CORZANO (BS) – Castello Avogadro (oggi Bentini) in frazione
Meano
Il borgo di Meano nel 1493 risultava assegnato al vicariato di Pompiano, di
ragione di Luigi Avogadro, ed abitato da 200 anime (Medin 1886). Dal '600 Meano
viene indicato come terra esente, e con un abitato avente: 25 fuochi e 600
anime, sotto la giurisdizione dei signori Avogadro (Da Lezze 1610); nel 1733
sembra ascritto alla quadra di Orzinuovi (Mazzoldi 1966). Nel 1764 è elencata
tra le comunità feudali, privilegiate e nello stesso anno vi erano 192 anime.
Nel 1766 è citato tra le terre esenti del Territorio bresciano (Elenco comuni
Territorio di Brescia, 1766). Il castello venne edificato intorno alla fine del
'400 dalla nobile famiglia bresciana degli Avogadro, del ramo dei patrizi
veneti, e attorno ad esso è poi sorto l'intero abitato del quale si
contraddistinguono una serie di cascinali di servizio posti in continuo dialogo
con l’importante sistema idrico di rogge e risorgive, che rendono il borgo uno
straordinario esempio di gioiello urbanistico medioevale della bassa padana. Probabilmente
il progetto dell’edificio fu del celebre Pietro Avogadro citato in molti testi
storici "padre della patria" per il ruolo ricoperto in servizio di
Brescia e della Serenissima durante le tante battaglie svolte sul nostro
territorio, contro l’esercito milanese dei Visconti. Il castello venne negli
anni utilizzato esclusivamente come dimora di campagna e villino di caccia. A
scopo difensivo fu dotato di un fossato con tanto di ponte levatoio. Fu quasi
certamente residenza di una importante figura della storia cittadina: Luigi
Antonio Avogadro condannato a morte da Gastone di Foix. Del castello principale
non sono rimasti che due lati, quello verso la strada a monte e quello a sera
verso il parco. I muri, fatti di mattoni rossi scoperti creano un simpatico
effetto cromatico nel verde della campagna circostante. La facciata tra le due
torri è ornata da una bella cornice con fregi in cotto. All'estremo del lato di
monte vi è un rivellino con portone che un tempo era chiuso con un ponte
levatoio, e tutto intorno vi girava un fossato alimentato da una delle tante
roggie che percorrono il territorio di Corzano. All'interno un ampio cortile
termina nel lato verso ovest con un portico a cinque arcate a tutto sesto,
sostenuto da colonne in pietra bianca e capitelli fogliati. Su due colonne sono
ancora visibili gli stemmi dei due casati principali proprietari del castello:
il primo, in fascia doppiomerlato, porta le iniziali di Luigi Avogadro, il
secondo partito, riporta l'aquila dei Martinengo. Sopra il portico è pregevole
il loggiato cinquecentesco composto da undici archi e colonne, che termina
sulla scala scoperta, che scende al piano terra nel cortile. Nei locali interni
ampi e originali saloni con soffittature lignee a cassettoni, rendono vivace
l'ambiente grazie alle loro decorazioni. La parte più pregevole è senza dubbio
la sala al pianterreno. Le volte affrescate con scene di vita quotidiana da
Floriano Ferramola nel 500, si alternano a stemmi dei casati Avogadro -
Martinengo. Nell'Ottocento il castello fu acquistato dalla famiglia Bozzi, di
origini pavesi, che restaurò parte dei locali interni e le bellissime cornici
in cotto dei finestroni esterni. Attualmente appartiene alla famiglia Terenzi
ereditaria dei Beni. L’immobile è di proprietà privata ma occasionalmente
utilizzato dall’amministrazione comunale grazie alla sensibilità dei
proprietari, per l'organizzazione di eventi culturali svolti nel giardino del
castello.
Fonti:
http://www.comuniterrebasse.it/edifici-storici.html?id=63,
http://it.wikipedia.org/wiki/Meano_%28Corzano%29
Foto: di photo studio su
http://rete.comuni-italiani.it/foto/2009/393500
e da http://www.pianurasostenibile.org/bin/il_borgo_di_meano.html
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