SANT'OMERO (TE) - Palazzo Marchesale Mendoza
In epoca romana il territorio ebbe un periodo di grande
floridezza grazie all'insediamento di varie famiglie nobili, con l'edificazione
di due grossi agglomerati: Castrum Rufi (i cui resti sono ancora oggi visibili)
con i possedimenti di Lucio Tario Rufo da cui l'attuale frazione di Garrufo e Vicus Stramentarius.
Fortificata alla caduta dell'Impero Romano, dal 1154 fu feudo di Gualtiero di
Rinaldo e possedimento degli Acquaviva di Atri dal 1528 al 1639. Nel 1644 fu
posseduto dai Marchesi di Mendoza, fino all'inizio dell'800. Il paese conserva
il rinascimentale Palazzo marchesale
dei Mendoza Y Alarcon (XVII sec.), situato in largo
Mendoza, che nel tempo è stato ristrutturato. Il palazzetto prende il nome
dall’abate don Alvaro Mendoza y Alarçon, signore di Sant’Omero che negli anni
1660-70, volle la sua erezione, anche se la data della costruzione coincide con
la signoria in Sant’Omero degli Acquaviva d’Aragona, duchi d’Atri. L’edificio,
in laterizio, è articolato in due piani, semplice nella struttura e nello
stile; sul lato est è ancora visibile un portico con archi, che immette in un
piccolo giardino. Interessante è l’incisione sopra l’architrave del portale:
SOLI DEO HONOR ET GLORIA ID - croce - 55, ripreso dalla Prima Lettera di San
Paolo Apostolo a Timoteo (cap. 1 verso 1,17), la quale incisione fa pensare che
il palazzetto fosse sorto come edificio religioso, anziché politico. Nella
descrizione nel suo volume “Sant’Omero nella storia” Franco Zecchini dice:
“Resta ancora il palazzetto del feudatario, costruito in varie epoche, con una
loggetta medievale e con una facciata arieggiante il Rinascimento, ma senza
alcun pregio architettonico”.
Fonti: http://www.portodeipiceni.it/testi/te67039A.htm, http://www.unionecomunivalvibrata.it/storia.php?id=3&pag=2
Foto: è presa da http://www.turismoteramo.it/wp-content/uploads/2014/05/Sant_Omero_Palazzo_Marchesale_7795.jpg
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