sabato 13 giugno 2015

Il castello di domenica 14 giugno






BUDRIO (BO) – Palazzo Sforza in frazione Mezzolara

Si deve presumere che l'origine di Mezzolara, come il nome « Massa Mozolaria » o «Massa Mozolarii », risalga verso il 1100. La denominazione Massa stava ad indicare un agglomerato di pacifici coltivatori e di modesti artigiani e ciò è comprovato dalla totale mancanza in Mezzolara di opere di fortificazione o di carattere militare. Mozolaria, invece, si presume fosse la famiglia che per prima iniziò lavori di bonifica dei terreni,  ma ciò  non è comprovato. Soggetto a frequenti alluvioni per la vicinanza dell'Idice (disastrose furono quelle del 1438 e 1441), l'agglomerato di abitazioni di Mezzolara doveva presentare, in antico, un certo carattere di precarietà e di qui nasce che, fin verso il 1500, mancano notevoli fabbricati all'infuori della Chiesa e dell'Ospizio del Volpino. Quando, tra la fine del 1400 e il principio del 1500, per i lavori di arginatura e di bonifiche migliorarono le condizioni del terreno e della viabilità e di conseguenza la plaga divenne più salubre e redditizia, il complesso edilizio fu arricchito (con il rifacimento della Chiesa, la costruzione del Palazzo Sforza e la Casa ora denominata Villa Rusconi). Il progresso del centro abitato di Mezzolara proseguì, seppur lentamente, ma costantemente fino al secolo scorso quando, divenuti gran parte dei circostanti terreni proprietà dei Napoleonidi, si organizzò l'agricoltura. Nella seconda metà dell'800 presero vigore i lavori per un'integrale bonificazione del terreno e di canalizzazione delle acque, soprattutto ad opera dì Annibale Certuni (ingegnere ed agronomo notevolis¬simo, uno dei promotori, tra l'altro, della Cooperativa braccianti di Budrio) e continuata poi da Alfredo Benni. Una curiosità storica si ha nell'anno 1910, quando, come ancora molti anziani, ricordano, a Mezzolara transitò Eugenia Bonaparte, vedova di Napoleone III, in visita alle proprie terre; in tale occasione, oltre che ammirazione per l'ordine con cui si facevano i lavori dei campi ebbe pure parole di elogio « pour les excellents jambons », per i prosciutti che erano appesi  nelle case dei coloni. La costruzione del Palazzo Sforza fu iniziata, come già scritto, nel ‘500 dalla famiglia del ramo bolognese degli Sforza, che qui possedevano delle terre, ma non fu mai terminata. A giudicare dall’impianto di base del palazzo, si può immaginare quale sarebbe stata la grandiosità dell’edificio. A confermare la partecipazione degli Sforza alla vita della comunità mezzolarese resta il loro stemma che appare accanto a quello dei Fabbri nel paliotto del primo altare a sinistra, entrando, nella chiesa parrocchiale. Dei beni degli Sforza (fra i Ronchi e Mezzolara, ben otto poderi, uno dei quali si chiama Santa Liberata , come l'Oratorio) è rimasto il nome della strada comunale che va dalla via di Dugliolo alla via Schiassi. Contemporaneamente, la via Sforza si chiamò anche Via di S. Liberata , prendendo il nome dall’ Oratorio seicentesco dedicato a tale Santa, proprietà, nei sec. XVIII-XIX, dei bolognesi Bolognini-Amorini e situato al termine della strada. L’Oratorio, sconsacrato dopo il 1945 in cui aveva subito danni per i bombardamenti, fu in seguito adibito a civile abitazione. 

Foto: di Dario S su http://www.panoramio.com/photo/105056141 e da http://www.mezzolara.it/scuola/imag/sforzab.jpg

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