giovedì 4 giugno 2015

Il castello di giovedì 4 giugno






VICALVI (FR) – Castello longobardo

Risalente all'XI secolo, si trova sulla sommità del colle interessato dall'omonimo paese della Valle di Comino, in provincia di Frosinone, su uno sperone roccioso a circa 600 m. d'altezza. Lo si può riconoscere per una croce di colore rosso dipinta durante la Seconda Guerra Mondiale dalle truppe tedesche che lo trasformarono in campo ospedaliero. Benché si presenti come rudere, questo forma con le due cinte murarie poligonali, quasi integre, una vasta area fortificata, che consente di leggerne le varie fasi di costruzione, le funzioni e la strutturazione all'interno di un più ampio sistema difensivo, comprendente anche i vicini manieri di Alvito e Picinisco. La fortificazione ha una pianta poligonale e ad est è possibile vedere la torre che è situata nel punto più alto del castello. Non si conoscono molte notizie certe sulle prime origini di questo maniero del secolo XI. Il castello longobardo fu costruito da Filippo I Colonna posato sulla roccia laddove un tempo sorgeva una antica acropoli romana, così come testimoniano alcuni resti risalenti al V o al IV secolo a.C., ma venne distrutto e saccheggiato dai Saraceni nel 915 e ricostruito ad opera dell'abate Aligerno nel 938. Con la fortificazione del castello anche Vicalvi assunse una crescente importanza. Nel 970 venne donato a Montecassino da Hildeprandus che si qualificava come  Conte "de Sora et de Vicu Alba". Nell'anno 1000 il Signore del castello era un certo Oderisius. Divenne una fortezza di confine dal quale, nel 1187, partirono anche uomini per la Terra Santa. Venne distrutto nel 1191 dalle truppe di Enrico di Hohenstanfen e nel 1349 da un violento terremoto. Negli anni successivi fu ristrutturato e furono aggiunti altri manufatti. I monaci lo tennero fino all'inizio del XIII secolo, quando passò alla famiglia d’Aquino, che ne rafforzò la fortificazione, cingendola di un doppio anello di mura. Dopo una breve successione, nel possedimento, fra gli Etendard e, ancora, i conti d'Aquino, il castello passò ai Cantelmo, i quali però, scegliendo come dimora il castello di Alvito, ne decretarono il repentino abbandono e la più lenta e graduale rovina. Nel 1574 Giulio Prudentio di Alvito scriveva di un castello utilizzato, in tempo di turbolenze, dalle Monache che stavano in San Nicandro. Una prima vera ristrutturazione del maniero si collocherebbe nel XIV secolo, durante il possesso degli Étendard, in base all'insieme di elementi strutturali orizzontali e verticali richiamanti lo stile gotico, compresa l'originale copertura a falda unica pendente verso l'interno. Alla fine del 1500 fu reso ancor più fortificato verso est con la costruzone della Torre della Rocca tale da renderlo, per  le cronache del 1600 una fortezza molto forte, posto in alto ed inespugnabile. Per tale motivo qui si rifugiò Carlo V con le sue truppe durante la battaglia, per la conquista dell'Italia, contro Francesco I, Re di Francia. Le ultime notizie che definiscono il castello ancora in buone condizioni provengono dagli scritti di due importanti storici locali: Castrucci e Pistilli. Alla fine del 1700 l’edificio veniva descritto in rovina alla mercè di uomini e donne di malaffare e per tale motivo il Duca di Alvito lo cedette per una cifra simbolica alla famiglia Celli che abitava di fronte al castello. Negli anni  le sue condizioni sono peggiorate progressivamente. Il castello è di proprietà dell'amministrazione comunale di Vicalvi dal 1985. Da allora su di esso sono stati eseguiti lavori di consolidamento statico e murario per arrestarne il degrado. Per la ristrutturazione totale del maniero ed il suo riuso sono necessari 7.000.000 di € che l'amministrazione comunale non dispone. Per tali motivi, attualmente il monumento è chiuso al pubblico e può essere visitato solo da piccoli gruppi di persone previa richiesta agli uffici comunali. Il castello di Vicalvi è anche noto alle cronache esoteriche, per le visioni che si sarebbero qui registrate. Secondo la leggenda, in effetti, il luogo sarebbe teatro delle apparizioni di una ex-cortigiana, tal Aleandra Maddaloni, un nome però del tutto estraneo alla storia del castello di Vicalvi e ai suoi diversi feudatari nel tempo. Lei sarebbe vissuta nel castello nel XVIII secolo, segnalandosi per aver fatto uccidere i giovani che seduceva, durante le assenze del marito. Questi però, avendola scoperta, la fece murare viva in una delle torri. Nonostante le cattive condizioni,  visitandolo si ha l'immediata impressione della  grande fortezza che fu  e della sua importanza strategica. Appena entrati dal cancello alzando gli occhi sulle mura è possibile ammirare una latrina sospesa, uno dei pochi esempi presenti in Ciociaria. Si possono ancora scorgere le stanze, alcune completamente affrescate, di cui il castello era dotato, la cappella con ancora visibile un affresco raffigurante una magnifica Madonna Nera, la Sala Capitolare, tramezzata per accogliere le Monache di San Nicandro, con archi a tutto sesto e tracce di camini i cui travertini sono stati trafugati negli anni. Sul camminamento delle mura perimetrali è possibile spaziare con lo sguardo su tutta la Valle di Comino. Dal castello si può ammirare un panorama che offre una visione a tutto campo con i boschi, le montagne, i paesi circostanti della Valle di Comino e il borgo antico di Vicalvi. Altri link, consigliati per un approfondimento, sono: http://www.lazionascosto.it/castelli_fortezze_rocche_lazio/castello_longobardo_di_vicalvi.html, http://www.icastelli.it/castle-1244456459-castello_di_vicalvi-it.php, http://www.ciociariaturismo.it/index.php?option=com_content&view=article&id=407:il-castello-di-vicalvi&Itemid=1613&lang=it, https://www.youtube.com/watch?v=Vig1JcMxcOo (video di Antonio Grella)


Foto: da http://www.casadiriposovillaaleandra.com/polopoly_fs/7.14142822.1366176131!/2.jpg e da http://www.aquinosindacoemerito-grincia.it/immagini/aquinonelmondo/c9.jpg

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