MORCIANO DI LEUCA (LE) – Torre Capece in frazione Barbarano
del Capo
Le radici di Barbarano del Capo sono da ricondurre alla
distruzione della città di Vereto da parte dei saraceni nel IX secolo. Con
l'arrivo dei Normanni verso la fine del XII secolo, il re Tancredi d’Altavilla
donò il feudo a Lancellotto Capece la cui famiglia ha lasciato una
rilevante impronta della loro presenza con la costruzione di una torre
fortificata. Governato per un breve periodo da Scipione Ammirato, nel 1297
fu ceduto ai Natoli (Nantolio o Antoglietta), nel 1303 venne investito Enrico
di Natoli come Signore di Barbano. Nel 1346 compare come Signore di Barbarano
Filippo di Natoli (de Nantolio), Capitano Generale della Regina Giovanna I di
Napoli, Gran Ciambellano, e familiare di Filippo II d’Angiò Imperatore di
Costantinopoli e principe di Taranto. A Filippo subentrò suo figlio Giovanni (†
post 1383), Barone di Ruffano e Barbarano dal 1371 circa, che comprò anche il
feudo di Francavilla dalla Camera Regia verso il 1368, si sposò con Beatrice de
Noha. I Natoli rimasero come Signori feudali fino al 1350. Ad essi succedettero
i d'Aquino e poi tornarono ancora i Natoli. Nel 1442, con il
dominio aragonese, ritornarono i Capece che ne detennero il controllo sino al 1806,
anno in cui finì la feudalità. La Torre baronale Capece, edificata
probabilmente in epoca tardo medievale, costituisce ciò che rimane di un
castello cinquecentesco eretto dalla nobile famiglia Capece. Presenta una
pianta quadrata con due stanze e serviva come luogo di guardia e di
avvistamento contro le incursioni saracene. Alta diciotto metri, possiede una
base scarpata e un corpo superiore quadrangolare caratterizzato da caditoie,
feritoie ed altri elementi che ne determinano il ruolo difensivo. Venti beccatelli
per lato sorreggono la parte terminante della torre che ospita sette aperture
per l'utilizzo dei cannoni. Ai piedi del torrione si distribuiscono i locali
adibiti ad alloggi, depositi e scuderie. Il portale d'acceso è sormontato dallo
scudo araldico dei Capece raffigurante un leone rampante d'oro, vestito di
vajo, in campo rosso con la scritta “DEPOSE I POTENTI ED ESALTO’ GLI UMILI MDV
(1505)”. La famiglia Capece, originaria di Bisanzio, giunse in Italia nel IX
secolo; si insediarono a Napoli dove insieme alle potentissime famiglie dei Caracciolo
e di Carafa, presero in mano la Città; dai registri angioini dell'anno 1294 è
riscontrabile la presenza di un ramo cadetto dei Capece; verosimilmente Capece
Minutolo, di cui uno si trasferì da Napoli in Sicilia e l'altro, diviso in
diverse linee di discendenza si diffuse nelle Puglie e quindi in terra
d'Otranto. La torre ha tre piani, di cui il primo era il posto di guardia con
un’unica finestra e sotto a questa una botola nel pavimento, probabilmente una
tomba o un semplice rifugio. Una stretta scaletta porta al secondo piano
gradevolmente ampio, con quattro finestre per lato, la stessa scala porta al
terrazzo il quale presenta sette aperture utilizzate per sistemarvi i cannoni.
Al piano terra la corte consente l'ingresso agli alloggi e locali di servizio,
a sinistra la scuderia e maneggio con volte a botte e l’originaria
pavimentazione; probabilmente anche il mulino ed uno splendido giardino tutto a
dimostrazione di una vita completa della corte. Presenti poi gli ambienti per
le guardie e due pozzi utilizzati anche dalla popolazione, uno dei quali è oggi
visitabile.
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Barbarano_del_Capo,
http://www.torrevado.info/salento/barbarano-del-capo/torre-capece-barbarano.asp,
http://www.immobiliarecasasalento.it/dettagliostruttura.php?id=15
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