sabato 2 gennaio 2016

Il castello di sabato 2 gennaio






POGGIO CATINO (RI) – Castello Olgiati

L'origine del paese quale entità territoriale unitaria e distinta può essere fatta risalire al tardo VII secolo D.C., quando alcune Farae longobarde, deviando la loro marcia verso la Sabina, diedero origine a molti dei borghi oggi presenti nella zona, fra cui il primo insediamento urbano ai margini di quel "catino" naturale alla base del monte Tancia da cui l'odierno l'agglomerato mutuò il suo nome. L'angusto spazio edificabile nei pressi del Catino determinò, successivamente, l'inizio del popolamento del vicino colle Moricone, con la conseguente nascita del nuovo borgo, conosciuto in seguito come Poggio Catino. Il processo di edificazione del nuovo borgo può dirsi compiuto in epoca antecedente al 1093, data in cui risulta già annotata, nei registri dell'Abbazia di Farfa, l'esistenza e la consistenza del nuovo Castrum. Entrambi i castra, quello di Catino e di Poggio Catino risultano in questo periodo appartenenti ai domini della potente Abbazia di Farfa che, del resto, regge le sorti dell'intera Sabina e di altre importanti regioni del centro Italia. Nel corso del XII secolo, sulla base del movimento che coinvolse l'intera Penisola, anche i borghi di Catino e Poggio Catino finirono col costituirsi in liberi Comuni. Successivamente, e per tutto il Medioevo, l'odierno paese conobbe numerosi Signori, riscontrandosi frequenti scambi del feudo di Catino e Poggio Catino fra le potenti famiglie romane e non quali i Conti di S. Eustachio, gli Orsini, i Savelli, i Capizucchi. Sotto la Signoria di questi ultimi il feudo venne elevato alla dignità di Marchesato ad opera di Papa Clemente VIII. Infine, nel 1614 il feudo di Catino e Poggio Catino venne acquistato dalla famiglia Olgiati, che lo detenne fino al 1816 quando, dopo che il territorio ebbe conosciuto tutte le vicissitudini della dominazione francese e della restaurazione, Giovanni Olgiati rinunciò ai propri diritti di giurisdizione. Con l'avvento degli Olgiati si verificò una rinascita economica significativa con l'incremento della produttività del patrimonio feudale e migliorarono i contratti agrari. Fu ristrutturato e ampliato il Palazzo Signorile (detto poi "Palazzo Olgiati"), realizzato l'acquedotto della Canale, ricostruita la Chiesa e incrementato il patrimonio edilizio del Castello. L'unificazione in una unica entità dei due borghi si ebbe, almeno formalmente, solamente con l'annessione del territorio al Regno d'Italia. Edificata sul Colle Moricone, in posizione dominante, la rocca costituì il nucleo fortificato intorno a cui si aggregò la residenza Signorile (costituita da strutture civili molto consistenti) protetta da una possente cortina muraria con torrioni e, successivamente, il Borgo. All'interno di un torrione crollato del Palazzo Olgiati (in prossimità della Rocca e sede del Comune) fu rinvenuta una cella ancora intatta contenente lo scheletro di una donna, di circa trent'anni, vissuta nel XVI secolo e presumibilmente castellana e compagna del potente Geppo Colonna, Signore di Poggio Catino. Fu catturata dagli Orsini o consegnata loro come ostaggio e lasciata morire in modo crudele per consumare una vendetta. L'evento potrebbe risalire al tempo in cui gli Orsini erano Feudatari di Poggio Catino ( tra il 1484 e il 1525) nel periodo in cui più violente e sanguinose furono le lotte fra questi e la famiglia rivale dei Colonna e la vivi-sepoltura era una pratica punitiva estrema che si praticava in presenza di comportamenti di assoluta gravità o ritenuti tali, in linea con un ideologia di negazione della donna e del corpo femminile. La piccola cella rettangolare,con le pareti in blocchi di travertino squadrati ed il pavimento in pietra, presenta sulla parete di fondo, nella parte centrale, un graffito e verso l'angolo destro, una chiazza di sangue molto evidente. Altre tracce di sangue si notano sul davanzale della feritoia. Sotto ed a destra del graffito c'è un lucernario chiuso con mattoni. Quasi addossato alla parete in fondo, un piccolo sedile di pietra sul quale si adagia lo scheletro della giovane donna che fu rinchiusa e sepolta viva. L’intera cella con il suo contenuto è dislocata presso il Museo Criminale di Via Giulia in Roma, dov'è attualmente conservata ed esposta.

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Poggio_Catino, http://rete.comuni-italiani.it/wiki/Poggio_Catino/Castelli_e_Fortificazioni, http://www.sabina.it/luoghi/pcatino.htm#1

Foto: la prima è una cartolina della mia collezione, la seconda è di Giorgio Clementi presa da http://www.italiainfoto.com/gallery/rieti/p40840-il-castello-di-poggio-catino.html

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