CEGLIE MESSAPICA (BR) - Castello Ducale Sanseverino
In età normanna Ceglie è nota come feudo,
Castellum Caeje, sotto
l'autorità del Castellano Paganus che delinea i suoi confini con la potente
città di Ostuni. In età Sveva il borgo è noto come
Celie de Galdo
(Ceglie della Foresta) ed era tenuto a contribuire, insieme alla Chiesa di
Santa Maria dei Grani, alla manutenzione del Castello di Oria. Il suo
feudatario più importante è Glicerio de Persona, signore delle Terre di Ceglie
del Gualdo, di Mottola, di Soleto e del Casale di San Pietro in Galatina.
Glicerio parteggiò per Corrado IV di Svevia figlio di Federico II di Svevia e
Re di Sicilia contro gli angioini. Caduto anche Manfredi di Sicilia, l'ultimo
degli Svevi, Carlo I d'Angiò ordinò la cattura di Glicerio, che si era dato
alla latitanza nelle campagne di Taranto dove fu catturato, condotto in carcere
nel castello di Brindisi (insieme ai figli Gervasio, Giovanni e Perello) e
condannato per fellonia, subì il patibolo. I possedimenti che deteneva furono
confiscati e ceduti ad Anselino de Toucy. Dotato di un piccolo castello, il
feudo fu successivamente in possesso delle famiglie Orimi, Scisciò, Brancaccio,
Dentice e Pignatelli, e degli arcivescovi di Brindisi. Nel territorio
circostante erano già stati fondati gli importanti monasteri dell'abbazia di
Sant'Anna, alla periferia dell'odierno abitato e della Madonna della Grotta, di
cui resta la chiesa, sulla via vicinale per Francavilla Fontana. Nel 1521 venne
costruita al posto della chiesa matrice la collegiata, ingrandita e arricchita
di decorazioni barocche nel 1786. Il 24 ottobre 1584 il feudo venne ceduto in
permuta da Cornelio Pignatelli a Ferdinando Sanseverino, conte di Saponara e
barone di Viggianello. I Sanseverino ampliarono il castello e promossero la
fondazione del convento dei Cappuccini, oggi scomparso, e di quello dei Domenicani,
sede del comune fino al 2005. Ai Sanseverino subentrarono quindi i Lubrano e i
Sisto y Britto: in seguito all'estinzione di questa casata con il duca
Raffaele, nel 1862, il castello e le residue proprietà dell'ex feudo vennero
ereditate dalla famiglia Verusio. Il Castello Ducale è una struttura difensiva
medioevale della città antica, il cui nucleo centrale, di epoca normanna, nel
corso dei secoli è stato più volte rimaneggiato ed ampliato. Domina insieme
alla Collegiata il borgo medievale essendo posto nel punto più alto del colle Il
castello è originariamente nato come una fortificazione - punto di
avvistamento. La costruzione del nucleo centrale, costituito da una torre
normanna al fianco della quale nei secoli successivi è stata edificata la torre
quadrata, risale secondo alcune ipotesi al 1070-1100 circa. La prima famiglia
ad abitarvi fu la famiglia Pagano. Tra il XII e il XIII secolo sotto le
dominazioni sveve ed angioine si ebbero i primi ampliamenti del castello con la
costruzione di ulteriori opere di fortificazione tra cui le 3 torri di forma
circolare. In questo periodo si susseguirono alla guida del castello varie
famiglie, nel 1484 il maniero passò alla famiglia Sanseverino in seguito al
matrimonio tra un esponente del casato e una della famiglia Dentice. I
Sanseverino sono sicuramente la famiglia che più ha segnato la storia del
Castello e della cittadina. Furono loro infatti che diedero all'edificio un
aspetto più signorile, promossero nel XV secolo la costruzione della
Torre
quadrata alta 34 metri e favorirono, con la feudataria Aurelia Sanseverino,
l'arrivo in città di alcuni ordini monastici. Nel 1632 il feudo fu ceduto dalla
famiglia Sanseverino ai Lubrano, iniziò quindi un nuovo periodo in cui il
castello passò di famiglia in famiglia. Queste famiglie susseguitesi non
riuscirono a lasciare un segno paragonabile al lascito dei Sanseverino. Le
famiglie andarono restringendo sempre più i beni del feudo. Le ultime famiglie
feudatarie si alternano nell'Ottocento quando il Castello passò dai Sisto y
Britto, prima famiglia a vantare il titolo di
Duca di Ceglie, alla
famiglia napoletana dei Verusio. Il Castello arrivò ai Verusio come
unicum.
