ROMANO DI LOMBARDIA (BG) – Rocca Visconti-Colleoni
Il borgo ampliò sempre più le proprie dimensioni fino a raggiungere un
discreto numero di abitanti nel periodo medievale. Inserito nel Sacro Romano
Impero, venne dato in gestione feudale alla diocesi di Cremona, i cui domini
terminavano proprio nei confini del borgo stesso, al quale si accedeva mediante
quattro porte di ingresso, ognuna delle quali diretta alle vicine città di
Bergamo, Cremona, Brescia e Milano. Una porzione del centro abitato, sempre in
espansione, venne quindi a trovarsi nel territorio infeudato al vescovo di
Bergamo, situazione che provocò non poche discussioni e dispute volte ad
ottenere il controllo totale del paese. Per redimere definitivamente la
questione gli abitanti si accordarono quindi con i bergamaschi, decidendo la
costruzione di un nuovo borgo poco distante, in territorio completamente
soggetto a Bergamo: nel 1171 cominciò la costruzione, più a nord, di quello che
tuttora è il paese di Romano di Lombardia. Il centro abitato venne cinto da un
possente impianto fortificato alto ben 5 metri e protetto da un fossato, nonché
dotato di quattro torri agli estremi perimetrali: tre erano gli ingressi, con
le vie molto raccolte e gli edifici addossati l’uno con l’altro. Ciò era dovuto
al fatto che, se il precedente borgo aveva avuto la possibilità di svilupparsi
liberamente ampliandosi verso l’esterno, questo doveva essere inserito in un
perimetro ben definito, riducendo ed ottimizzando gli spazi. I nuovi feudatari
riconobbero molteplici privilegi ai romanesi, tra cui l’esenzione dalle tasse e
l’inserimento in una sorta di
zona franca, situazione che permise il
prosperare a livello economico e sociale. In seguito l’egemonia del borgo passò
in mano alle famiglie più in vista, tra cui si segnalarono i
Sommi
originari di Cremona, i
Colleoni ed i
Suardo. A partire dal 1335
il borgo venne preso in gestione dalla famiglia milanese dei Visconti, i quali
pochi anni dopo iniziarono una lunga disputa con la repubblica di Venezia,
volta ad ottenere il controllo sull’intera zona. La spuntarono i veneziani che,
con la
pace di Ferrara del 1428 acquisirono gran parte della pianura
bergamasca. Anche i nuovi dominatori mantennero i privilegi accordati qualche
secolo prima, migliorando le condizioni sociali ed economiche, ponendo a Romano
la sede podestarile e del Consiglio speciale. Il territorio venne nuovamente
infeudato alla famiglia di Bartolomeo Colleoni, diventando un importante luogo
di scambio di merci, posto al confine con il Ducato di Milano, da cui arrivava
ogni tipo di mercanzia anche in modo illegale, alimentando di conseguenza il
contrabbando, che divenne una delle principali attività degli abitanti. Risalente
al termine del XII secolo, la rocca può essere considerata uno degli edifici
storicamente più interessanti dell’intera zona. Caratterizzata come ogni
castello di pianura di quattro torri e di un cortile interno, la struttura
aveva prettamente funzione militare; solamente in seguito ebbe funzione
abitativa, quando venne scelta dai podestà veneti come dimora. La massiccia
costruzione posta sul lato nord-est della cerchia muraria è stata costruita in
epoche diverse: la trasformazione più evidente è stata però sotto la
dominazione dei signori di Milano e per questo motivo la rocca è indicata come
viscontea. A tal riguardo un esempio può venire dalle tre torri, poste ai
vertici perimetrali della sezione rettangolare, delimitate esternamente da un
profondo fossato ora prosciugato. La torre di sinistra, di sud-ovest, è quella
più antica poiché eretta nel XIII secolo, dentro la quale venne poi costruita
la cappella della rocca nel tardo Cinquecento, come testimonia il campanile a
vela. La torre di nord-ovest, decisamente più massiccia e caratterizzata da un
punto di vista militare, è stata costruita dai Visconti circa un secolo dopo, e
serviva a controllare la Porta Bergamo, ora demolita, che si trovava proprio
sotto di essa. La torre ha sempre svolto la funzione di prigione militare, anche
durante la Seconda Guerra Mondiale. La torre di sud-est conserva la
testimonianza del passaggio del Colleoni, che vi fece aprire una loggetta che
conserva al suo interno delle decorazioni geometriche realizzate ad affresco.
Sotto la loggia, si intravede una porta, molto più alta rispetto al livello del
fossato: chiamata pontesella del soccorso, la porta era l’unica che poteva
permettere di fuggire in caso di attacco dalla struttura, perché permetteva di
accedere al ponte di fuga e ad un’apertura nel recinto fortificato. Le celle
erano in questa torre, ove il Colleoni rinchiudeva le spie ed i sicari
infedeli; nell'anno 1473 Ambrogio Vismara, sicario sforzesco, fu trucidato ed i
brani del corpo furono appesi ai merli della torre. La torre di nord-est è stata
costruita nel XVII secolo su un antico torrione ed è anche la più modesta, a
testimonianza del cambiamento degli strumenti d’attacco che venivano utilizzati.
Come la torre di sud-ovest, anche quella viscontea era posizionata fuori della
cerchia muraria e sotto di essa si trovava il fossato colmo d’acqua, alimentato
da una risorgiva interna e quindi impossibile da prosciugare. Inoltre, sempre
per sottolineare la grande importanza difensiva di questa torre, davanti ad essa
si trovava un rivellino con la pusterla e il ponte levatoio, oggi non più
esistenti. Le mura, alte oltre cinque metri, hanno un singolo ingresso al quale
si accede da un ponte in muratura, venuto a sostituire il ponte levatoio
originale, a lato dell'ingresso principale è ancora apprezzabile la posterla
ora murata. Le mura possiedono una merlatura di stampo ghibellino, a causa del
succedersi dei domini tratti di merlatura presentano riadattamenti di stampo
guelfo. All’interno si aprono piccole contrade pavimentate in acciottolato (la
Corte
Grande e la
Corte della cancelleria veneta) con numerosi affreschi
raffiguranti gli stemmi della Serenissima. L’interno del cortile è stato
rimaneggiato ma riemergono gli affreschi che caratterizzavano i muri degli
spalti: è possibile vedere il Leone di san Marco rappresentato con colori
vivaci. Uscendo dal cortile e proseguendo sul fianco sul della rocca, si arriva
alla torre di sud-est: Il fianco est della rocca è caratterizzato dalla
presenza di possenti terragli del XVI secolo; nella parte alta degli spalti
sono visibili i merli ghibellini, che invece risultano tamponati sul fianco
sud. Altri link suggeriti:
http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/RL560-00011/,
https://www.youtube.com/watch?v=thfHEiEyVWM
(video della Provincia di Bergamo)
Foto: la prima è una cartolina della mia collezione, mentre
le altre due sono prese entrambe da http://www.comune.romano.bg.it/index.php?pagina=galleria&id=11&mode=galleria
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