CELLINO SAN MARCO (BR) – Castello Albrizzi
Cellino è stata sotto i domini delle famiglie De
Fallosa, Noha, Albrizzi, Chyurlia ed altri signori feudatari che la governarono
dal medioevo fino al 1806, quando la feudalità venne abolita da Gioacchino
Murat e mai più ripristinata dai Borbone lieti di essersi liberati della
potente aristocrazia del mezzogiorno. Il Palazzo Baronale, detto anche Castello
o Palazzo Comitale, è posto nella piazza principale (largo Castello) del paese.
L’edificio, da oltre vent’anni disabitato, oggi ha un aspetto di molto
differente rispetto all’originale costruzione, dovuto alle numerose e
successive modifiche operate nel tempo. Dell’originaria struttura si conserva
la massiccia balaustra in pietra con colonne tornite sopra il portale di accesso
(ora arco di comunicazione della piazza con via Mario Pagano) la stessa che
percorre l'intero perimetro dell'edificio e che caratterizza la costruzione.
Secondo alcuni documenti il castello è stato iniziato nel 1578 quando il
paese era un feudo governato, proprio da quella data, da Giovanni Antonio
Albrizzi I, che acquistò il feudo dalla Regia Corte per la somma di 23.200
ducati. Questi governò il Casale di Cellino sino al 1615, anno della sua morte.
Non avendo prole gli successe il nipote Giovanni Antonio Albrizzi
II, che si prodigò quasi certamente nella continuazione ed al completamento
dell’edificio, almeno nella parte riguardante la “torre quadrata dagli speroni
a sghembo” che si riferisce alla parte destra guardando l’attuale palazzo.
Ma le date non sono mai state accertate in quanto, nel Rilievo del feudo
di Cellino del 1599, il castello non viene riportato, forse perché ancora non
completato nella sua costruzione. Il primo conte di Cellino,
Nicola Pasquale Chyurlia, si adoperò per l’ampliamento della struttura, i cui
lavori presero avvio nel 1742. Venne aggiunta l’ala più a sinistra
dell’edificio, qui fu aggiunta anche l’araldica scolpita su pietra del casato,
dove spiccano due leoni ritti sulle zampe posteriori da una parte e tre gigli
dall’altra. La nobile famiglia, che nei suoi componenti ha
annoverato diversi cavalieri gerosolimitani oltre allo stesso conte eletto
cavaliere di Terra d’Otranto nel 1750, stabilì la propria residenza nel palazzo
cellinese quasi in concomitanza con la rivolta dei cittadini: questi
lamentavano le pessime condizioni di vita aggravate dai tributi governativi e
dagli obblighi verso i feudatari locali. Nell’archivio parrocchiale del 1742 è
riportato che «la prigione del castello accolse ben presto sediziosi, e qui le
ire sbollirono e la fedele devozione al signore ritornò nel timore di più
tristi patimenti». Nei beni immobili del Catasto Onciario di
Cellino, del 1756, risulta anche il Palazzo Baronale tra le proprietà del conte
(o barone) Chyurlia; nel documento è riportato che l’edificio fu «edificato dai
suoi antecessori, nel luogo detto Il Castello con più e diversi membri
superiori ed inferiori ed un giardino pel proprio uso del suo Agente». Nei
decenni successivi il castello è stato in parte venduto a diversi proprietari
che ne hanno modificato notevolmente l’aspetto, in particolare la parte alla
sinistra dell’arco, guardando proprio l’ex portale d’accesso, che nel suo
aspetto non è più associabile esteticamente alla restante parte dell’edificio.
In questo modo il castello ha perso nel tempo il suo splendore originale.
Secondo Rosario Jurlaro «esso è forse l’unica presenza barocca
nell’architettura civile del paese». Altri link consigliati: https://www.youtube.com/watch?v=Y34TWcRWxTM
(video di tele ramanews), http://www.csm.br.it/pagine/id105-Beni-Architettonici
Fonti: scheda di Giovanni Membola su http://www.mondimedievali.net/Castelli/Puglia/brindisi/cellino.htm,
http://it.wikipedia.org/wiki/Cellino_San_Marco
Foto: entrambe da http://www.brindisiweb.it/provincia/cellino.asp
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