VICALVI (FR) – Castello longobardo
Risalente all'XI secolo, si trova
sulla sommità del colle interessato dall'omonimo paese della Valle di Comino,
in provincia di Frosinone, su uno sperone roccioso a circa 600
m. d'altezza. Lo si può riconoscere per una croce di
colore rosso dipinta durante la
Seconda Guerra Mondiale dalle truppe tedesche che lo
trasformarono in campo ospedaliero. Benché si presenti come rudere, questo
forma con le due cinte murarie poligonali, quasi integre, una vasta area fortificata,
che consente di leggerne le varie fasi di costruzione, le funzioni e la
strutturazione all'interno di un più ampio sistema difensivo, comprendente
anche i vicini manieri di Alvito e Picinisco. La fortificazione ha una pianta
poligonale e ad est è possibile vedere la torre che è situata nel punto più
alto del castello. Non si conoscono molte notizie certe sulle
prime origini di questo maniero del secolo XI. Il castello longobardo fu
costruito da Filippo I Colonna posato sulla roccia laddove un tempo sorgeva una
antica acropoli romana, così come testimoniano alcuni resti risalenti al V o al
IV secolo a.C., ma venne distrutto e saccheggiato dai Saraceni nel 915 e
ricostruito ad opera dell'abate Aligerno nel 938. Con la fortificazione del castello
anche Vicalvi assunse una crescente importanza. Nel 970 venne donato a
Montecassino da Hildeprandus che si qualificava come Conte "de Sora
et de Vicu Alba". Nell'anno 1000 il Signore del castello era un certo
Oderisius. Divenne una fortezza di confine dal quale, nel 1187, partirono
anche uomini per la
Terra Santa. Venne distrutto nel 1191 dalle truppe di Enrico
di Hohenstanfen e nel 1349 da un violento terremoto. Negli anni successivi
fu ristrutturato e furono aggiunti altri manufatti. I monaci lo tennero fino
all'inizio del XIII secolo, quando passò alla famiglia d’Aquino, che ne
rafforzò la fortificazione, cingendola di un doppio anello di mura. Dopo una
breve successione, nel possedimento, fra gli Etendard e, ancora, i conti
d'Aquino, il castello passò ai Cantelmo, i quali però, scegliendo come dimora
il castello di Alvito, ne decretarono il repentino abbandono e la più lenta e
graduale rovina. Nel 1574 Giulio Prudentio di Alvito scriveva di un castello
utilizzato, in tempo di turbolenze, dalle Monache che stavano in San
Nicandro. Una prima vera ristrutturazione del maniero si collocherebbe nel XIV
secolo, durante il possesso degli Étendard, in base all'insieme di elementi
strutturali orizzontali e verticali richiamanti lo stile gotico, compresa
l'originale copertura a falda unica pendente verso l'interno. Alla fine del
1500 fu reso ancor più fortificato verso est con la costruzone della Torre
della Rocca tale da renderlo, per le cronache del 1600 una fortezza molto
forte, posto in alto ed inespugnabile. Per tale motivo qui si rifugiò Carlo V
con le sue truppe durante la battaglia, per la conquista dell'Italia, contro
Francesco I, Re di Francia. Le ultime notizie che definiscono il castello
ancora in buone condizioni provengono dagli scritti di due importanti
storici locali: Castrucci e Pistilli. Alla fine del 1700 l’edificio veniva
descritto in rovina alla mercè di uomini e donne di malaffare e per tale motivo
il Duca di Alvito lo cedette per una cifra simbolica alla famiglia Celli che
abitava di fronte al castello. Negli anni le sue condizioni sono
peggiorate progressivamente. Il castello è di proprietà dell'amministrazione
comunale di Vicalvi dal 1985. Da allora su di esso sono stati eseguiti lavori
di consolidamento statico e murario per arrestarne il degrado. Per la
ristrutturazione totale del maniero ed il suo riuso sono necessari 7.000.000 di
€ che l'amministrazione comunale non dispone. Per tali motivi, attualmente
il monumento è chiuso al pubblico e può essere visitato solo da
piccoli gruppi di persone previa richiesta agli uffici comunali. Il castello di
Vicalvi è anche noto alle cronache esoteriche, per le visioni che si sarebbero
qui registrate. Secondo la leggenda, in effetti, il luogo sarebbe teatro delle
apparizioni di una ex-cortigiana, tal Aleandra Maddaloni, un nome però del
tutto estraneo alla storia del castello di Vicalvi e ai suoi diversi feudatari
nel tempo. Lei sarebbe vissuta nel castello nel XVIII secolo, segnalandosi per
aver fatto uccidere i giovani che seduceva, durante le assenze del marito.
Questi però, avendola scoperta, la fece murare viva in una delle torri. Nonostante
le cattive condizioni, visitandolo si ha l'immediata impressione
della grande fortezza che fu e della sua importanza strategica. Appena
entrati dal cancello alzando gli occhi sulle mura è possibile ammirare una
latrina sospesa, uno dei pochi esempi presenti in Ciociaria. Si possono
ancora scorgere le stanze, alcune completamente affrescate, di cui il
castello era dotato, la cappella con ancora visibile un affresco
raffigurante una magnifica Madonna Nera, la Sala Capitolare, tramezzata per
accogliere le Monache di San Nicandro, con archi a tutto sesto e tracce di
camini i cui travertini sono stati trafugati negli anni. Sul camminamento delle
mura perimetrali è possibile spaziare con lo sguardo su tutta la
Valle di Comino. Dal castello si può ammirare un panorama che
offre una visione a tutto campo con i boschi, le montagne, i paesi circostanti
della Valle di Comino e il borgo antico di Vicalvi. Altri link,
consigliati per un approfondimento, sono: http://www.lazionascosto.it/castelli_fortezze_rocche_lazio/castello_longobardo_di_vicalvi.html,
http://www.icastelli.it/castle-1244456459-castello_di_vicalvi-it.php,
http://www.ciociariaturismo.it/index.php?option=com_content&view=article&id=407:il-castello-di-vicalvi&Itemid=1613&lang=it,
https://www.youtube.com/watch?v=Vig1JcMxcOo
(video di Antonio Grella)
Fonti: http://it.wikipedia.org/wiki/Castello_di_Vicalvi,
http://www.comune.vicalvi.fr.it/Castello.html
Foto: da http://www.casadiriposovillaaleandra.com/polopoly_fs/7.14142822.1366176131!/2.jpg
e da http://www.aquinosindacoemerito-grincia.it/immagini/aquinonelmondo/c9.jpg
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