MARTIGNANO (LE) - Palazzo baronale Palmieri
Le origini di Martignano risalgono al periodo della colonizzazione bizantina
del Salento, sebbene non mancano ipotesi circa la fondazione in epoca romana.
Sorto all'incrocio fra l'antica Via Traiana Calabra, che da Brindisi conduceva
a Lecce e a Otranto, e la strada che da Roca Vecchia portava a Nardò, il casale
è menzionato per la prima volta in un documento della seconda metà del XIII
secolo in riferimento alla concessione del casale da parte degli Angioini a
Simone Belvedere, genero del re Carlo I d'Angiò. Agli inizi del XIV secolo il
feudo appartenne ai Conti di Brienne Gualtieri e Isabella e successivamente
passò a Maria d'Enghien, nipote di Isabella e moglie di Raimondello del Balzo
Orsini. A partire dal XVI secolo il feudo passò nella proprietà di varie
famiglie feudatarie che si succedettero sino al 1806, anno di eversione della
feudalità: i Pignatelli, i Palmieri, i Pisanelli e per ultimi i Granafei. Palazzo
Palmieri, di impianto cinquecentesco, venne costruito con funzioni residenziali
e difensive ed ampliato fino al XVIII secolo. Diede i natali al più illustre
cittadino martignanese, Giuseppe Palmieri nato il 5 maggio 1721, che fu ministro
delle Finanze del regno di Napoli. Sulla facciata, scarsamente riconoscibili,
sono rimaste due tracce dell'uso difensivo: una feritoia rettangolare ed
un'apertura sferica per la volata di una colubrina. Molto indicativo è il
triscele
(dal greco
triskeles = tre gambe) sull'architrave della raffinata
(murata) porta a sinistra del portale d'ingresso, motivo iconografico di
origine orientale, frequente nella monetazione greca e romana, composto da
bracci curvilinei che girano nella stessa direzione, associati al dinamismo, al
torcere, al ruotare. L'imponente portale d'ingresso del Palazzo venne costruito
negli anni settanta del Settecento. Sul portale di ingresso, costruito negli
anni settanta del Settecento, è incastonata l'arme araldica della famiglia
Granafei (d'oro al leone rampante di nero, lampassato di rosso, portante fra le
branche anteriori tre spighe di grano di nero) ultimi feudatari di Martignano. Il
Palazzo presenta due piani fuori terra, un cortile centrale pavimentato con
conci di pietra dura dal quale, a destra e a sinistra, si sale ai piani
superiori. Pregevole è l'elegante terrazza che si apre in alto a destra del
prospetto. Tra i vari ambienti a piano terreno vi è anche l'antica cappella di
famiglia, intitolata a S. Domenico, oggi totalmente dismessa ed a mala pena
riconoscibile dalla porta murata che si apre immediatamente a sinistra del
grande portale di ingresso. Adiacente al palazzo è un grande frantoio
semi-ipogeo. Il frantoio, da un impianto ipogeo venne ampliato fino all'attuale
struttura, passando da una lavorazione ai torchi
alla calabrese ad una
alla
genovese. La macina,
alla francese, presenta un'ampia vasca con due
macine in pietra verticali. Visibili all'interno la stalla, le vasche di
raccolta dell'olio, le stanze di deposito (le
sciave) e
lu ciucciu,
organo verticale utilizzato per moltiplicare la forza di pressione sull'impasto
delle olive. A Palazzo Palmieri ha sede il Parco Turistico Culturale Palmieri,
Centro servizi al Turismo ed alla Cultura, gestito dall'Associazione Turistica
Culturale Salento Griko in Convenzione con il Comune di Martignano,
proprietario dell'immobile. All'interno sono presenti i servizi gratuiti di
Front Office Turistico, Mediateca e Biblioteca. Durante l'intero anno sono
numerosi gli appuntamenti culturali (concerti, dibattiti, presentazioni libri,
mostre, visite, ecc.) che vi si svolgono. Il palazzo ha accanto anche un
giardino, oggi parco pubblico.
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Martignano, http://www.comune.martignano.le.it/itinerario-turistico.html,
http://www.mondimedievali.net/Castelli/Puglia/lecce/provincia000.htm#martignano2
Foto: di Lupiae su https://it.wikipedia.org/wiki/Martignano#/media/File:Palazzo_Palmieri_Martignano.jpg
e di Freddyballo su https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Martignano_(LE)_-_piazza.JPG
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