sabato 6 giugno 2015

Il castello di sabato 6 giugno







ROMANO DI LOMBARDIA (BG) – Rocca Visconti-Colleoni

Il borgo ampliò sempre più le proprie dimensioni fino a raggiungere un discreto numero di abitanti nel periodo medievale. Inserito nel Sacro Romano Impero, venne dato in gestione feudale alla diocesi di Cremona, i cui domini terminavano proprio nei confini del borgo stesso, al quale si accedeva mediante quattro porte di ingresso, ognuna delle quali diretta alle vicine città di Bergamo, Cremona, Brescia e Milano. Una porzione del centro abitato, sempre in espansione, venne quindi a trovarsi nel territorio infeudato al vescovo di Bergamo, situazione che provocò non poche discussioni e dispute volte ad ottenere il controllo totale del paese. Per redimere definitivamente la questione gli abitanti si accordarono quindi con i bergamaschi, decidendo la costruzione di un nuovo borgo poco distante, in territorio completamente soggetto a Bergamo: nel 1171 cominciò la costruzione, più a nord, di quello che tuttora è il paese di Romano di Lombardia. Il centro abitato venne cinto da un possente impianto fortificato alto ben 5 metri e protetto da un fossato, nonché dotato di quattro torri agli estremi perimetrali: tre erano gli ingressi, con le vie molto raccolte e gli edifici addossati l’uno con l’altro. Ciò era dovuto al fatto che, se il precedente borgo aveva avuto la possibilità di svilupparsi liberamente ampliandosi verso l’esterno, questo doveva essere inserito in un perimetro ben definito, riducendo ed ottimizzando gli spazi. I nuovi feudatari riconobbero molteplici privilegi ai romanesi, tra cui l’esenzione dalle tasse e l’inserimento in una sorta di zona franca, situazione che permise il prosperare a livello economico e sociale. In seguito l’egemonia del borgo passò in mano alle famiglie più in vista, tra cui si segnalarono i Sommi originari di Cremona, i Colleoni ed i Suardo. A partire dal 1335 il borgo venne preso in gestione dalla famiglia milanese dei Visconti, i quali pochi anni dopo iniziarono una lunga disputa con la repubblica di Venezia, volta ad ottenere il controllo sull’intera zona. La spuntarono i veneziani che, con la pace di Ferrara del 1428 acquisirono gran parte della pianura bergamasca. Anche i nuovi dominatori mantennero i privilegi accordati qualche secolo prima, migliorando le condizioni sociali ed economiche, ponendo a Romano la sede podestarile e del Consiglio speciale. Il territorio venne nuovamente infeudato alla famiglia di Bartolomeo Colleoni, diventando un importante luogo di scambio di merci, posto al confine con il Ducato di Milano, da cui arrivava ogni tipo di mercanzia anche in modo illegale, alimentando di conseguenza il contrabbando, che divenne una delle principali attività degli abitanti. Risalente al termine del XII secolo, la rocca può essere considerata uno degli edifici storicamente più interessanti dell’intera zona. Caratterizzata come ogni castello di pianura di quattro torri e di un cortile interno, la struttura aveva prettamente funzione militare; solamente in seguito ebbe funzione abitativa, quando venne scelta dai podestà veneti come dimora. La massiccia costruzione posta sul lato nord-est della cerchia muraria è stata costruita in epoche diverse: la trasformazione più evidente è stata però sotto la dominazione dei signori di Milano e per questo motivo la rocca è indicata come viscontea. A tal riguardo un esempio può venire dalle tre torri, poste ai vertici perimetrali della sezione rettangolare, delimitate esternamente da un profondo fossato ora prosciugato. La torre di sinistra, di sud-ovest, è quella più antica poiché eretta nel XIII secolo, dentro la quale venne poi costruita la cappella della rocca nel tardo Cinquecento, come testimonia il campanile a vela. La torre di nord-ovest, decisamente più massiccia e caratterizzata da un punto di vista militare, è stata costruita dai Visconti circa un secolo dopo, e serviva a controllare la Porta Bergamo, ora demolita, che si trovava proprio sotto di essa. La torre ha sempre svolto la funzione di prigione militare, anche durante la Seconda Guerra Mondiale. La torre di sud-est conserva la testimonianza del passaggio del Colleoni, che vi fece aprire una loggetta che conserva al suo interno delle decorazioni geometriche realizzate ad affresco. Sotto la loggia, si intravede una porta, molto più alta rispetto al livello del fossato: chiamata pontesella del soccorso, la porta era l’unica che poteva permettere di fuggire in caso di attacco dalla struttura, perché permetteva di accedere al ponte di fuga e ad un’apertura nel recinto fortificato. Le celle erano in questa torre, ove il Colleoni rinchiudeva le spie ed i sicari infedeli; nell'anno 1473 Ambrogio Vismara, sicario sforzesco, fu trucidato ed i brani del corpo furono appesi ai merli della torre. La torre di nord-est è stata costruita nel XVII secolo su un antico torrione ed è anche la più modesta, a testimonianza del cambiamento degli strumenti d’attacco che venivano utilizzati. Come la torre di sud-ovest, anche quella viscontea era posizionata fuori della cerchia muraria e sotto di essa si trovava il fossato colmo d’acqua, alimentato da una risorgiva interna e quindi impossibile da prosciugare. Inoltre, sempre per sottolineare la grande importanza difensiva di questa torre, davanti ad essa si trovava un rivellino con la pusterla e il ponte levatoio, oggi non più esistenti. Le mura, alte oltre cinque metri, hanno un singolo ingresso al quale si accede da un ponte in muratura, venuto a sostituire il ponte levatoio originale, a lato dell'ingresso principale è ancora apprezzabile la posterla ora murata. Le mura possiedono una merlatura di stampo ghibellino, a causa del succedersi dei domini tratti di merlatura presentano riadattamenti di stampo guelfo. All’interno si aprono piccole contrade pavimentate in acciottolato (la Corte Grande e la Corte della cancelleria veneta) con numerosi affreschi raffiguranti gli stemmi della Serenissima. L’interno del cortile è stato rimaneggiato ma riemergono gli affreschi che caratterizzavano i muri degli spalti: è possibile vedere il Leone di san Marco rappresentato con colori vivaci. Uscendo dal cortile e proseguendo sul fianco sul della rocca, si arriva alla torre di sud-est: Il fianco est della rocca è caratterizzato dalla presenza di possenti terragli del XVI secolo; nella parte alta degli spalti sono visibili i merli ghibellini, che invece risultano tamponati sul fianco sud. Altri link suggeriti: http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/RL560-00011/, https://www.youtube.com/watch?v=thfHEiEyVWM (video della Provincia di Bergamo)


Foto: la prima è una cartolina della mia collezione, mentre le altre due sono prese entrambe da http://www.comune.romano.bg.it/index.php?pagina=galleria&id=11&mode=galleria

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