CASTELLETTO SOPRA TICINO (NO) - Castello Torriani-Visconti
Nel Medioevo, in un atto notarile del 1145, apparve per la prima volta il
nome di Castelletto, legato chiaramente al castello, appartenuto prima alla
signoria dei Torriani e donato come feudo il 6 agosto 1329 dall'imperatore Ludovico
il Bavaro ad Ottorino Visconti, i cui discendenti lo abitano tuttora. Pur
essendo stato adattato alle nuove esigenze abitative, conserva ancora
l'imponente torrione originale quadrato, a blocchi di pietra, testimone di
plurime vicende storiche. Nel 1332 Giovanni Visconti, divenuto vescovo di
Novara, incluse l'ampio territorio nel Ducato di Milano. A questo periodo
storico risale la concessione imperiale delle peschiere, fissate
prevalentemente nell'alveo del Ticino. Le più antiche erano quelle di
Sambrasca, Novelliola e Piana situate prima dell'ansa del Motto del Castello. Al
1340 risalgono gli
Statuti di Castelletto, insieme di leggi che
governarono la vita del borgo, trascritti da Simone Gafforio, che testimoniano
il prestigio di questo Comune. Lo si vede, infatti, dominare in quell'epoca il
traffico mercantile tra i Cantoni transalpini, Milano, Pavia, Venezia coi suoi
abili
navaroli e paroni alla guida di burchielli, che scendevano le
acque del Ticino e lo risalivano contro corrente dall'alzaia, al traino di
coppie di cavalli. Tra gli edifici ecclesiastici che segnalano il diffondersi
della religiosità si ricordano la Chiesa di Santa Maria d'Egro, ricostruita in età
barocca, la chiesetta di Sant'Anna all'interno ancora decorata da affreschi e
l'oratorio di Sant'Ippolito di Glisente con affreschi dei secoli XV e XVI. Incisiva
fu la presenza del vescovo Carlo Bascapè, giunto a Novara nel 1593, sostenitore
dei principi emanati dal Concilio di Trento. La sua fermezza
nell'organizzazione e nel controllo della diocesi diede impulso ad una più
profonda religiosità e favorì la fondazione delle Confraternite. Qui si
costituirono quelle del
S.S. Sacramento, del
Rosario e del
Suffragio.
Seguirono gradualmente la ricostruzione della Chiesa di Santa Maria d'Egro,
l'erezione dell'annessa Cappella Ossario, della nuova chiesa parrocchiale di Sant'Antonio
Abate e dell'oratorio di San Carlo. Dopo il Trattato di Aquisgrana (1748) il
possesso del centro di Castelletto passò ai Savoia. L'armistizio di Cherasco
del 1796, a seguito delle vittorie napoleoniche sulle truppe sabaude, segnò
l'occupazione del territorio da parte dei francesi. Inserito nella Repubblica
Cisalpina, fu interessato all'apertura della nuova arteria del Sempione,
inaugurata nel 1805. Per l’edificazione della fortezza di Castelletto Sopra
Ticino fu scelta una posizione strategica in vicinanza del fiume, su un poggio
digradante verso lo stesso. Verosimilmente venne inizialmente eretta una torre
che controllava l’attraversamento del Ticino; anche sull’altra sponda, quella
lombarda nel comune di Sesto Calende, era presente una fortificazione e la
località era detta Torre. Una indicazione relativa alla possibile esistenza di
una fortificazione viene fornita dallo storico locale don Giuseppe Arista
(1663-1725) che così afferma: Castelletto [...] che si dice sopra Tesino [...]
