GATTEO (FC) – Castello Malatesta
Nei secoli precedenti l'anno Mille, il territorio di Gatteo era
caratterizzato da grandi boscaglie e paludi malsane, a causa di particolari
condizioni climatiche e meteorologiche quali inondazioni e inverni assai rigidi
durante i secoli dal V all'VIII. Le prime opere di bonifica del territorio
iniziarono verso il secolo IX a cura della Chiesa Ravennate e dei grandi
monasteri e Abbazie che disponevano, grazie ai loro monaci, di valida
manodopera. Alla fine del X secolo sorse una struttura di difesa l'"Aggero
Gatthei" (Aggeres: tipo di fortificazione o accampamento, che prese il
nome da Giulio Cesare, di forma quadrilatera delimitato da una staccionata e da
un fossato), fortificato da un muro ad una testa, che cominciò a prendere le
sembianze di "Castello". Nei secoli XIII - XIV Gatteo diventò Comune
medievale, una forma politica autonoma di governo cittadino con poteri
conferiti ai Consoli. Con l'avvento del dominio dei Malatesta di Verucchio
proseguì dal 1311 il consolidamento del Castello di Gatteo che, come altri
costruiti in quel tempo, aveva prevalentemente carattere abitativo-difensivo
data l'esigenza di assicurare le dimore e difenderle da attacchi esterni e
saccheggi. Nel 1353 "Castrum Gatthei", situato nella pianura tra la
strada maestra e il mare Adriatico faceva parte del Vicariato di Santarcangelo,
dopo essere stato sottratto come Comune alla giurisdizione del Malatesta e
posto sotto il dominio del Papa. Verso il 1431-1432, comparve a Gatteo Erasmo
da Narni detto Gattamelata, capitano di ventura agli ordini di Papa Eugenio IV.
A questo personaggio venne erroneamente attribuito l'origine dello stemma
comunale di Gatteo. Nel 1452 il Papa Niccolò V concesse tutto il territorio di
Gatteo in feudo ai Conti Guidi di Bagno e nello stesso anno (il 19 agosto)
vennero stabiliti i confini territoriali fra il Comune di Cesena e quello di
Gatteo. A questo periodo risalgono l'Oratorio di San Rocco, costruito nel 1484,
in seguito alla terribile pestilenza del 1458-1461 e la Chiesa di Sant'Antonio
Abate con l'annesso ospedale in funzione già dal 1467. Agli inizi del
Cinquecento Gatteo faceva parte del Ducato di Romagna, che ebbe vita breve in
seguito all'invasione dei Veneziani, i quali spodestando il Duca Valentino nel
1505 permisero il ripristino del sistema feudale con il ritorno, nel 1516, dei
Conti Guidi di Bagno, i quali, salvo brevi interruzioni, rimasero al potere
fino al 1656, quando il Feudo di Gatteo tornò direttamente nelle mani del
Pontefice. Da quel momento Gatteo ebbe un governo stabile e vide sorgere quella
che è l'attuale struttura del paese, con l'ampliamento delle abitazioni attorno
al castello. Nel 1541 la Chiesa di San Lorenzo divenne Parrocchia e nel 1554 venne
tolta dalla dipendenza di San Giovanni in Compito ed ottenne un proprio Fonte
battesimale. Nel 1576 il marchese Fabrizio Guidi Di Bagno, nell'area
prospiciente il castello, edificò un oratorio o chiesa dedicata alla Madonna
del Popolo nel luogo dove, già dal 1400, esisteva un sacello intitolato a Santa
Maria in Lacrimis. Da qui ebbe origine poi l'attuale chiesa parrocchiale nel
1819. Nel 1610, il Consiglio della Comunità di Gatteo, su proposta del marchese
Di Bagno, divise il territorio comunale in undici quartieri. Ad ogni quartiere
veniva assegnato un capo-quartiere o balitore scelto - ad estrazione - fra
tutti i residenti di un certo ceto di quel determinato quartiere. Tale carica
durava quattro mesi. Giuseppe Garibaldi, diretto a dar man forte alla
resistenza di Venezia, il 1º agosto 1849 attraversò il territorio passando per
Gatteo con oltre duecento garibaldini; sostò nel borgo e proseguì per
Sant'Angelo dove si fermò a riposare una notte in un'abitazione in via Fiume e
si abbeverò nel vecchio pozzo davanti alla farmacia ora appena sotto il manto
stradale per arrivare poi alle Due Bocche (Gatteo a Mare) e di qui giungere a
sorpresa a Cesenatico, per salpare poi con tredici bragozzi chioggiotti alla
volta di Venezia. Il castello di Gatteo sorge nel XIII secolo presumibilmente
sul luogo di un preesistente accampamento romano. Nel corso dei secoli è stato
soggetto a diverse trasformazioni. Ha una configurazione pressoché
quadrangolare, è munito di una torre e cinque baluardi ed è circondato da una
larga fossa, in origine piena d'acqua, oltrepassabile solo grazie ad un ponte
levatoio. Nel lato orientale della cinta muraria si trova l'ingresso del
castello, costituito da un arco a tutto sesto sormontato da una torre quadrata,
il cassero, dove sono ancora oggi visibili le corsie per lo scorrimento delle
travi che azionavano il ponte levatoio; sulla sommità del cassero vi è la seicentesca
torre civica. Nella seconda metà del '700 le mura, ad eccezione del lato
orientale che conserva resti dei beccatelli e della muratura, vennero abbassate
e di conseguenza la fossa circondante il castello completamente riempita di
terra ed il ponte levatoio, sostituito da un ponte in pietra. Il Castello è
stato soggetto a un lungo restauro conclusosi nel 2003, grazie al quale è ora
possibile effettuare un'insolita passeggiata sulle mura di cinta. In agosto la
corte del castello viene utilizzata per l'allestimento di una parte della
tradizionale Festa Patronale di San Lorenzo.
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