SAN FELICE CIRCEO (LT) - Palazzo Baronale Caetani
Oggi sede del municipio, fu costruito nel XIV secolo dalla
famiglia Caetani. Alcune sale al suo interno sono decorate da affreschi
risalenti ai primi dell’Ottocento. Il Palazzo, il cui primo nucleo si deve
probabilmente a Guglielmo Caetani, sorge nel punto strategicamente più
importante del paese e dove anticamente doveva esistere una fortezza e si
appoggia e comunica con la Torre dei Templari e, dietro questa, va a saldarsi
in un corpo unico con il vecchio Convento. L'ultimo piano fu però aggiunto dal
Poniatowsky ai primi dell'Ottocento. II piano superiore della torre è
probabilmente opera anch'esso del principe polacco. Termina con un coronamento
a beccatelli. Il sistema piombante appartiene al passato. Lo vediamo ancora
usato nelle torri costiere, benché fossero in pieno sviluppo le armi da fuoco.
Prima il "mastio" terminava con una merlatura guelfa (sulla fronte
cinque grossi merli), ancora chiaramente rilevabili, sul davanti e sui lati est
e ovest, al limite inferiore del quadrante dell'orologio. L'orologio fu
collocato sulla torre dal Poniatowsky, ma la campanella non rimane esattamente
al centro, poiché i piombatoi, in uno dei quali è stata inserita, sono di
numero pari. Ciò ci aveva fatto avanzare l'ipotesi che la costruzione del
coronamento e quindi di tutto il piano superiore della torre, potesse risalire
a un tempo anteriore. Ma non ci sembra una prova determinante: l'idea di
collocare l'orologio sulla torre e quindi di inserire la campanella in uno dei
piombatoi potrebbe essersi affacciata solo a lavori ultimati, per ragioni di
pubblica utilità. Probabilmente si deve pure a Guglielmo Caetani, se non l'apertura,
almeno la sistemazione della Porta ad arco nel lato ovest, dove ancora oggi è
l'accesso principale al paese, e dove, anche al tempo dei Romani, veniva a
immettere (e immette) la Via XXIV Maggio. Questa Porta, resa accessibile anche
ai carri, era difesa da un ponte levatoio. Aveva una duplice chiusura, la prima
esterna, l'altra interna, al limite del fornice, consistente in una caditoia,
che, una volta calata, sbarrava l'accesso nel caso si fosse riusciti a forzare
la prima entrata. Inoltre nel soffitto dell'androne erano praticati dei fori,
visibili tuttora, per lanciare proiettili oppure versare liquidi incandescenti
contro l'invasore imbottigliato tra i due sbarramenti. Ci resta una preziosa
testimonianza della fine del Seicento... ("la suddetta Terra è circondata
da muraglia e non si puole entrare che da una porta, nella quale è un gran
ponte levatore sopra il quale passano tutte sorti di bestie per servigio di
essa terra, con ogni commodità" (sic.) (4). Anche alla metà di questo
stesso secolo (a. 1653) abbiamo testimonianza indiretta di questa unica porta
in una lettera del Duca Francesco al Governatore di S. Felice: "A Santa
Felice non c'è se non una porta..." (5) (C. Miscel. 150, p. 52). e due
anni prima questi stesso, rispondendo al Governatore riguardo al pericolo di un
assalto da parte dei corsari, scriveva: "Fate star avvertito che si alzi
il ponte e pigliateli la chiave della porta, che così non c'e pericolo: come la
gente non può uscire, non dubbitate (sic), se fossero 300 Turchi" ... (6).
Da tutto questo sembra potersi dedurre che l'altra porta del paese, che guarda
verso Terracina, ad arco ogivale, (oggi Antica Porta) doveva essere, se non
murata, come sarà in seguito, almeno chiusa permanentemente o quasi, sebbene
ciò sembri contrastare con quanto e rappresentato in una pianta urbana del
1680, in cui è indicata con una doppia linea punteggiata, all'inizio e alla
fine del fornice. Probabilmente questa porta fu murata per ragioni strategiche,
perché lontana rispetto al nucleo fortificato e quindi difficile da difendere
in caso di attacco nemico. Pensiamo all'attribuzione, almeno del piano
inferiore, del Palazzo Baronale a Guglielmo (oppure agli immediati successori),
anche per una innegabile somiglianza della pianta generale di esso con il
Castello di Sermoneta (porta con ponte levatoio del paese, lato ovest con torre
rotonda all'angolo, lati sud e est, cortile interno, torre dei Templari, piazza
attuale del paese sulla fronte e mura perimetrali della "Vigna della
Corte", allora tutto uno spiazzo, senza l'ingombro delle due ali di
fabbricati, a nord, costruiti posteriormente. La struttura di questo Castello,
come appare oggi, è in gran parte dovuta alle novità apportatevi dai Borgia (fu
dimora di Lucrezia), tra la fine del Quattrocento e l'inizio del Cinquecento, e
ad esso sembra essersi ispirato anche il progettista del Castello di S. Felice.
Di pianta pressappoco semicircolare, sorge sulle mura perimetrali del paese
presso l'angolo sud-ovest, rinforzato da una piccola torre rotonda, e
internamente si affaccia su un bel cortile, delimitato, ad est, dalla Torre dei
Templari, che qui si eleva in tutta la sua imponenza e, sulla fronte, da un
baluardo che da sulla piazza principale del paese, sul quale in seguito fu
edificato l'ex Palazzetto Comunale. Altro link suggerito: http://www.dr-costruzioni.com/progetti/palazzo-baronale
Fonti: http://www.comune.sanfelicecirceo.lt.it/manifestazioni/manifestazioni_action.php?ACTION=scheda_turismo&cod_turismo=20,
https://www.iluoghideicaetani.it/2015/06/05/il-circeo-nella-leggenda-e-nella-storia-palazzo-caetani/,
http://www.sanfelicecirceo.net/cstorico.shtml
Foto: sono entrambe di Pierluigi su TripAdvisor.
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