SASSELLO (SV) – Castelli Doria
E’ citato per la prima volta con il toponimo di
Salsole nel diploma
imperiale di Ottone I di Sassonia del 967. Già nel medioevo risulta soggetto
alla giurisdizione ecclesiastica del vescovo di Acqui. Dall'XI secolo rientrò
nei possedimenti del Marchesato di Ponzone e furono proprio i marchesi, nel
1290, a vendere il borgo sassellese al genovese Branca Doria che si
autoproclamò, senza un'ufficiale investitura, signore di Sassello. Durante la
dominazione doriesca furono edificati due castelli. Fu proprio il condottiero Branca
Doria, per altro menzionato da Dante Alighieri in un canto dell'Inferno, con
alcuni esuli cittadini ad erigere presso l'attuale borgo di Bastia Soprana il
primo di essi dove già anticamente sorgeva una torre d'avvistamento. I
successivi contrasti e le azioni contro Genova tra il Doria e la Repubblica di
Genova portarono quest'ultima ad un assedio della fortezza che fu rasa al
suolo. Nel 1450 fu invece il successore Filippo Doria ad erigere presso Bastia
Sottana un secondo castello, al quale si coagulò l'abitato. I rapporti tra la
famiglia Doria e gli abitanti del borgo causarono negli anni successivi
confronti sempre più tesi e aspri che definitivamente scoppiarono nel 1593 con
una rapida ribellione dei sassellesi; secondo alcune fonti storiche furono gli
stessi Doria, per placare i dissidi politici tra le diverse casate nobiliari, a
vendere il feudo di Sassello nel 1612 alla Repubblica di Genova. Durante la
dominazione genovese subì devastazioni e due incendi nel 1626 e nel 1672, a
causa degli scontri con i Savoia, prontamente risanati con nuove ricostruzioni
del borgo nelle forme e strutture odierne. Nei due celebri scontri in epoca
napoleonica - le battaglie di Dego e di Montenotte del 1796 - il territorio fu
interessato con alcuni fatti d'armi. Del primitivo castello di Bastia Soprana
rimangono ad oggi, su un'altura ad est dell'abitato, pochi ruderi costituiti da
brandelli di mura del corpo centrale, da un piccolo ambiente sotterraneo in
gran parte interrato e dalla torre circolare, detta “Saracena”, che ancora oggi
svetta tra la vegetazione, in precarie condizioni di conservazione. A Bastia Sottana,
invece, si conservano ancora ambienti ipogei e ampie porzioni di mura
perimetrali risalenti a diverse epoche comprese tra il XV e il XVII secolo ed
interessate da interventi di recupero attuati tra il 2008 e il 2010. Alcuni
edifici interni utilizzati per le guarnigioni o come magazzini, sono stati nel
tempo ampliati e destinati ad abitazioni private. Esiste ancora la cappella
marchionale perfettamente conservata, oggi chiamata cappella di Sant’Antonio. Altri
link suggeriti:
https://www.youtube.com/watch?v=D-GG8VPFuhk
(video di Claudio Arena su Bastia Soprana),
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