PONTELATONE (CE) - Torre Angioina
Sorto intorno al X secolo, in
seguito alle incursioni saraceniche, che provocarono tra l’altro la
distruzione dei villaggi di S. Maria a Pietro, Iovinella e Centura, Pontelatone
fu con il suo territorio sobborgo dell’antica Trebula Balineense, città
della Repubblica Campana. Sorto, dunque, come centro fortificato, di cui
restano tuttora orme visive della cinta muraria e di un poderoso mastio
cilindrico, Pontelatone fu feudo posseduto dalla famiglia Montefuscolo dal 1189
al 1268. Sotto Re Carlo II D’Angiò il feudo appartenne della famiglia
Rogosia di Dragoni. Dal 1301 passò a Tommaso Marzano, duca di Sessa e grande
ammiraglio del regno, il quale nel 1321, per fronteggiare gli imminenti
attacchi degli Aragonesi, riprese e fortificò il castello, tanto da farlo
divenire un vero e proprio baluardo. Dopo l'avvento degli aragonesi e
l'espulsione degli angioini. Pontelatone passò nel 1420 al nobile Cubello
d'Antignano di Capua e, nel 1445, alla famiglia Della Ratta, imparentata con i
Marzano. Nel 1462 fu assediato da Re Ferrante D’Aragona, per aver Marco Della
Ratta, signore di Pontelatone, aderito insieme al cugino Marino Marzano alla
rivolta dei Baroni. Pontelatone resistette, grazie soprattutto ai suoi profondi
valloni e alle alte rupi, tanto che Re Ferrante dovette abbandonare l’impresa e
concentrare le sue truppe a Capua. Sconfitto, successivamente, Marino Marzano,
il Re Aragonese affidò Pontelatone a Diomede Carafa. Sotto questo Conte,
Pontelatone conobbe i fasti dell’architettura catalana d’influenza gotica
o, come sostiene il Rosi, di “pura fattura rinascimentale napoletana”. Fu
sede notarile della Baronia di Formicola e centro direzionale, grazie
soprattutto alla presenza del Principe che abitava nel suo palazzo di fronte
alla torre cilindrica. Divenuto Marchesato nel 1612, Pontelatone mantenne
questo fregio fino al 1806, anno in cui, dichiarata decaduta la feudalità da
Giuseppe Bonaparte, entrò a far Parte dei Comuni del Regno. Pontelatone è
caratterizzata da una torre rimasta testimone dell'antichità. Alta circa 20
metri, domina tutto l'abitato. La torre, chiamata anche “torre angioina di
Pontelatone”, nasce dall'intersezione di un elemento tronco-conico, con uno
cilindrico, tra i quali è inserita una cornice a toro di notevole effetto
plastico. Alla sommità del corpo cilindrico è riconoscibile l'archeggiatura,
che costituiva lo sbalzo e permetteva la realizzazione delle caditoie. Questi
elementi di coronamento rappresentano degli ulteriori accorgimenti difensivi
che l'architettura militare trecentesca aveva elaborato per potenziare le
capacità di resistenza delle fortificazioni. Le torri conservano le cortine
merlate, utili alla difesa frontale; essendo adibite a difesa e non ad
abitazione, richiedevano un accesso difficile da raggiungere e facile da
proteggere. All'interno si accedeva a mezzo di corde e non esistevano scale o
ponti levatoi, che vennero installati in epoche più recenti. Questa torre
ancora oggi non è accessibile al pubblico, anche se restaurata, e non è stata
trovata alcuna soluzione al problema del passaggio per accedervi.
Fonti: http://www.comune.pontelatone.ce.it/index.php?option=com_content&view=article&id=49&Itemid=105,
http://itasformicola.blogspot.it/2013/02/pontelatone.html, http://www.amicideiborghi.it/nostri_borghi/PONTELATONE/INDEX.htm
Foto: di Maurizio Morelli su http://img4.fotoalbum.virgilio.it/v/www1-6/225/225808/432581/TorremerlataPontelatone-vi.jpg
e da http://www.reportweb.tv/home/wp-content/uploads/2014/06/pontelatone.jpg. La
terza foto, presa da http://www.langobardiaminor.altervista.org/Trebula.html,
riguarda la porta di accesso al borgo antico
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