SESSA AURUNCA (CE) – Castello Ducale
Il sito ove sorge il castello di
Sessa probabilmente fin dall'antichità preromana fu adibito a funzioni
pubbliche, grazie alla sua preminenza topografica sull'intero territorio e
l'insediamento ai suoi piedi. Come pure resta dubbia l'ubicazione, nello stesso
sito, del tempio di Ercole in età romana (dal II sec. a. C.). Come per le
testimonianze più antiche, anche di queste non restano tracce visibili.
Sicuramente un castrum longobardo esisteva nel 963, perché proprio in quella
data e nel castello fu rogato, alla presenza del giudice Maraldo, il placito
sessano (uno dei più antichi documenti in volgare italiano). Ma, in mancanza di
studi specialistici, anche del castello longobardo non è possibile riconoscere
né l'impianto né le strutture (uniche testimonianze ancora conservate sono gli
archi in laterizio visibili sul lato di via A. Moro). Quello che oggi si vede è
sostanzialmente il risultato dell'intervento normanno-svevo. All'edificio si
accede dalla piazza Castello, interna al primo recinto difensivo guardato da
due porte, l'una direttamente accessibile dal borgo, l'altra, la maggiore,
aperta sulla ripida rampa che sale da piazza XX settembre. La cortina compatta
del castello è in più punti rafforzata da torri quadrangolari della stessa
altezza. La trasformazione in una elegante residenza feudale, probabilmente già
avviata sotto Federico II di Svevia e durante il dominio di Filippo d'Angiò -
principe di Taranto (straordinaria la loggia del giardino pensile, con tre
arcate gotiche su colonne e capitelli antichi) - trovò la sua piena
realizzazione grazie a Giovanni Antonio e Marino Marzano, potentissimi
ammiragli del Regno e familiari di Alfonso d'Aragona (di cui Marino sposò la
figlia naturale, Eleonora). Per la parentela con i regnanti e la qualità delle
strutture superstiti, gli interventi al castello (come quelli in Carinola) sono
stati ricondotti ai grandi architetti impegnati in Castel Nuovo a Napoli. A
questa fase, conclusasi sicuramente prima del 1464 (anno della confisca del
feudo in conseguenza della vittoria contro Giovanni d'Angiò, di cui i Marzano
furono i fautori), si possono far risalire diversi elementi di gusto
durazzesco-catalano: eleganti bifore all'interno e all'esterno al posto delle
saettiere, l'attuale portale, costoloni a sezione rettangolare su colonne, un
porticato ad archi depressi del cortiletto interno realizzato anche con
l'utilizzo di elementi di spoglio, affreschi negli ambienti. Inoltre, si
provvedette alla sistemazione dell'atrio e della scalea, come pure del portale
(murato) e della contigua meravigliosa corte (con loggiato a due livelli, il
primo dei quali su colonne e capitelli antichi). Prodotto di tali
vicissitudini, il castello presenta un impianto piuttosto composito e
riconducibile ad una pianta quadrangolare irregolare con corte interna, torri
quadrate e robusto mastio. La drammatica fine dei Marzano chiuse l'epoca d'oro
del castello. Dal 1552 al 1664 i possessi dei Carafa di Stigliano (da cui
ereditarono i Guzman di Medina della Torres) e dei Paternò (Giovanni, investito
del marchesato nel 1756 trasmise il titolo ai successori fino all'eversione del
1806) lasciarono poche tracce. Ai primi del '600 risale il portale d'ingresso
dell'appartamento nobile al primo piano; lo stemma nella stessa sala dovrebbe
essere quello dei Guzman, mentre l'affresco del 1693 (sulla lunetta sullo
scalone principale) fu commissionato dal governatore regio Andrea Guerrero de Torres,
per ricordare i restauri effettuati a seguito del grande terremoto di Cerreto
(1688), che danneggiò seriamente il complesso. Di proprietà pubblica dagli
inizi dell’800, il castello fu sede del Carcere mandamentale fino al secolo
scorso. Caduto in rovina fu restaurato e destinato ad accogliere alcune scuole
dopodiché gli furono attribuite altre funzioni pubbliche. Oggi, oltre ad
ospitare una biblioteca e sale per
eventi, ospita il Museo Civico
archeologico, che espone reperti provenienti dal territorio sessano.
Fonti:
testo di Pietro Di Lorenzo su http://www.trionfo.altervista.org/Monumenti/sessacast.htm,
http://www.incampania.com/beniculturali.cfm?Menu_ID=205&Sub_ID=206&Info_ID=4534,
http://www.campaniatour.it/poi.view.php?id=201,
http://sessaaurunca.blogspot.it/2009/08/il-castello-ducale.html,
http://www.visitsessa.com/?p=350,
http://archivio.saperincampania.it/castello-ducale-di-sessa-aurunca
Foto: di Vincenzo Lerro su www.flickr.com e di Augusto Giammatteo su http://rete.comuni-italiani.it
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