ORINO (VA) – Rocca
In mezzo ai boschi, su un’altura ad una ventina di minuti di passeggiata dal
centro ed a 525 metri sul livello del mare, sorge la
Rocca di Orino, in
posizione strategica, a controllo sia di gran parte della
Valcuvia, sia del territorio verso il
lago Maggiore e
Laveno. Il primo nucleo della
fortezza, situata a nord-est del paese, si suppone risalga al III secolo a.C.,
ma dell'insediamento originario non sono rimaste tracce. In base ai documenti
ritrovati si datano le origini della rocca attorno al
XII secolo, quando la Valcuvia faceva parte del
Seprio. La sua costruzione fu
necessaria nel contesto delle lotte che in quel XII secolo impegnarono
i Comaschi e i Milanesi, infatti una
fortezza situata in
Valcuvia
evitava che le truppe, superato il
fiume
Tresa, potessero, per la Valcuvia, raggiungere
Besozzo e
Varese.
Si ritiene che la Rocca sia stata ampliata e rafforzata in epoca visconteo-sforzesca.
Durante il Medioevo, venne usato per la costruzione il materiale ricavato da
rocce calcaree presenti nella collina, la parte occidentale, più alta della
collina, fu utilizzata per erigervi
il
mastio. La Valcuvia, nel 1513 venne occupata dagli
Elvetici,che non riuscirono a
demolirla tranne che una parte, poi, appena dopo
la battaglia di Marignano del 1515, le truppe del
capitano Mondragon li respinsero a
valle. La rocca è citata anche in alcuni documenti del '600, per cui si pensa
che in quel periodo il Castello avesse ancora un certo rilievo. La menzione di
impieghi agricoli all'interno della proprietà della Rocca fanno dedurre che a
quel tempo non aveva più alcuna funzione militare. Risulta con certezza che la
Rocca fosse di
proprietà dei Cotta nel
1722 perchè emerge mappa misurata nel 1722 dal
geometra Valentino Mantovani, mappa poi utilizzata per il
"Catasto Teresiano".
I Cotta,
feudatari di Valcuvia, risiedevano in genere a Milano, tranne qualche
rara eccezione Certamente la Rocca non fu impiegata per gli usi legati ai
compiti propri del feudatario quali l'esercizio della giustizia, la sede del
bargello, quella della prigione: tali funzioni, come ricorda la relazione del
1644 più sopra citata, avevano la loro sede a Cuvio.
Lo stemma della famiglia Cotta
riportava un'aquila con in seno uno scudo di rosso in cui sta una cotta
(tunica) bianca. La Rocca di Orino è localmente denominata
"Roca di Arian"; la leggenda
vuole che gli Ariani, cacciati da Milano dal
Vescovo Sant'Ambrogio, in seguito alla condanna della loro
dottrina da parte della Chiesa, si fossero rifugiati in cima al colle che
attualmente ospita l'abitato di
Santa
Maria del Monte. Sempre secondo la leggenda, gli Ariani occuparono la
Rocca di Orino e la presidiarono sino alla conquista del
"Forte di Varese" avvenuta
nel
389 d.C. da parte
delle truppe milanesi. La tradizione locale vuole che gli Ariani furono messi
in fuga, oltre che dal sopraggiungere dell'esercito ambrosiano,
dall'apparizione della figura di
San
Lorenzo avvolta nelle fiamme. Gli abitanti, riconoscenti, chiamarono il
luogo dell'apparizione San Lorenzo. Attualmente in questa località sorge la
piccola
chiesa di San Lorenzo
con annesso il cimitero del Comune di Orino. La rocca consiste in un
grande quadrilatero circondato da un
mura e difeso da torretta sulla cinta muraria. All’interno dell’ampio ricetto
si trovano la cisterna e, all’angolo nord – ovest,
la Rocchetta, oggi ormai in rovina, con una torre a sud – ovest.
Il muro di cinta all’ingresso principale presenta una
merlatura frutto dei riadattamenti di inizio del secolo, così come
la rettangolare torre all’angolo nord-est e la torretta a nord. All'inizio del
secolo scorso è stata sottoposta a lavori di ristrutturazione dall'allora
proprietario Mario Sangalli. La ristrutturazione continua tuttora grazie
all'opera del nuovo proprietario, la Sig.ra Piera Vedani Mascioni, per preservare
e valorizzare ciò che resta dell'antica fortificazione. Leggende locali
asseriscono l'esistenza di un fantasma nella Rocca. Sicuramente la più nota è
quella legata alla figura di Ada, la sposa di Marchione, capitano mercenario
delle truppe svizzere che nel 1513 occuparono la Valcuvia. Narra la leggenda
che Marchione, stanziato con la sua guarnigione presso la Rocca di Orino, per
gelosia, precipitò in un trabocchetto mortale la giovane Ada e fece
imprigionare nelle segrete del castello il fratello di Ada, Francesco, suo
luogotenente. Successivamente lo stesso Marchione cadde vittima di una
ribellione dei suoi stessi mercenari, che, minacciati dall'arrivo dell'esercito
spagnolo, volevano fare ritorno alle proprie terre. Francesco, dopo la ritirata
degli svizzeri, venne abbandonato nelle segrete della rocca, condannato a
morire di fame. Si dice che il suo spirito inquieto stia vagabondando da
allora, latore di presagi maligni, nei boschi della rocca e nei racconti della
gente.
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