ROCCASTRADA (GR) - Castello di Roccatederighi
Roccatederighi è un borgo-castello di circa 800 abitanti, uno
dei siti medioevali più interessanti della Maremma: a 538 m sul livello del
mare, nascosto tra le enormi pietre di riolite, chiamati "i massi",
si staglia il suo profilo di torri e tetti, perfettamente integrato con la
natura circostante. Si entra nell’antico borgo attraverso una porta ad arco
tondo, che si apre tra massi e mura, che porta nel dedalo di vicoli, arcate e
scalinate. Qui si resta stupiti da come le rocce di trachite siano state
utilizzate dalle abitazioni come fondazioni o come baluardi difensivi. Arrivati
in "piazzetta Senesi", si incontrano la torre dell’orologio e i resti
del cassero. Nella direzione opposta si giunge alla chiesa di San Martino che
si trova su uno sperone roccioso situato dove aveva sede il primitivo castello.
Proseguendo fino sulla sommità dei massi si rimane incantati dalla vista che
spazia su tutta la pianura grossetana fino ad arrivare al mare e alle isole
dell’arcipelago toscano. Si consiglia di dare uno sguardo anche al
"Tufolino" con la sua scalinata e alle case scavate nella roccia. Roccatederighi
è l’antica Rocca Nossina citata in un documento del 29 agosto 1110 in cui
compare un Rinaldo di Tederigo. Il nome di Roccatederighi, a partire dal 1239,
sarebbe poi derivato dalla famiglia dominante dei Tederigi. Nel 1294 i
signori della Rocca iniziarono a vendere al Comune di Siena le loro quote di
possedimenti e diritti su questo castello; l’ultima vendita risulta conclusa
nel 1323, quando Tora di Bolgaruccio moglie di Boccio d’Inghiramo, conte di
Biserno, vendette la residua parte del castello comprese le miniere. Nella
prima metà del 1300 Roccatederighi apparteneva completamente a Siena che poi la
donò nel 1369 alla famiglia Salimbeni. Qui Niccolò Salimbeni individuò il suo
quartier generale giudicandola in posizione ideale al controllo della Val di
Merse. Il dominio dei Salimbeni durò fino alla loro caduta, nel 1404, quando i
rappresentanti del Comune della Rocca conclusero un patto di sottomissione a
Siena che li liberava definitivamente dai Salimbeni. Espressione della ritrovata
libertà fu poi la redazione del primo Statuto, nel 1406, riformato e
migliorato nel 1452. Il Palio storico dei ciuchi, tradizione
ancora in auge e seguita ogni anno da migliaia di persone, fa riferimento a
questo evento: la ritrovata libertà e l’approvazione dello Statuto, come segno
per la comunità di partecipazione collettiva e autonomia nella gestione della
cosa pubblica, del proprio territorio e delle proprie risorse. Autonomia che
ovviamente aveva come limite la soggezione alla città dominante di Siena, a cui
spettava, oltre che l’amministrazione della giustizia, la riscossione delle
tasse, i censi, dettare alleanze politiche e militari Roccatederighi restò
sotto Siena fino alla caduta della sua Repubblica, nel 1554. Per la cronaca
durante la campagna militare del 1553 le armate del marchese di Maragliano
distrussero completamente Roccatederighi lasciando giungere fino ai nostri
giorni solo la porta di ingresso. Nel 1618 Cosimo II dei Medici la costituì in
feudo, investendo Giovan Cristofano Malaspina di Mulazzo con il titolo di
Marchese, analogamente al vicino castello di Montemassi. Successivamente i
Malaspina vendettero il feudo a Giovan Domenico Cambiaso di Genova. Con le
riforme leopoldine Il Granduca impose a tutti i feudatari il pagamento di una
provvigione annua di mille lire. Il Marchese Cambiaso decise quindi di
rinunciare al diritto feudale sulla Rocca. Con gli sconvolgimenti napoleonici,
Sua Maestà la Regina Reggente Maria Luisa concesse di nuovo in feudo i castelli
di Roccatederighi e Montemassi a Vincenzo Salucci di Livorno come attestato
della riconoscenza per i servizi da lui resi a Lodovico I. Del primitivo
castello non restano tracce, mentre oggi sono ancora visibili gli scarsi
resti
del cassero situati presso la torre dell'Orologio,
ricostruita nel 1911, e diversi particolari decorativi e architettonici che
sono sparsi un po' dappertutto. E' ancora parzialmente individuabile anche
l'andamento delle antiche mura nel giro delle
case che seguono il perimetro dello sperone roccioso.
Fonti: http://www.roccatederighi.info/roccatederighi.php, http://www.roccatederighi.it/page/3/roccatederighi-paese-nella-maremma-toscana-storia, http://www.castellitoscani.com/italian/roccatederighi.htm
Fonti: http://www.roccatederighi.info/roccatederighi.php, http://www.roccatederighi.it/page/3/roccatederighi-paese-nella-maremma-toscana-storia, http://www.castellitoscani.com/italian/roccatederighi.htm
Foto: la prima è una cartolina trovata sul sito
www.delcampe.net, mentre la seconda è presa da http://www.fortezze.it/roccatederighi_it.html
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