PUGLIANELLO (BN) – Castello Baronale
Puglianello venne citato per la prima volta nel IX secolo. Il suo nome
originario era quello di
Pullianellu. Il borgo era in suffeudo già
intorno al 1150: infatti, nel Catalogus Baronum risulta dato (con l'obbligo di
un solo milite) a Johannes Garardus Camerarius, valvassore di Nicolaus
Frascenellus, a sua volta vassallo di Roberto dei Sanseverino di Lauro, conte
di Caserta e titolare del feudo. Appartenuto originariamente alla signoria dei
Pugliano di Alife, il paese divenne poi un feudo autonomo (XV secolo) sotto i
Celano, i Paolella ed i De Carles di Teano ,successivamente i Guercia di Napoli.
Lo ebbero anche i Gaetani e i de Rinaldo (la famiglia capuana cui appartenne il
letterato e storico Ottavio, nato proprio a Puglianello nel 1712 e morto nel
1773). Alla fine del Cinquecento contava circa cento abitanti e continuò a
spopolarsi tanto che in un atto notarile del 1702 alcuni cittadini di Faicchio
dichiaravano che «
già prima del contagio del 1656 il detto Castello
di Puglianello è stato disabitato dai cittadini, privo di abitanti, di case e
di abitazioni». Nell'atto si continua scrivendo che, dato che il paese era
disabitato, il tutto era diventato pieno di vegetazione ed erano rimasti in
piedi solo pochi edifici: "
la casa che si dice del Barone, anche se
parte d'essa è sconcia e diruta, le chiese di Santa Maria e di San Giacomo, e
la taverna di proprietà del Barone". Un altro documento che testimonia
l'abbandono del paese risale al 1667 quando gli economi della cappella del
SS.mo Corpo di Cristo di Puglianello chiesero al vescovo di Cerreto Sannita l'autorizzazione
a vendere due campane di proprietà della cappella dato che detta cappella era
cadente e che gli abitanti del paese si erano trasferiti altrove. I feudatari,
negli anni successivi, vi chiamarono coloni da altrove che contribuirono a
ripopolare il piccolo centro. Nel centro del piccolo borgo è sito l'antico
Castello dei baroni di Puglianello, oggetto nel tempo di diverse
ristrutturazioni e attualmente suddiviso in più unità abitative. La pianta è
rettangolare (quasi quadrata) a corte chiusa, con quattro torri angolari a
pianta circolare, con base troncoconica e alzato cilindrico, pareti verticali
con base scarpata, ben conservata solo sui fronti verso NO e SE (doccioni). L’edificio
è costruito in tufo giallo, materiale di cui è ricca la zona e possiede un
antico porticato nel cortile interno. La trasformazione in villa rustica (avvenuta
tra il XIX e il XX) ha pesantemente alterato la volumetria della struttura
(soprattutto lungo le cortine) e gran parte delle facciate (in particolare
quella è l'accesso principale). La torre principale, quella verso Nord, è anche
la meglio conservata (redondone in piperno, tracce di saettere, doccione).
Proprio il fronte verso Alife (NO) sembra conservare interessanti tracce della
primitiva costruzione medievale: infatti, è possibile ipotizzare che l'accesso
originario fosse su questo lato, in corrispondenza del rafforzamento della
cortina costituito dalla bassa torre rettangolare difesa da cannoniere e
feritoie.
Nessun commento:
Posta un commento