BERCETO (PR) - Castello Rossi
E' una fortezza medioevale in rovina, che sorge sul margine settentrionale
del centro dell'antico borgo appenninico in provincia di Parma. L'originario
castello fu edificato nel 1221 da parte del Comune di Parma. Nel 1252 i
ghibellini parmigiani lo conquistarono, ma furono presto sopraffatti dai guelfi
che lo riconsegnarono al precedente proprietario. Nel 1313 le truppe dell'imperatore
del Sacro Romano Impero Enrico VII assaltarono e distrussero il castello,
consegnandone le rovine al cardinale Luca Fieschi. Nel 1331, tuttavia, il re
Giovanni I di Boemia, figlio di Enrico VII, investì del feudo di Berceto i
fratelli Rolando, Marsilio e Pietro Rossi, ai quali pochi anni dopo subentrò
Azzo da Correggio. Negli anni successivi la fortezza rientrò nelle mani dei
conti Rossi e nel 1413 vi nacque il celebre condottiero Pier Maria Rossi,
che la fece anche ritrarre
dal Bembo, dotata di un mastio e torrette circolari e circondata da un potente
muro merlato collegato al borgo, nella “camera d’oro” del castello di
Torrechiara (1463); nel 1422 Filippo Maria Visconti affidò il
castello alla Camera ducale di Parma, che ne avviò la ricostruzione. Nel 1441
Pier Maria Rossi riacquistò dal Visconti il feudo di Berceto, ottenendone in
seguito la riconferma dell'investitura anche da parte di Francesco Sforza;
negli anni seguenti abbellì e rinforzò notevolmente la struttura, che
resistette agli attacchi del vescovo di Parma Delfino della Pergola. Nel 1482,
alla morte di Pier Maria, il castello fu ereditato da suo figlio Bertrando, che
vi ospitò nel 1494 il re di Francia Carlo VIII ed il duca di Milano Ludovico il
Moro durante la spedizione volta alla conquista del regno di Napoli e l'anno
successivo nuovamente il re al suo rientro, poco prima della battaglia di
Fornovo; nel 1496 vi soggiornò anche l'imperatore Massimiliano I d'Asburgo. Il
castello venne ulteriormente fortificato, soprattutto nel fronte nord. Alla
morte di Bertrando, avvenuta nel 1506, il castello e il feudo furono ereditati
dal nipote Troilo I ed annessi allo stato dei Rossi di San Secondo insieme alle
altre rocche appenniniche in suo possesso. Nel 1666 Scipione I de' Rossi
vendette il feudo di Berceto alla Camera ducale di Parma, che nel 1707 alienò
il castello ai marchesi Boscoli; nel 1736 subentrarono i conti Tarasconi
Smeraldi, che lo mantennero fino all'abolizione dei diritti feudali decretata
da Napoleone nel 1805. Già all'epoca, tuttavia, parte della struttura era in
rovina, mentre si conservava ancora integra la porzione occidentale. Nei
decenni successivi il degrado aumentò e la porzione non troppo deteriorata fu
adibita a carcere, mentre il resto del castello iniziò ad essere utilizzato
come cava di pietre dagli abitanti di Berceto, che utilizzarono i blocchi per
la costruzione di numerose abitazioni del borgo (
un suo portale è tuttora murato in una
casa posta lungo la via Romea).
In seguito furono chiuse anche le prigioni e l'area fu spianata per ospitare
dapprima un cimitero ed in seguito un campo da calcio ed un parco giochi. Nel 2004
furono avviati i primi scavi per riportare alla luce le rovine dell'antica
fortezza, irrimediabilmente sepolta nella porzione settentrionale sotto gli
edifici adiacenti; furono inoltre realizzate rampe e passerelle per consentire
la visione di tutte le rovine; al termine dei lunghi lavori, il castello fu
trasformato in un parco archeologico all'aperto, esposto tuttavia alle
intemperie, tanto da causare nel 2011 il crollo di uno degli archi interni. Il
maestoso castello in pietra, di cui restano soltanto parti delle mura esterne,
tracce delle suddivisioni interne ed alcune scale, si sviluppa in posizione
sopraelevata, lungo il pendio; i tre spigoli riaffiorati, dei quattro
complessivi esistenti in origine, mostrano le basi delle alte torri circolari
che un tempo si elevavano a difesa della struttura. La facciata principale si
innalza sul fronte meridionale, verso il borgo; in posizione decentrata e
sopraelevata è collocato il portale d'accesso ad arco a sesto acuto,
raggiungibile attraverso una moderna scalinata metallica aggiunta durante i
lavori di restauro; in origine tuttavia erano complessivamente quattro gli
ingressi, ma degli altri rimangono solo poche tracce. All'interno si accede ad
un piccolo cortile, corrispondente al livello delle antiche prigioni e delle
scuderie; su un lato si innalza una rampa di scale in pietra sorretta da alcune
arcate, che oggi conduce alle passerelle in legno e metallo che si sviluppano
al di sopra delle rovine. Sono in tal modo visibili i pozzi, i perimetri dei
muri ed il basamento del maestoso mastio che un tempo si ergeva al centro del
castello; la complessa suddivisione degli spazi deriva probabilmente dalle
modifiche compiute nei secoli di utilizzo, quando la struttura era dotata di
una triplice cerchia muraria. Altri link per approfondire: http://www.archeobologna.beniculturali.it/mostre/berceto_2013.htm,
http://www2.comune.berceto.pr.it/seberceto/castello.htm. Ecco un video (di m15alien)
che mostra i ruderi dall'alto, con l'ausilio di un drone: https://www.youtube.com/watch?v=QPXJYREGQsY
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Castello_di_Berceto, http://www.valgotrabaganza.it/wordpress/?p=114353
Foto: la prima è presa da http://www.cmtaroceno.pr.it/allegato.asp?ID=765833,
la seconda invece da http://www.valgotrabaganza.it/wordpress/wp-content/uploads/2012/09/z-Castello-Berceto-Parma-3.jpg
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