VIGNANELLO (VT) – Castello Ruspoli
La prima menzione ufficiale del villaggio si ebbe nel 604 d.C. , ‘olivetum
in feudo Julianelli’, quale dono del pontefice Gregorio Magno a favore della
Basilica Vaticana, successivamente il podere passò al Sacro Romano Impero, e
poi nuovamente ai pontefici che ne fecero un possedimento benedettino sino al
1081-1082. In questo periodo il villaggio si era già trasformato in un
castrum,
ovvero in un nucleo cittadino fortificato da una cinta muraria, della quale
sopravvivono solo esigue testimonianze. Nel 1169 Federico Barbarossa strappò
Vignanello alla Chiesa includendola nei possedimenti imperiali viterbesi,
iniziò così una tortuosa contesa che vide protagoniste le famiglie Aldobrandini,
Orsini e dei Di Vico. Il castrum tornò alla Chiesa nel 1435 per essere ceduto
all’Ospedale Santo Spirito nel 1456 e poi ancora nel 1534 a Beatrice Farnese,
dopo la quale, per vicissitudini di tipo parentale, il feudo entrò a far parte
del dominio dei principi Ruspoli-Marescotti. Nel 1816 Pio VII pretese
l’abbandono del governo da parte dei principi, sicché Vignanello fu
definitivamente annesso allo Stato Pontificio fino alla sua caduta, avvenuta
nel 1870 con la proclamazione del Regno d’Italia. Il castello sorge sul luogo di
una rocca dei frati benedettini costruita nell'anno 853, quando questo
territorio apparteneva allo Stato Pontificio. La prima feudataria fu Beatrice
Farnese nel 1531. Cinque anni dopo, alla sua morte, papa Paolo III Farnese
confermò la discendenza alla figlia Ortensia, sposata a Sforza Marescotti. La
costruzione subì una trasformazione secondo gli schemi architettonici
ghibellini, su disegno del Sangallo. L’edificio, circondato da un profondo
fossato con bastioni agli angoli della pianta quadrilatera regolare, è stato
edificato in scura pietra grigia e mostra ciò che si intendeva alla metà del
XVI secolo per palazzo residenziale fortificato. Sulla sua superficie muraria
si alternano finestre squadrate cinquecentesche, balconcini in ferro battuto,
caditoie e feritoie. La merlatura ghibellina che scorre a sporto lungo tutto il
perimetro murario del castello risulta schiacciata dal tetto in legno e mattoni
che oggi ricopre tutto l’edificio. Il castello così come lo si vede oggi fu
voluto nel 1610 dalla moglie di Marc'Antonio Marescotti, Ottavia Orsini, figlia
del creatore del suggestivo giardino di Bomarzo, che ha lasciato traccia
indelebile del suo amore per questo luogo: le proprie iniziali e quelle dei
suoi due figli Sforza e Galeazzo, permettendo così la certa datazione della
nascita del giardino. Nel 1704 il castello prese il nome Ruspoli, con l'obbligo
di tramandare il nome e oggi è ancora residenza estiva dei discendenti della
stessa famiglia. Il giardino annesso ospita uno dei più acclamati parterre del
Seicento; il grande spazio pianeggiante e rettangolare è attraversato in
lunghezza e larghezza da quattro viali, che definiscono dodici parterre di
bosso allineati e squadrati che racchiudono al centro una grande vasca recinta
da quattro arcate di balaustre. Queste “sculture vegetali”, in origine di
salvia e rosmarino, conferiscono al luogo la nitidezza di un disegno geometrico
astratto. Nonostante i cambiamenti di stile, soprattutto a fine Settecento con
la moda delle broderies francesi, il giardino si è mantenuto miracolosamente
intatto. Altri link suggeriti:
http://www.ilparcopiubello.it/index.php/park/dettaglio/6,
http://www.prolocovignanello.org/storia-e-cultura/il-castello-ruspoli/,
https://www.youtube.com/watch?v=oMaADAXDQ1M
(video di Roberto Grazzini), http://www.comune.vignanello.vt.it/Home/Guidaalpaese/tabid/16652/Default.aspx?IDPagina=6969
Fonti:
https://it.wikipedia.org/wiki/Vignanello,
http://www.grandigiardini.it/giardini-scheda.php?id=66,
testo su pubblicazione “Rocche e castelli del Lazio” di Anna Claudia Cenciarini
e Maurizio Giaccaglia (1982),
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