giovedì 7 maggio 2015

Il castello di giovedì 7 maggio






MONTALBANO JONICO (MT) – Castello di Petrolla

“Petrolla” (in dialetto montalbanese “a’ ptrodd”) è il nome di una singolare località posta nelle campagne tra Montalbano Jonico e Pisticci. Arrivarci non è impresa da poco: i sentieri che vi conducono sono tutti in terra battuta in molti tratti mista all’argilla dei “calanchi” circostanti; sono larghi abbastanza per andarci in automobile, ma l’agibilità degli stessi, già scarsa di per sé, diventa nulla in caso di pioggia. Il nome deriva da un'enorme pietra, uno sperone roccioso che sembra uscire dal terreno argilloso. Il componente primario delle rocce costituenti è il carbonato di calcio, ossia marmo, come i ruderi di una vecchia cava di estrazione testimoniano. Nelle immediate vicinanze spuntano altri massi più piccoli e altri ancora più piccoli sono diffusi sul territorio. La Petrolla, nel gergo locale, è la "pietra": un luogo particolare, che nel vissuto popolare evoca il brigantaggio. Sulla sommità della Petrolla c'è quella che i contadini e i pastori chiamano la "lammia": che significa costruzione con copertura a volta, a differenza dei tuguri della misera gente fatti con copertura di canne. Un'antica leggenda narra che lì si nascondevano i briganti, dopo le scorrerie consumate nel fondovalle, e che lì nascondessero il bottino, coprendolo del cadavere di un compagno assassinato al momento, perché ne custodisse, con il suo spirito senza pace, l'integrità. La lammia è una specie di fortino, che sembra prolungare in altezza la pietra, con un'unica finestra che guarda verso valle. In origine la costruzione doveva essere costituita da più livelli, di cui quello inferiore è sottoposto al piano di campagna della cima. Dal lato posteriore, dalla parte della pietra più accessibile dove gradini scavati nel vivo del calcare portano alla sommità, esiste un'altra costruzione, forse anch'essa in origine sviluppata in altezza ma di cui oggi rimane solo una specie di ipogeo. Un pozzo, da sempre punto di sosta obbligata lungo un antico percorso, è situato proprio sotto la verticale dello strapiombo. Per arrivare sulla sommità, beninteso, non bisogna fare free-climbing sullo strapiombo, ma anche il sentiero che vi conduce certamente non è agevole (anche se è visibile ed in parte fruibile una scalinata intagliata nella roccia) e disseminato di pietre squadrate, in tutta verosimiglianza materiali di risulta provenienti dall’edificio posto sulla sommità. Le prime attestazioni in età normanna di un insediamento in località “la Petrolla” possono essere desunte da una notizia riportata dal Rondinelli, che dice di aver visto nell’archivio di Napoli (prima del rogo nazista del 1943) un documento del 1110 in cui era attestato un «Ubaldo signore di Petrolla». Inoltre Dino D’Angella, richiamando Bartolomeo Capasso ed il Catalogus Baronum (secolo XII), ci informa che la contea di Montescaglioso comprendeva, tra gli altri territori, anche «Petrolla (presso Montalbano)». Data la conformazione stessa del sito è possibile ipotizzare che la fortificazione fosse una “motta”. Gli abitanti di Petrullo, infine, erano tenuti, secondo lo Statutum de reparatione castrorum, di età federiciana, alla manutenzione del castrum di Policoro. Per approfondimenti, consiglio i seguenti link: http://www.croponline.org/petrolla.htm, http://legambientemontalbano.jimdo.com/la-riserva-dei-calanchi/tempa-petrolla/


Foto: da http://www.croponline.org/petrolla.htm e da http://www.mondimedievali.net/Castelli/Basilicata/matera/petrolla.htm

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