PRIOLA (CN) - Castello Pallavicini
Dopo Ormea, seguendo il corso del Tanaro, si trovano a
Priola, su uno sperone di roccia che si eleva nettamente rispetto ai prati
pianeggianti circostanti, a poca distanza dal concentrico, i ruderi di un
castello che ebbe il suo peso nelle vicende storiche che si svolsero nella zona
nel corso dei secoli. La costruzione sarebbe antichissima; pare esistesse già
ai tempi della donazione del feudo fatta da Olderigo Manfredi nel 1033, al
monastero di S. Giusto di Susa, i cui resti sono visibili lungo la SP292
immediatamente ai piedi del castello. Con il diploma dell’imperatore Ottone I,
anche Priola fu compresa nei territori della Val Tanaro che vengono attribuiti
al marchese Aleramo. Il toponimo di Petra Auriola, da cui l’odierna
Priola, compare nel XIII secolo nel cartario della Certosa di Casotto come
luogo di stipula di vendite e donazioni a favore dei monaci (CONTERNO 1970, p.
387). Vicina geograficamente a Ceva, ben presto interessò i suoi Marchesi che,
nel 1236, ne diventarono proprietari con i fratelli Giorgio I, Leone ed
Emanuele. Verso il 1299 il Nano di Ceva potenziò la posizione strategica della
costruzione con grandi torri in pietra ed una guarnigione come presidio. Nel
corso del XIV secolo fu infeudato ai Pallavicino di Ceva, ramo cadetto della
famiglia marchionale, signori del luogo e vassalli dei Savoia. Secondo le
notizie raccolte dal Casalis, nell’anno 1513, il castello di Priola era
posseduto dal marchese Giovanni Francesco. In seguito vi fu l'occupazione del
Marchesato da parte delle truppe francesi di Francesco I il quale investì del
luogo il genovese Sebastiano Sauli, nel 1515. Contro la decisione protestarono
ed insorsero gli aventi diritto Carlo e Niccolò di Ceva. Così il maresciallo di
Francia, Odet de Foix, marchese di Lautrec, per eliminare la controversia
distrusse il castello in questione minandolo e bombardandolo. Il castello è
costituito da un corpo di fabbrica compatto, munito di tre torri angolari a pianta
circolare aperta verso l’interno, mentre sull’angolo occidentale si ergeva una
torre a pianta quadrangolare. Dal maniero si dipartiva una cortina muraria che
scendeva lungo le pendici del poggio a cingere il borgo: resti delle mura
possono essere osservati inglobati nelle costruzioni moderne ai piedi del
castello stesso. Sul sito è attualmente sovrapposta un’abitazione moderna, che
ne riutilizza in parte le strutture, talora con interventi di ricostruzione. E’
possibile comunque girare intorno al castello stesso a piedi. Altre notizie ai
seguenti link: http://webthesis.biblio.polito.it/540/ e http://www.mongioie-leader.it/turismo/visitare/castelli_e_torri/resti_della_fortezza_di_priola.shtml
Fonti: http://www.fungoceva.it/valli/PRIOLAcast.htm, http://www.culturaterritorio.org/zfiles/CMAVT_9.htm
Foto: da http://www.fungoceva.it/valli/images/PRIOLAcast1.jpg
e di "val g" su http://rete.comuni-italiani.it/foto/2009/316032/view
Nessun commento:
Posta un commento