domenica 10 gennaio 2016

Il castello di domenica 10 gennaio





VIGNANELLO (VT) – Castello Ruspoli

La prima menzione ufficiale del villaggio si ebbe nel 604 d.C. , ‘olivetum in feudo Julianelli’, quale dono del pontefice Gregorio Magno a favore della Basilica Vaticana, successivamente il podere passò al Sacro Romano Impero, e poi nuovamente ai pontefici che ne fecero un possedimento benedettino sino al 1081-1082. In questo periodo il villaggio si era già trasformato in un castrum, ovvero in un nucleo cittadino fortificato da una cinta muraria, della quale sopravvivono solo esigue testimonianze. Nel 1169 Federico Barbarossa strappò Vignanello alla Chiesa includendola nei possedimenti imperiali viterbesi, iniziò così una tortuosa contesa che vide protagoniste le famiglie Aldobrandini, Orsini e dei Di Vico. Il castrum tornò alla Chiesa nel 1435 per essere ceduto all’Ospedale Santo Spirito nel 1456 e poi ancora nel 1534 a Beatrice Farnese, dopo la quale, per vicissitudini di tipo parentale, il feudo entrò a far parte del dominio dei principi Ruspoli-Marescotti. Nel 1816 Pio VII pretese l’abbandono del governo da parte dei principi, sicché Vignanello fu definitivamente annesso allo Stato Pontificio fino alla sua caduta, avvenuta nel 1870 con la proclamazione del Regno d’Italia. Il castello sorge sul luogo di una rocca dei frati benedettini costruita nell'anno 853, quando questo territorio apparteneva allo Stato Pontificio. La prima feudataria fu Beatrice Farnese nel 1531. Cinque anni dopo, alla sua morte, papa Paolo III Farnese confermò la discendenza alla figlia Ortensia, sposata a Sforza Marescotti. La costruzione subì una trasformazione secondo gli schemi architettonici ghibellini, su disegno del Sangallo. L’edificio, circondato da un profondo fossato con bastioni agli angoli della pianta quadrilatera regolare, è stato edificato in scura pietra grigia e mostra ciò che si intendeva alla metà del XVI secolo per palazzo residenziale fortificato. Sulla sua superficie muraria si alternano finestre squadrate cinquecentesche, balconcini in ferro battuto, caditoie e feritoie. La merlatura ghibellina che scorre a sporto lungo tutto il perimetro murario del castello risulta schiacciata dal tetto in legno e mattoni che oggi ricopre tutto l’edificio. Il castello così come lo si vede oggi fu voluto nel 1610 dalla moglie di Marc'Antonio Marescotti, Ottavia Orsini, figlia del creatore del suggestivo giardino di Bomarzo, che ha lasciato traccia indelebile del suo amore per questo luogo: le proprie iniziali e quelle dei suoi due figli Sforza e Galeazzo, permettendo così la certa datazione della nascita del giardino. Nel 1704 il castello prese il nome Ruspoli, con l'obbligo di tramandare il nome e oggi è ancora residenza estiva dei discendenti della stessa famiglia. Il giardino annesso ospita uno dei più acclamati parterre del Seicento; il grande spazio pianeggiante e rettangolare è attraversato in lunghezza e larghezza da quattro viali, che definiscono dodici parterre di bosso allineati e squadrati che racchiudono al centro una grande vasca recinta da quattro arcate di balaustre. Queste “sculture vegetali”, in origine di salvia e rosmarino, conferiscono al luogo la nitidezza di un disegno geometrico astratto. Nonostante i cambiamenti di stile, soprattutto a fine Settecento con la moda delle broderies francesi, il giardino si è mantenuto miracolosamente intatto. Altri link suggeriti: http://www.ilparcopiubello.it/index.php/park/dettaglio/6, http://www.prolocovignanello.org/storia-e-cultura/il-castello-ruspoli/, https://www.youtube.com/watch?v=oMaADAXDQ1M (video di Roberto Grazzini), http://www.comune.vignanello.vt.it/Home/Guidaalpaese/tabid/16652/Default.aspx?IDPagina=6969

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Vignanello, http://www.grandigiardini.it/giardini-scheda.php?id=66, testo su pubblicazione “Rocche e castelli del Lazio” di Anna Claudia Cenciarini e Maurizio Giaccaglia (1982),

Foto: la prima è una cartolina della mia collezione, la seconda è presa da http://www.italianbotanicalheritage.com/media/strutture/000983/header_imgs/vignanello-31-.jpg

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