trasse l’origine sua dal picciolo Castello, posto di guardia al magnifico Ponte
fabricato da Beloveso primo Re de Galli Cisalpini. Già posseduto dai da
Castello, passò in seguito ai milanesi della Torre o Torriani. Nel 1275 i
Visconti cercarono di impossessarsi del maniero, ottenendo il riconoscimento
ufficiale solo nel 1329 quando l’imperatore Lodovico il Bavaro, in un diploma
emesso a Pavia il 6 agosto, ne concesse il possesso a Ottorino Visconti, figlio
di Uberto detto il Picco. Il sovrano si limitò a confermare ciò che Ottorino
già amministrava, cioè […] il possesso del mero e misto imperio, della
giurisdizione semplice e del castello e della terra di Castelletto, nonché dei
pedaggi, dei dazi sulle merci e del diritto di pesca sul Ticino entro i confini
del territorio. Nel 1358, per ordine del duca di Milano Gian Galeazzo Visconti,
fu disposta la demolizione di alcune fortificazioni del novarese; tra di esse,
secondo l’Arista, anche quella castellettese. Il castello ed il territorio
comunale furono in seguito posseduti da Uberto che fece legittimare i figli
Ermes e Lancillotto Visconti. Questi ultimi decisero di risiedere entrambi nel
maniero e risolsero di dividerlo estraendo a sorte le due parti. Ancora oggi è
presente un alto muro che divide il cortile interno: al primo spettò la parte
settentrionale, al secondo quella meridionale. Di comune pertinenza rimanevano
invece alcuni edifici esterni, quali la stalla, il fienile, l’orto e il terreno
circostante. Entrambi gli eredi ebbero una numerosa discendenza, gran parte
della quale si stabilì nel maniero castellettese. Per questo motivo vennero
apportate numerose modifiche alla struttura esistente e realizzati nuovi locali
in prossimità di quelli già presenti. Ermes nel 1413 fu nominato barone di
Ornavasso, mentre nel 1464 un figlio di Lancillotto, Alberto, a titolo d’onore
per i servigi resi al re Ferdinando d’Aragona, venne adottato da questi con il
diritto di fregiarsi del cognome e dello stemma reale. Da Alberto, quindi,
discese il ramo dei Visconti d’Aragona, con i Visconti d’Ornavasso consignori
di Castelletto. Le due famiglie Visconti mantennero congiuntamente la proprietà
del castello fino al 1896 quando si estinse il ramo d’Aragona con il marchese
Alberto; l’altro casato ebbe invece a terminare con l’ultima discendente,
baronessa Maria Teresa Visconti d’Ornavasso sposata a un conte Perrone di San
Martino. Il maniero di Castelletto Sopra Ticino ha mantenuto l’antica struttura
a pianta vagamente quadrangolare con quattro torri fortificate verso gli
angoli: due di queste sono oggi inglobate nella facciata principale, mentre le
altre, verso il fiume, nella parte del rustico, sono mozze e mutate nelle loro
strutture. La torre più antica, che svolse funzioni di guardia, è quella
situata a sud-est nel punto più prossimo al fiume. Oggi risulta mozza ed è
databile all’XI-XII secolo. Ha pianta quadrata con possenti muri di ciottoli,
rinforzati agli spigoli da conci in pietra; attualmente è coperta da un tetto a
quattro falde con manto in coppi. Nel corso del XVI sec. l’edificio prese a
trasformarsi in residenza secondo le necessità dei rispettivi proprietari. Buona
parte del castello venne impiegata come abitazione, comprese le torri
nord-ovest e sud-ovest; quella di sud-est e la parte orientale, invece,
servirono per gli usi agricoli. La parte che ha subito più trasformazioni si
identifica con l’ala occidentale. La torre nord-ovest, la cui ultima
ristrutturazione è avvenuta nell’Ottocento, era coronata da una merlatura, oggi
trasformata in altana, su cui venne realizzata una copertura a quattro
spioventi. Sulla facciata principale è ancora visibile lo stemma dei Visconti
d’Ornavasso, in pietra bianca d’Angera, mentre rimangono scolpiti sui pilastri
del cancello d’ingresso i rispettivi stemmi nobiliari: quello del ramo dei
Visconti d’Ornavasso e quello dei Visconti d’Aragona. Un ampio parco piantumato
circonda l’intero edificio.
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Castelletto_sopra_Ticino, testo di
Stefano Della Sala su http://www.100castellinovara.it/castle?filter=Y2FzdGVsbGV0dG9fc29wcmFfdGljaW5v
Foto: la prima è presa da http://www.ariarona.it/img/Castello%20Castelletto.jpg,
la seconda è di Marco Ferrari su http://www.panoramio.com/photo/100031738
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