SAN VALENTINO IN ABRUZZO CITERIORE (PE) – Castello Farnese
Ciò che affascina del Palazzo Farnese di San Valentino è l’eterogeneità
della sua struttura che assume, a seconda del punto di vista dal quale il
visitatore la osservi, la veste di castello medievale, cinta fortificata,
palazzo nobiliare nonché casa rurale. La fabbrica odierna è il frutto di
numerose stratificazioni succedutesi nel corso dei secoli, specchio della vita
del manufatto, ma non tutte databili con certezza. Se, infatti, risulta
abbastanza agevole delineare la storia di San Valentino dall’epoca della sua
fondazione ad oggi, sono invece scarsi i dati documentari strettamente riferiti
all’edificio. Le notizie relative alla sua costruzione sono note grazie alla
cronaca di Casauria secondo la quale Giselberto, abate di Casauria, concesse ai
figli di Lupone 400 mogge di terra a titolo di concessione beneficiale. In uno
di questi siti i figli di Lupone costruirono un castello. Le fonti testimoniano
quindi che l'edificazione del castello di San Valentino era già avvenuta nel
1074. Legato alla vicina Abbazia di San Clemente a Casauria, nell’orbita della
quale il paese rimarrà fino all’avvento dei normanni nell’XI sec., San
Valentino passò per le alterne fortune dei feudatari locali, Acquaviva, Orsini
e Della Tolfa, di fede ora angioina, ora aragonese, fino
all’elevazione a feudo farnesiano per mano di Margherita d’Austria (1583) e in
seguito borbonico dalla prima metà del XVIII sec. all’unità d’Italia. L’unica
data, 1507, che attesta con certezza l’evoluzione sostanziale del manufatto
compare nell’epigrafe commemorativa ubicata nell’androne del palazzo:
“Giacomo proprietario di
Tolfa, proveniente da Roma, traente origine da Penatibus
Frigiis, conte di San Valentino e Pianella, fece costruire questo edificio
nell’anno del Signore 1507”. A questo periodo è forse ascrivibile la
rivisitazione del castello in veste rinascimentale, lo smantellamento degli
apparati difensivi e la costruzione di nuovi corpi di fabbrica che restituirono
l’immagine di un organismo multiplo destinato ad espandersi e modificarsi
ulteriormente nei secoli successivi. Una struttura atta ad ospitare gli Inviati
e i Funzionari dei Duchi di Parma prima e del governo borbonico poi; così viene
infatti descritta nel Catasto de beni Gentileschi di S.A. Serenissima il Duca
di Parma del 1682 conservato presso l’Archivio Storico di Napoli: “Una Rocca
nel Palazzo e diverse stanze, dove risiedono li Governatori, che pro tempore
sono, come anco li Ministri di Sua Altezza Serenissima nel tempo che vengono”. Le
cronache riferiscono della cessione nel 1784 a censo perpetuo a Giuseppe Andrea
Franchi e lo descrivono nel corso del XIX secolo come “orrido carcere” citato
anche da d’Annunzio nel Trionfo della Morte: “La mattina dopo Giorgio stava
seduto sotto la quercia ascoltando il vecchio Cola che raccontava come a Tocco
Casauria in quei giorni il Novello Messia fosse stato preso dai gendarmi e
condotto nelle carceri di San Valentino con alcuni suoi seguaci” (Libro V,
Tempus destruendi, par. VIII). Al declino del Regno di Napoli si affianca la
scarsità di notizie e documenti che potrebbero far luce sull’attuale partizione
del palazzo in tre unità distinte, di proprietà della Curia, del Comune e di
privati. Proprio alla frammentarietà della proprietà vanno imputati gli
interventi più recenti, i più impropri, che hanno portato alla perdita di
alcuni caratteri identitari della struttura; il sistema archi diaframma-solaio
ligneo del primo livello è stato sostituito da telai in latero-cemento nei
volumi sud-est e sud-ovest interessati anche dall’inserimento di scale
interne ed esterne in cemento armato, infissi in alluminio e dalla
sopraelevazione del corpo sud-ovest coronata da copertura in eternit. Al
degrado antropico si aggiungono i danni seguiti al sisma del 6 aprile che hanno
interessato tutta la fabbrica, colpendo in particolare i volumi superiori del
fronte prospiciente Piazza Duomo. Un auspicabile intervento di restauro
dovrebbe mirare ad una corretta rilettura del manufatto che metta in luce,
chiarendole, le varie fasi evolutive, coadiuvando la ricerca storica con
l’indagine diretta della fabbrica condotta tramite lo studio dei suoi caratteri
costruttivi e stilistici. Una volta restituitagli l’integrità formale e storica
e il giusto rapporto con le pertinenze, il castello-palazzo di San Valentino
potrà valersi della sua vocazione turistico-ricettiva alla quale mostra di
essere votato anche per la felice posizione tra mare ed entroterra, incastonato
tra il Parco Nazionale della Majella e la Riserva di Bolognano. E’ localizzato
nella parte alta del paese e, anche dopo vari crolli e rimaneggiamenti, lascia
ancora intendere l’antico e maestoso splendore. Tutto il complesso è formato da
un insieme di edifici costruito nel recinto delle mura costituenti il primitivo
castello, di origini medioevali e databile al XIII sec. L’ attuale
configurazione della struttura si deve ad un imponente intervento operato nei
primissimi anni del ‘500 dai conti Perigiis della Tolfa. Con l’acquisto, nel
1583, del Castello da parte di Margherita D’Austria, moglie del nobile ortonese
Ottavio Farnese, il complesso divenne parte integrante dello Stato Farnesiano e
assunse l’attuale denominazione. La costruzione ha un contorno che oggi si
presenta aperto in più parti verso l’esterno, mentre l’originario unico
ingresso, posizionato sul fronte nord-est, rialzato sulla piazza, è
raggiungibile da una scalinata a doppia rampa. La muratura in pietra e malta ha
grossi cantonali in pietra squadrata e lascia intravedere i segni di vari
interventi di tagli e ricuciture. All’interno l’androne si apre sulla Corte in
cui si affacciano i vari edifici costituenti il complesso, di cui il più antico
e quello di fronte all’ingresso, a due piani. All’edifico ad esso accostato,
sulla sinistra, è accostata la scalinata d’onore che raggiunge il portale della
loggetta quadrata, scolpito con decorazioni cinquecentesche, mentre nei
prospetti estreni si possono vedere ancora oggi i corpi aggiunti nel corso del
tempo.
Fonti:
http://www.abruzzovacanze.net/vr.php/it/3550,
http://www.comune.sanvalentino.gov.it/index.php?option=com_content&view=article&id=117:palazzo-farnese&catid=12:luoghi-da-visitare&Itemid=14,
http://visitabruzzo.altervista.org/it/2013/01/castello-farnese-san-valentino-in-abruzzo-citeriore/
Foto: la prima è una cartolina della mia collezione, la seconda è presa da
http://www.viaggioinabruzzo.it/pe/images/San%20Valentino%20in%20A.C/Sanvalentino_photogallery/slides/06-P7093202%2B.jpg,
infine la terza è da http://www.comune.sanvalentino.gov.it/images/phocagallery/Foto/fotosanvalentino/panoramica%20castello%20farnese.jpg
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