Nella prima metà nel Novecento il castello fu suddiviso in più parti secondo
l'asse ereditario. Cominciò così una fase di declino per alcune sue porzioni. I
discendenti dei Verusio decisero, in gran parte, di non vivere più nel castello,
infatti alcuni di loro fecero rientro a Napoli. Ne conseguì il trasferimento
degli arredi, l'abbandono di alcune sue parti e un grave deperimento
strutturale che ha causato tra l'altro il crollo in molte zone delle coperture
e dei tetti. Coinvolta nei crolli anche la
Sala del Consiglio dove è
andato perso un controsoffitto ligneo totalmente dipinto. Proprio di queste
parti abbandonate si è fatto carico il comune con un primo intervento di
consolidamento strutturale della Torre Quadrata, che non era all'epoca ancora
di proprietà comunale, negli anni ottanta e successivamente a partire dalla
fine degli anni novanta. Dagli ultimi anni del Novecento l'amministrazione
comunale ha cominciato ad acquisire porzioni del Castello Ducale, l'ultima
acquisizione risale al 2014 quando sono divenute di proprietà comunale le Torri
Normanna e Quadrata e le adiacenze. L'amministrazione comunale quindi nei primi
anni 2000 con diversi interventi di recupero ha iniziato il restauro di parti del
Castello Ducale. Attualmente oltre la metà del Castello è di proprietà
pubblica, anche se solo 2 ali sono visitabili ed ospitano dal maggio 2016 la
Pinacoteca Emilio Notte e la Biblioteca
Pietro Gatti. Non sono visitabili
il nucleo centrale costituito dalle Torri Normanna e Quadrata e le aree attigue
ancora non restaurate, la parte privata rimasta di proprietà di un ramo della
famiglia Verusio, che è la meglio conservata e dotata ancora degli arredamenti
originali, e l'attiguo
Giardino Ducale anch'esso privato. Il Castello si
erge su uno dei due colli su cui è posta Ceglie. Alla struttura si accede
attraverso un ampio portale con arco a tutto sesto e un ingresso con volta ad
ogiva che immette nell'atrio di forma irregolare circondato dalle varie ali del
castello. A sinistra è collocata la torre normanna che costituisce la parte
originaria del castello, risalente pressappoco al 1100. A fianco alla Torre
Normanna sorge la torre di forma quadrata, alta 34 metri, è il simbolo
tradizionale della città che conserva ancora tracce visibili del suo carattere
militare. Sempre nell'atrio, a ridosso della torre normanna è situato un pozzo
sormontato da colonne, dal quale, secondo la tradizione attingeva acqua
l'intera città durante i periodi di siccità, inoltre all'interno dell'atrio
pullulano gli stemmi delle famiglie nobili che si sono avvicendate alla guida
del feudo, le iscrizioni e altri elementi lapidei di notevole interesse
artistico. Di fronte all'ingresso sono posti una scalinata ed un portale
cinquecenteschi che conducono ad una delle parti residenziali (ala destra)
costituita dalla Sala del Consiglio, un ampio vestibolo con volta decorata da
pitture del ‘500 e un lungo corridoio che immette in stanze con caminetti
monumentali in pietra. Il perimetro esterno inoltre comprende tre torri
angioine di forma circolare. Altri link suggeriti: https://www.mondimedievali.net/Castelli/Puglia/brindisi/ceglie.htm,
https://www.youtube.com/watch?v=qRAjfLQhxug&feature=player_embedded (video
di tele ramanews), http://www.altosalentorivieradeitrulli.it/nuova_pagina_18.htm,
https://brundarte.wordpress.com/2014/11/23/ceglie-messapica-br/, https://www.youtube.com/watch?v=1r426AUzb5A
(video di Sistema gusto d'arte di Ceglie Messapica)
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Ceglie_Messapica, https://it.wikipedia.org/wiki/Castello_di_Ceglie_Messapica,
Foto: la prima è presa da http://ahiceglie.blogspot.it/2012_09_01_archive.html,
la seconda è una cartolina della mia collezione
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