolari possono considerarsi
soltanto elementi tipici del castello, ma privi di qualsiasi cautela difensiva.
La struttura che vediamo oggi dimostra che il castello fu realizzato in fasi
costruttive successive: prima la cinta muraria bastionata che si sviluppa su
livelli differenti adattandosi alla morfologia della collina, poi il Palazzo
vero e proprio al centro del recinto fortificato, il cui prospetto principale è
rivolto a nord verso il mare. Infine, la porta d’accesso che si apre sul lato
corto del bastione sud-est. Estintasi con il Principe Carlo la famiglia
Cottone, tutti i beni furono acquistati nel 1819 dalla famiglia Pettini, i
quali curiosamente mantennero gli stemmi gentilizi dei loro predecessori
limitandosi a sostituire il motto “POTENTIOR” dei Cottone con il loro “NE
PEREAT”. Con l’avvento dei nuovi proprietari, il castello conobbe nuova vita e
splendore, ospitando periodicamente i Viceré spagnoli. I Pettini arricchirono
l’edificio di rilievi marmorei e busti con ritratti di antenati. Si deve a loro
anche la creazione intorno al castello di uno splendido “Giardino
all’italiana”. Una passerella collegava direttamente il Castello a un laghetto
della villa, nel quale una serie di canali con particolari fontanelle
permettevano giochi d’acqua caratteristici e davano vita alle cascate delle tre
grotte artificiali intitolate ai tre Canti della Divina Commedia: Paradiso,
Purgatorio e Inferno. Per la costruzione del Giardino sono state utilizzate
pietre di colore diverso e vetri multicolori e al suo interno insisteva un laghetto
artificiale, habitat favorevole di diverse varietà di piante acquatiche, le
grotte “Inferno”, “Purgatorio” e “Paradiso”, e opere artistiche di pregio come
la “Fontana dei quattro Leoni” attribuita allo scultore fiorentino Giovanni
Angelo Montorsoli. L’attuale amministrazione comunale ha ottenuto un
finanziamento di 650mila euro che a breve consentirà di ripristinare in tutta
la sua magnificenza l’antico parco giardino, creando un eco-museo naturale, e
di riunirlo, tramite la creazione di un passaggio pedonale, al Castello di
Bauso, restituendo finalmente a Villafranca il suo cuore storico e culturale e
ai turisti una meta da non perdere. Internamente al Palazzo–Castello, ogni
stanza è corredata da un camino di fattura rinascimentale e ornata con fregi,
statue, affreschi e busti marmorei. Tra quest’ultimi, spiccano le
raffigurazioni dei poeti Dante, Virgilio e Tasso, oltre alle sculture che
rappresentano le “Quattro Stagioni”. Una pavimentazione di mattonelle di
ceramica dipinte a mano di manifattura siciliana abbellisce sia la gradinata
esterna del castello che portava alla porta principale, sia le stanze
interne. Attualmente il Castello conserva ancora intatta una sala con uno
stemma affrescato sul soffitto ed alle pareti dei medaglioni in marmo
accompagnati da delle iscrizioni poste su lapide; tali medaglioni raffigurano
quattro membri della famiglia Pettini. Dopo un periodo di abbandono, dovuto
alla contesa dell'edificio tra i suoi eredi ed il governo, il castello è stato
riaperto al pubblico nel 2003 e oggi sono in fase di ultimazione i lavori di
restauro che riporteranno l’antica residenza nobiliare, con il suo fastoso
giardino, allo splendore originale. Altri link consigliati: http://www.sicilie.it/sicilia/Villafranca_Tirrena_-_Castello_di_Bauso,
http://www.bandw.it/gallery%20foto/castelli/Castello%20di%20Villafranca%20Tirrena-Bauso/album/index.html
(ricco di foto). Il castello ha una pagina Facebook: https://www.facebook.com/CastelloDiBauso
Fonti: http://it.wikipedia.org, testo del Dott. Andrea
Orlando su http://www.icastelli.it/castle-1234885158-castello_di_bauso-it.php, http://www.comunevillafrancatirrena.gov.it/index.php?option=com_content&view=article&id=98&Itemid=132,
Foto: una cartolina della mia collezione e di Alberto
Catalfamo su http://it.wikipedia.org
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