Casteldidone compare in documenti del 1010, quando la madre di Matilde di Canossa, Rachilde, acquistò delle curtes in Castello Didoni. Nel 1309 Casteldidone viene descritto come un borgo fortificato, con proprietari del forte Ruino Schizzi e Lanfranco Schizzi. Di questo vecchio castello rimangono alcune tracce quattrocentesche e addirittura trecentesche nella casa colonica Cavalca e Sanguanini, soprattutto nella sua struttura. Dal terreno all'intorno sono spesso affiorati, durante i lavori di aratura, cocci di ceramiche di uso domestico del secolo XII. Nel 1647 il Castello Mina della Scala fu attaccato dalle milizie Gallo Estensi del Duca di Modena, fu dato alle fiamme, ed il borgo di Casteldidone venne raso al suolo. Il Castello Schizzi, o Palazzo Mina, di Casteldidone è l'unico testimone rimasto delle vicende del Rinascimento in poi. Risale al 1596 come testimonia una lapide murata. Il suo committente è Ludovico Schizzi, mentre l'architetto è ignoto (si ipotizzano i cremonesi Francesco e Giuseppe Dattaro). E' una bella costruzione atipica, cioè unica perchè in essa viene armonizzato sia l'elemento abitativo, sia l'elemento sicurezza: non tutta rocca, non tutta casa gentilizia. Viene chiamato indistintamente dagli abitanti: o Palazzo o Castello. Le due torri fiancheggiatrici con le due gemelle al retro, oltre alle garitte sopraelevate per la difesa, formano un complesso armonico le cui ampie sale e i vestiboli lo rendono un elemento tipico se non esclusivo dell'architettura mista del Trecento e del Quattrocento. Il "mastio" è una costruzione residenziale vera e propria. Le tappe storiche della costruzione, della duplice ricostruzione, dell'ampliamento, restauro e riordino sono segnalate da date incise nelle lapidi murate: * 1596 Ludovico Schizzi fa costruire la villa castello; * 1648 viene bruciato dai Gallo-Estensi; * 1657 ricostruzione (6 luglio); * 1735 ampliamento e restauro: Ludovico Carlo capitano e conte. Dalle visite pastorali si ha la data dell'erezione dell'Oratorio di S.Antonio (Settala 1686): il visitatore annota: "costructa da 6 anni". L'armonica decorazione dei soffitti, delle ampie sale e dei vestiboli, i medaglioni, le rappresentazioni mitiche (putti e racconti mitologici, gli amorini) non sono tutti dovuti alla stessa mano, ma comunque appartengono alla medesima epoca: il Settecento. Degne di nota sono le rappresentazioni delle virtù care alla Casa Schizzi: prudenza-giustizia-temperenza-fortezza. Importante è anche la sala di rappresentanza (ora del bigliardo) per i suoi stemmi gentilizi accoppiati che rappresentano probabilmente le parentele contratte: Odescalchi - Visconti - Bertani - Bernardino della Massa. L’ampio giardino che circonda il Castello e la relativa corte d’accesso sono stati abilmente trasformati. Il Castello, o Villa, passato nell'Ottocento in proprietà dei Mina della Scala e loro eredi (che rinverdirono lo splendore di questa sontuosa dimora attraverso accurate fasi di restauro conservativo) è incluso nei beni architettonici tutelati dalla Sopraintendenza. Nel 1875, a seguito delle nozze di Augusto Mina con Francesca della Scala, il cognome dei suoi proprietari è dunque divenuto "Mina della Scala". Centro di interesse storico-artistico, l'edificio è meta di turisti e "teatro" di manifestazioni culturali. Nel gennaio di quest'anno l'associazione bresciana Hesperya ha condotto delle ricerche nel castello per trovare delle prove che confermino la presenza del fantasma della Contessina Schizzi. Uccisa dalla peste del diciassettesimo secolo, la leggenda narra che appaia solo alle discendenti femmine, nelle notti di plenilunio. Si presenta con il suono di una campana, ha una luce fluorescente attorno a sè, e scende la scaletta che porta alla torretta. L’ultima ad averlo incontrata è stata la contessa Anna Maria Douglas Scotti di Fombio, scomparsa tre anni fa. Anche lei era piuttosto scettica a credere a quella leggenda che le avevano raccontato la mamma e la nonna, ma poi aveva dovuto ricredersi. Sono state effettuate delle registrazioni, successivamente esaminate con la stessa tecnica usata anche a San Giovanni in Croce, quando gli acchiappafantasmi riuscirono a captare chiaramente la voce di un uomo, nel silenzio della notte. Nel corso di questi anni il gruppo ha lavorato spesso anche in residenze private, sollecitato dai proprietari che avevano notato cose strane e inspiegabili. Ecco un video (di Cremona1tv) che parla proprio di questa ricerca misteriosa: https://www.youtube.com/watch?v=WlLXlEmIeEM
Fonti: http://www.comune.casteldidone.cr.it/index.php?option=com_content&view=article&id=32:palazzo-mina-della-scala&catid=8:i-monumenti&Itemid=16, https://it.wikivoyage.org/wiki/Casteldidone, http://www.preboggion.it/CastelloIT_di_Casteldidone-Mina-della-Scala.htm, articolo di Giovanni Rossi su http://www.oglioponews.it/2016/01/21/casteldidone-al-castello-mina-arrivano-gli-acchiappafantasmi/
Foto: entrambe sono di Solaxart 2013, prese da http://www.preboggion.it/CastelloIT_di_Casteldidone-Mina-della-Scala.htm
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