CASTELLI CALEPIO (BG) – Castello dei Conti di Calepio
L’origine del castello risale all’anno 1430, come riportato da un’incisione
sull’arco d’ingresso. Il maniero, inserito nel borgo medievale del paese di
Calepio (fuso nel 1927 nel comune di Castelli Calepio, ma tuttora è parrocchia
Arcipresbiterale indipendente e centro del Vicariato) tuttora perfettamente
conservato, venne edificato al posto di un precedente fortilizio che, distante
poche decine di metri in direzione nord-est, fu distrutto dagli attacchi di
Niccolò Piccinino nel 1428 e da successivi scontri nel 1437. I ruderi di questo
rimasero visibili fino al XIX secolo, epoca in cui Gabriele Rosa ne diede
un’esaustiva descrizione: si trattava di una struttura di dimensioni più
ridotte e collocata su un promontorio con burroni che lo cingevano su tre dei
quattro lati del perimetro. Nel contesto dei suddetti scontri, inseriti nelle
lotte tra Milano e Venezia, la famiglia Martinengo, proprietaria dell’antica
fortezza e di gran parte dei territori della zona, prese le parti della
Serenissima Repubblica di Venezia ricevendo, una volta terminate le lotte con
la vittoria dei veneziani, sia l’autorizzazione e l’aiuto economico per la
ricostruzione del castello, sia l’investitura feudale delle terre della Val
Calepio, assumendo quindi il nome di
Conti di Calepio. Il capostipite
del ramo calepino della famiglia fu il conte Trussardo, che diede il via ai
lavori del maniero. Inizialmente la struttura fu impostata unicamente per scopi
difensivi per trasformarsi poi, con continue aggiunte e modifiche apportate nei
secoli, in dimora signorile. Gli interventi maggiori vennero eseguiti tra il XVII
ed il XVIII secolo che, cominciati dal conte Orazio da Calepio, videro
l'aggiunta di numerose stanze e giardini. Nel 1842, in seguito alla morte
dell’ultimo discendente del casato, l’intera struttura venne donata all' Ente
Ospizio Calepio che si prendeva cura delle ragazze dei paesi del circondario
appartenenti ai ceti meno abbienti. Questo ente in seguito, mutate le
condizioni sociali ed economiche degli abitanti a partire dalla seconda metà
del XX secolo, abbandonò la sua missione originale per occuparsi della
valorizzazione del castello, promuovendo interventi di recupero ed iniziative
culturali, tra cui quella dedicata ad Ambrogio Calepio (figlio del fondatore
Trussardo I), inventore del primo dizionario latino (detto Calepino). Il
maniero è posto in ottima posizione panoramica sulla valle del fiume Oglio, la
quale forma una scarpata che delimita il lato sud della struttura. La parte
ovest è anch’essa difesa naturalmente da Cimavalle, mentre gli altri due lati,
Nord ed Est, sono invece protetti da un profondo fossato. Tutto il perimetro è
delimitato da una cinta muraria costituita da pietre di piccole dimensioni con
una merlatura guelfa, più tardi sostituita o integrata con una a coda di
rondine quando il maniero divenne residenza signorile. Il lato a nord possiede
alle due estremità altrettante torri: una di piccole dimensioni ed un’altra a
base quadrata, probabilmente già esistente prima della costruzione del castello
e successivamente integrata in esso, che è posta a fianco dell’ingresso, a cui
si accedeva tramite un ponte levatoio. A fianco di quest’ultima se ne trova
un’altra, anch’essa antecedente al 1430 ed inizialmente esterna al castello.
Parzialmente distrutta dagli scontri della prima metà del XV secolo, a partire
dal 1433 venne utilizzata come cappella dedicata a San Maurizio ed integrata al
resto della struttura durante gli interventi strutturali attuati nella prima
metà del XVII secolo. Questi riguardarono anche l’ampliamento delle mura e
l’aggiunta di una nuova ala posta a nord-est a scopo residenziale, nella quale
si trovano sia camere con decorazioni ed affreschi di Luigi Deleidi (detto
il
Nebbia) e tappezzerie francesi, sia un porticato a colonne. Altri importanti
interventi interessarono la zona a Sud-Est che venne dotata di contrafforti
nell’area perimetrale, al fine di dotarla di due grandi giardini all’italiana,
ed una nuova cappella dedicata all’Angelo Custode ed a San Celestino Martire.
Quest’ultima, ricavata da uno spazio tra il ponte levatoio ed il portone, venne
costruita tra il 1693 ed il 1695 ed al proprio interno vi venne collocato il
corpo di San Celestino Martire, da poco scoperto nelle catacombe romane e
precedentemente custodito in modo provvisorio presso il vicino Castello di
Trebecco. Nell’attuale struttura si possono ammirare anche decorazioni di alta
qualità in stile rococò e neoclassico risalenti rispettivamente al XVIII ed al XIX
secolo, tra cui gli stucchi attribuibili a Muzio Camuzio e gli affreschi di Innocenzo
Carloni. Al centro del cortile inoltre fa bella mostra di sé la statua del
fondatore Trussardo da Calepio. Altri link:
http://www.milanofuoriporta.it/castello_di_calepio.htm,
http://www.didadada.it/file/ilmedioevoacastellicalepiocredaroesarnico-1.pdf,
http://www.comune.castellicalepio.bg.it/pn/ContentExpress_display_bid23__mid24_ceid16.php
Fonti:
https://it.wikipedia.org/wiki/Castello_di_Calepio
Foto: entrambe sono di Ago76 su
https://it.wikipedia.org/wiki/Castello_di_Calepio#/media/File:CastelliCalepio_castello_conti_02.jpg
e su
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:CastelliCalepio_castello_conti_01.jpg
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