BUDRIO (BO) – Palazzo Sforza in frazione Mezzolara
Si deve presumere che l'origine di Mezzolara, come il nome « Massa Mozolaria
» o «Massa Mozolarii », risalga verso il 1100. La denominazione Massa stava ad
indicare un agglomerato di pacifici coltivatori e di modesti artigiani e ciò è
comprovato dalla totale mancanza in Mezzolara di opere di fortificazione o di
carattere militare. Mozolaria, invece, si presume fosse la famiglia che per
prima iniziò lavori di bonifica dei terreni, ma ciò non è
comprovato. Soggetto a frequenti alluvioni per la vicinanza dell'Idice
(disastrose furono quelle del 1438 e 1441), l'agglomerato di abitazioni di
Mezzolara doveva presentare, in antico, un certo carattere di precarietà e di
qui nasce che, fin verso il 1500, mancano notevoli fabbricati all'infuori della
Chiesa e dell'Ospizio del Volpino. Quando, tra la fine del 1400 e il principio
del 1500, per i lavori di arginatura e di bonifiche migliorarono le condizioni
del terreno e della viabilità e di conseguenza la plaga divenne più salubre e
redditizia, il complesso edilizio fu arricchito (con il rifacimento della
Chiesa, la costruzione del Palazzo Sforza e la Casa ora denominata Villa
Rusconi). Il progresso del centro abitato di Mezzolara proseguì, seppur
lentamente, ma costantemente fino al secolo scorso quando, divenuti gran parte
dei circostanti terreni proprietà dei Napoleonidi, si organizzò l'agricoltura.
Nella seconda metà dell'800 presero vigore i lavori per un'integrale
bonificazione del terreno e di canalizzazione delle acque, soprattutto ad opera
dì Annibale Certuni (ingegnere ed agronomo notevolis¬simo, uno dei promotori,
tra l'altro, della Cooperativa braccianti di Budrio) e continuata poi da
Alfredo Benni. Una curiosità storica si ha nell'anno 1910, quando, come ancora
molti anziani, ricordano, a Mezzolara transitò Eugenia Bonaparte, vedova di
Napoleone III, in visita alle proprie terre; in tale occasione, oltre che
ammirazione per l'ordine con cui si facevano i lavori dei campi ebbe pure
parole di elogio « pour les excellents jambons », per i prosciutti che erano appesi
nelle case dei coloni. La costruzione del Palazzo Sforza fu
iniziata, come già scritto, nel ‘500 dalla famiglia del ramo bolognese degli
Sforza, che qui possedevano delle terre, ma non fu mai terminata. A
giudicare dall’impianto di base del palazzo, si può immaginare quale sarebbe
stata la grandiosità dell’edificio. A confermare la partecipazione degli Sforza
alla vita della comunità mezzolarese resta il loro stemma che appare accanto a
quello dei Fabbri nel paliotto del primo altare a sinistra, entrando, nella
chiesa parrocchiale. Dei beni degli Sforza (
fra i Ronchi e Mezzolara, ben otto poderi, uno dei quali si chiama Santa
Liberata , come l'Oratorio) è rimasto il nome della strada
comunale che va dalla via di Dugliolo alla via Schiassi. Contemporaneamente, la
via Sforza si chiamò anche Via di S. Liberata , prendendo il nome dall’
Oratorio seicentesco dedicato a tale Santa, proprietà, nei sec. XVIII-XIX, dei
bolognesi Bolognini-Amorini e situato al termine della strada. L’Oratorio,
sconsacrato dopo il 1945 in cui aveva subito danni per i bombardamenti, fu in
seguito adibito a civile abitazione.
Nessun commento:
Posta un commento