lunedì 22 giugno 2015

Il castello di lunedì 22 giugno






PORTOCANNONE (CB) - Palazzo Baronale

Il paese di Portocannone esisteva già in epoca medievale. Nel 1137 era chiamata Portocandesium e successivamente, come risulta dai registri angioini del 1320, il suo nome fu mutato in Portocanduni. La Portocannone del periodo latino ebbe fine nel 1456, quando un violento terremoto la rase al suolo quasi interamente e distrusse la maggior parte delle abitazioni. Fu ricostruita interamente dieci anni dopo da una colonia di esuli Arbëreshë, durante la prima emigrazione Albanese che ebbe luogo nel 1461, quando re Ferdinando I d'Aragona, per vincere la fazione angioina contro cui era in guerra, ottenne l'aiuto delle milizie di Giorgio Castriota Skanderberg, l'eroe nazionale albanese che combatté per la libertà del suo popolo e della sua terra. La morte del condottiero Arbëreshë comportò l'invasione ormai certa dei Turchi ottomani, così molti albanesi varcarono l'Adriatico, certi di ottenere la protezione del regno di Napoli in virtù dei benefici che il principe Skanderbeg aveva reso alla corona d'Aragona. Vennero così ripopolati i paesi distrutti dal terremoto e iniziò la rifondazione di Portocannone. Al luogo, che si trovava a poca distanza dal vecchio centro abitato dai Latini, (nei pressi dell'attuale cimitero) fu dato lo stesso nome del paese raso al suolo dal terremoto, Portocannone, e vi fu subito costruita la nuova chiesa in onore della Madonna di Costantinopoli. Fra i monumenti spicca il palazzo baronale, edificato tra il 1735 e il 1742 dal Barone Carlo Diego Cini, appartenente ad un importante casato originario di Guglionesi, che nei primi anni del XVIII secolo divenne titolare del feudo. Successivamente fu alienato alla famiglia Tanasso, che lo ha restaurato nel 1915 e ne è attualmente proprietaria. Ubicato al centro del nucleo urbano, il palazzo si presenta come una massiccia costruzione con muro a leggera scarpa e contrafforti rastremati negli angoli, che lo fanno sembrare una fortezza. La pianta dell'edificio è quadrangolare e si erge su tre livelli: il piano terra comprende la zona che circonda il cortile centrale ed è utilizzato come un magazzino. Il primo piano definito piano nobiliare è diviso in tante stanze riccamente affrescate e arredate; al secondo piano, invece, vi è un loggiato che dal lato orientale affaccia sul giardino. L’ingresso al palazzo presenta le volte affrescate che raffigurano quattro divinità italiche caratterizzate da orecchie appuntite, corna e piedi caprini. Oltrepassato il portone vi è una scala che conduce ad un’anticamera decorata da otti dipinti risalenti al ‘900. Il palazzo è caratterizzato inoltre da splendidi dipinti: in salotto, il pittore Ugo Sforza ha riproposto, ripreso da Rubens, il "Ratto delle Leuccipidi", in una stanza adibita a studio invece è riprodotto un nudo maschile con un cavallo, che si rifà probabilmente alla "Fedra" dell'Ippolito. Dietro la porta dello studio oltre allo stemma della famiglia Cini vi è un quadro che ritrae Matteo Tanasso bambino, accanto a sua madre, Rosa Bucci di Larino. All’interno dell'edificio, celata sotto le "vesti" di un armadio,  vi è una cappella dedicata alla Madonna del Rosario di Pompei. La facciata del palazzo è sezionata in tre parti: le finestre più esterne sormontate da piccole lunette, quelle più interne da un piccolo frontone, e quelle centrali anch'esse da piccole lunette. La piazza antistante il palazzo è occupata da una fontana, visibile in primo piano. Altro link suggeriti: http://www.carrodeigiovani.org/guida-turistica/palazzo-tanasso.html.

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Portocannone,  http://www.molise.org/territorio/Campobasso/Portocannone/Arte/Castelli/Palazzo_Cini-Tanasso, http://turismo.provincia.campobasso.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/426

Foto: da http://www.kirschbaum-online.de/Urlaub/Italien2005/Innere/D_Portocannone1.JPG e da http://robertomaurizio1947.blogspot.it/2008/09/vacanze-molisane-4.html

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