PIETRAPERTOSA (PZ) - Castello Normanno-svevo
Durante le invasioni barbariche, fu occupata dai Goti e poi dai Longobardi,
che inclusero Pietrapertosa nel gastaldato di Acerenza. Passò in seguito sotto
la dominazione bizantina da parte del signore saraceno Bomar. Fu proprio sotto
la dominanza dei Saraceni che Pietrapertosa vide la costruzione delle sue parti
più caratteristiche. La discesa Normanna-Sveva, vide il paese diventare uno dei
più importanti centri strategici della Lucania data la sua posizione dominante
della collina sottostante, partecipò alla rivolta ghibellina contro il Papa nel
1268. In epoca angioina, divenne feudo di Guglielmo Tournespè nel 1269, per poi
passare sotto altri feudatari come Pietro de Burbura (1278) e Giovanni Borbone
(1280). Con l'arrivo degli aragonesi, Pietrapertosa divenne possedimento dei
Gozzuti, dei Grappini e dei Diazcarlon, conti di Alife. Nel XVI secolo, passò
ai Carafa, agli Aprano, ai Campolongo, ai De Leonardis, ai Suardi, ai Iubero ed
infine ai Sifola di Trani. Nel giugno del 1647, il popolo pietrapertosano
partecipò alla rivolta contro le gabelle imposte dai signori la quale, però, fu
duramente repressa. Per sfuggire alle pene, i più poveri furono costretti ad
allontanarsi dal proprio paese e, chi scappava senza versare le tasse, veniva
dichiarato bandito. I fuggitivi furono così forzati a darsi alla macchia,
compiendo depredazioni. Anche molti monaci di campagna, che collaboravano con i
banditi, dovettero abbandonare il centro cittadino. Tra questi banditi è da
menzionare Scalandrone, un contadino di Pietrapertosa, che operava nella valle
del Basento. Nell'Ottocento, durante la dominazione francese di Gioacchino
Murat, Pietrapertosa fu centro liberale governato da un consiglio comunale, un
decurionato, un sindaco e una guardia urbana per l'ordine pubblico, tutti
eletti dal sovrano. In seguito partecipò ai moti antiborbonici del 1820 e del 1848.
Il castello è un complesso fortificato che risale all'epoca romana e che
divenne importante all'epoca dei normanni nel IX secolo. È situato sulla cima
della roccia cui si aggrappa la parte alta dell'abitato (il quartiere
dell'Arabata). Una fortezza naturale che ha sempre favorito la presenza
dell'uomo. Il Castello di Pietrapertosa è posto nel punto più alto della Valle
del Basento, da cui si può dominare un lungo tratto della vallata (che fino al
XVI-XVII secolo costituiva una importante via di comunicazione tra le regioni
costiere dei mari Ionio e Tirreno). In ragione di questa posizione il Castello
ha avuto sempre una funzione militare di avvistamento. Per questo utilizzo,
infatti, in corrispondenza della vetta vi è una postazione di sentinella,
coperta da un arco naturale, un foro sulla cima ben visibile anche dal fondo
della valle dove si vede svettare questa grande roccia bucata. Il fortilizio fu
utilizzato prima dai saraceni guidati da Bomar, e in seguito diventò una
roccaforte Normanno - Sveva. Nel tempo la struttura si è evoluta dalla
condizione di fortilizio verso quella di residenza baronale. Il progressivo
abbandono dell’edificio nel secolo XIX sono la causa di crolli ed anche di
parziali demolizioni effettuate nel primo dopoguerra. Abbandonato nel XVII secolo
e ridotto in stato di rudere, il Castello è stato recentemente sistemato con
scavi che hanno riportato alla luce locali di servizio ed importanti reperti
archeologici che per tanto tempo sono rimasti coperti dai detriti. Gli scavi
archeologici hanno permesso di individuare tre diverse fasi di ampliamento del
castello, in direzione del portale di accesso, testimoniate dalla presenza dei
resti di altrettante facciate. Nel momento di massima espansione la parte
dell’ingresso era costituito da ben tre piani conclusi da un sistema di
caditoie utilizzate per la difesa dell’ingresso. Alcuni edifici erano addossati
alla roccia nella quale erano anche stati scavati alcuni ambienti. Su alcune
pareti rocciose si leggono ancora le tracce dei tetti a falda degli edifici
crollati. Alla cinta muraria verso il paese erano addossati alcuni edifici
costituiti da un seminterrato e da un piano fuori terra, successivamente
crollati. A valle della cinta muraria, un grande terrazzo nel quale sono da
completare gli scavi archeologici, costituiva uno spazio a servizio del
castello ma con funzioni ancora non indagate e un probabile secondo accesso
verso il paese. In questa zona del castello è presente una necropoli
altomedievale, formata da sepolture ad arcosolio con le nicchie e lo spazio di
deposizione scavati direttamente nella roccia di alcune guglie di arenaria,
anticamente raggiungibili con scale rimuovibili. Un’altra guglia, invece,
ospita un punto d’avvistamento isolato dalla cinta fortificata e scavato nella
roccia. Infine una gradinata,ancora esistente, direttamente scavata nella
roccia, conduceva sulla sommità del picco roccioso sul quale sorge il castello,
che permetteva il controllo "a vista" di un ampio territorio. Nel
castello sono presenti due cisterne per la raccolta dell’acqua piovana. Nella
più profonda si erano conservati, sepolti nella melma, i resti di un tronetto
medievale in legno. In adiacenza del portale d’ingresso è venuta alla luce la
gradinata originaria di ingresso al piazzale superiore ed una serie di murature
addossate l’una all’altra, che testimoniano tre fasi di ampliamento della cinta
muraria. Alla fase medievale del castello appartengono un vano semirupestre,
utilizzato a servizio della guarigione, un grande vano ipogeo suddiviso in due
ambienti da un arco in pietra, in buona parte conservato sul posto e un piccolo
ambiente scavato nella roccia che documenta la presenza di un stallaggio per
animali. La cinta fortificata conserva testimonianze di tecnica costruttiva
medievale caratterizzata dall’uso di “ diatoni “ in legno ovvero piccole travi
lignee infisse trasversalmente nelle mura secondo una precisa maglia
geometrica, per migliorare l’efficienza delle murature. Il castello oggi è
fruibile grazie a un intervento di restauro che ha riportato alla luce le
testimonianze medievali ancora presenti, accessibili con strutture moderne che
denunciano l’inserimento del nuovo nell’antico, sono rimuovibili e proteggono
dai danni provocati dal passaggio dei visitatori, le parti del castello scavate
in una roccia che risulta particolarmente friabile. Ecco un video molto
interessante (di tvbasilicata), con riprese dall'alto che aiutano a comprendere
meglio la conformazione della foretificazione: https://www.youtube.com/watch?v=W4B0ooIaTjk.
Altri link suggeriti: http://www.aptbasilicata.it/Galleria-Immagini.1428+M5aadfc62c23.0.html#gallery
(con numerose foto), http://www.basilicataturistica.it/territori/pietrapertosa/?lang=it
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Pietrapertosa, http://www.comune.pietrapertosa.pz.it/detail.jsp?otype=1011&id=100057
Foto: la prima è presa da http://www.meteweekend.it/Mete/Italia/Basilicata/pietrapertosa-e-castelmezzano.html,
la seconda da http://www.basilicatadavedere.com/images/Pietrapertosa_castello-7.jpg,
infine la terza da http://www.alambiccaio.it/Pietrapertosa%20Il%20Castello.jpg
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