MONTEFIASCONE (VT) - Rocca dei Papi
La rocca di Montefiascone lega la sua genesi, il suo
sviluppo e anche la sua decadenza ai rapporti di Montefiascone con vari
pontefici. Nel periodo che risale alle invasioni barbariche il paese si vide
costretto a rafforzare le difese ambientali con opere murarie che impedissero a
chicchessia di introdursi all'interno del centro abitato. Venne così eretta una
grande e possente rocca con alte mura, all'interno delle quali si riversarono anche
gli abitanti delle campagne. Presto essa divenne meta privilegiata di papi che,
costretti a scappare dalla Roma assediata, la scelsero quale meta del loro
esilio. Questa assidua presenza di personalità ecclesiastiche fece ben presto
di Montefiascone una Sede Vescovile. La zona della Rocca rappresenta ancor oggi
una delle principali attrattive del luogo. La fortificazione sorge sul punto
più alto del paese, in posizione dominante sul Lago di Bolsena. Il suo stato
semidiruto lascia solo immaginare oggi quella che è stata la
sua straordinaria storia. La costruzione della Rocca fu avviata nel 1207
nell’area dell’antico castello da papa Innocenzo III, che qui pose la sede del
Rettore del Patrimonio di San Pietro in Tuscia. Da questo momento, si può dire
che non ci fu papa che non vi abbia promosso dei lavori, ma fu Martino IV il
primo che la scelse come residenza pontificia, amando molto egli questi luoghi.
Persino Dante racconta nel XXIV Canto del Purgatorio la passione di questo papa
per le anguille di Bolsena, di cui era ghiottissimo. Anche durante la Cattività
Avignonese, la Rocca mantenne la propria importanza e addirittura nel 1334 qui
fu impiantata una zecca, che batté una nuova moneta: la paparina.
Urbano V, il primo papa che lasciò Avignone per tornare a Roma, a partire dal
1368 fece di Montefiascone la propria sede estiva e rinnovò la Rocca,
trasformandola in uno splendido palazzo ammirato dai contemporanei. Nonostante
interventi importanti promossi dai pontefici nel corso del Cinquecento, alla
fine dello stesso secolo la rovina dell’edificio divenne inarrestabile e
cominciò la demolizione progressiva delle sue strutture per il recupero di
materiale da costruzione. Solo alla fine del secolo scorso è stato avviato il
restauro completo delle parti superstiti, che ha portato all’apertura al
pubblico del sito e alla creazione del Museo dell’Architettura di Antonio da
Sangallo il Giovane, che presenta le opere eseguite dal grande architetto
rinascimentale nell'Alto Lazio e nel territorio dei Farnese, e
la cui posizione “centrale” nell’ambito del territorio già appartenuto alla
famosa famiglia dei Farnese, permette agevoli escursioni alle singole opere del
Sangallo, per
la maggior parte situate nelle immediate vicinanze di Montefiascone. Dell’originaria
struttura purtroppo non rimane che una piccola parte: il complesso presentava
una pianta trapezoidale con gli angoli occupati da imponenti torri delle quali oggi si conserva intatta
solo quella di nord–ovest dalla quale si sviluppa l’attuale
Palazzo. Alcune soluzioni architettoniche adottate nelle parti ancora
conservate del castello testimoniano la sua aderenza alle tipologie proprie del
linguaggio architettonico del XIII secolo nell’area viterbese, e,
in particolare, la bifora che illumina il salone al primo piano è quanto
resta delle membrature architettoniche del nucleo primitivo della struttura
mentre non
esiste più alcun riscontro materiale della loggia a due piani voluta
da Leone X Medici e realizzata da Antonio da Sangallo il Giovane. Ecco il video
di Quinto Ficari, dedicato alla rocca, che si trova in rete: https://www.youtube.com/watch?v=T0c1si60pNA
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Montefiascone, http://www.italiavirtualtour.it/dettaglio.php?id=94938,
http://www.francigenalazio.it/it/resource/poi/montefiascone-rocca-de-papi/
Foto: da https://www.halleyweb.com/c056036/zf/immagini/homepage/Rocca%20dei%20Papi%20e%20il%20giardino%20papale.jpg
e da http://www.francigenalazio.it/static/photologue/photos/cache/Mo_RoccaPapi_display.jpg
Nessun commento:
Posta un commento