BIANZANO (BG) – Castello Suardi
A differenza di molti manieri sorti a difesa del territorio, il castello di
Bianzano è più basso rispetto al borgo. La data di costruzione del castello
dovrebbe risalire all’anno 1233, come riportato su una pietra posta sulla
spalla destra del portale del cortile. Tale indicazione è tuttavia messa in
discussione dagli storici, che ancora oggi dubitano sia delle origini del
castello che della funzione a cui esso era adibito, a causa della mancanza di
documenti ufficiali. Questo anche a causa del fatto che recentemente sono stati
portati alla luce resti di muratura e parte del basamento di una torre in una
zona poco distante. La presenza di questa fortificazione tenderebbe quindi a
posticipare la costruzione dell’attuale castello che, edificato all’estremità
del borgo in quella che allora poteva essere la prima zona edificabile,
evidenzierebbe una data di costruzione successiva a quella del borgo stesso. I
dati in possesso indicano che il maniero risultava essere esistente già dal XIV
secolo, di proprietà della famiglia Suardi. A quel periodo risale il primo atto
riferito al castello, riguardante un evento dalla grandissima importanza: nel 1367
Giovanni, appartenente alla famiglia Suardi, sposò Bernarda Visconti figlia di
Bernabò, reggente del Ducato di Milano, ricevendo in dono il castello stesso.
Ancora oggi tale evento è al centro di una rievocazione storica, che si svolge
il primo fine settimana di agosto, che coinvolge l’intero borgo (per l’occasione
adornato con innumerevoli stendardi raffiguranti lo stemma nobiliare) ed attira
numerosi spettatori. Nessun episodio di rilievo si verificò fino all’arrivo
della Repubblica di Venezia la quale, al fine di porre fine alle lotte tra guelfi
e ghibellini, ordinò la distruzione di tutte le fortificazioni. La famiglia
Suardi, al fine di evitare la demolizione del castello, decise di eliminare le
merlature e di ricoprire l’intera struttura con un tetto, rendendola così
dimora signorile. Successivamente l'edificio subì altri rimaneggiamenti:
vennero ampliate le cantine, operazione rivelatasi poi sfortunata, visto che
causò il parziale cedimento a valle della struttura. Nemmeno riguardo
l’originale destinazione dell’edificio è possibile dare risposte certe:
probabilmente era utilizzato sia con funzioni difensive che residenziali, ma
anche come deposito di alimenti. Stando ad alcuni studi dell'attuale
proprietario, l'architetto Vittorio Faglia, è possibile ipotizzarne l'origine templare
(a tal riguardo, suggerisco questo link:
http://www.ecodibergamo.it/stories/Storie%20Dimenticate/388775_nelle_segrete_del_castello_di_bianzano_il_nascondiglio_dei_cavalieri_templari/)
: a prova di questo, vi sarebbe il particolare simbolismo utilizzato
nell'edificio, oltre che i resti di una merlatura guelfa (mentre i conti Suardi
appartenevano alla fazione opposta, i ghibellini). Questi avrebbero utilizzato
infatti la struttura al fine di presidiare la zona, al centro di numerosi
traffici economici, ma anche per accogliere pellegrini e viandanti. Lo
testimoniano il secondo ed il terzo piano, tutti in terra battuta, le sole
quattro bifore al piano più alto e i lunghi locali sovrapposti in lato valle. Le
bifore sono abbellite da un colonnina in pietra di Sarnico con capitello
lavorato, forse di mano Comacina, come ne abbiamo viste parecchie in altri
edifici dell'epoca. Collocato in posizione dominante sul versante occidentale
della Valle Cavallina, da cui era possibile controllare sia la strada
proveniente dalla Val Seriana tramite la Valle Rossa che quella che collegava Bergamo
con il Lago d’Iseo e la Val Camonica, offre un’ottima vista sul Lago di Endine
e sul Monte Torrezzo. Inserito ai limiti del borgo medievale di Bianzano,
possiede una struttura a pianta quadrata, con le diagonali di essa rivolte in
direzione dei punti cardinali. Esternamente è protetta da due cinte murarie che
formano altrettanti spalti posti su due livelli differenti: la prima ha i lati
paralleli a quelli del castello stesso, con piccole torri (solo parzialmente
conservate) poste al centro di ognuno di essi, mentre la seconda, di forma
irregolare, presenta una torretta ad ognuno dei quattro angoli. L’ingresso è
costituito da un’alta torre (25 metri), tuttora efficiente per maestà di
costruzione, a base di pietre squadrate, resistenti ai geli della zona montana,
scavate sulla montagna sovrastante. Alla base della torre è presente un ciclo
di affreschi databili alla metà del XIV secolo, che proseguono anche nell’atrio
interno. Tali affreschi furono probabilmente realizzati in poco tempo da una bottega
di artigiani, incaricati di abbellire il castello in occasione della visita dei
conti Suardi. Ciò è testimoniato dall'assenza del segno di fine giornata, che
dimostra che l'affresco fu realizzato senza interruzione di tempo per essere
terminato prima della visita dei conti. In questa piccola corte, dotata di un
ballatoio su tre dei quattro lati, si trovano altri dipinti rappresentanti le
quattro virtù, alcuni putti intenti al gioco e alla danza, nonché alcuni motivi
ornamentali costituiti da rombi bianchi e neri, simbolo della famiglia dei
Visconti. L'edificio è diviso da una lieve cornice di sasso marrone di Sarnico
in due parti: l'inferiore è fatta a bugne. In uno spigolo del castello si riscontrano
tuttora alcuni elementi di merlatura guelfa. Il portale è di stile gotico con
arco a sesto acuto, dominato dal blasone o stemma nobiliare. Lo stemma della
famiglia Suardi, collocato sopra il portale d'ingresso al castello, rappresenta
un leone rampante e un'aquila artigliante che azzanna una preda di selvaggina.
I colori sono il giallo ed il rosso. Il castello, dopo i restauri degli anni
60/70 a cura dell'attuale proprietario, ex Presidente dell'Istituto italiano
dei Castelli, con il supporto della Sovrintendenza dei beni Culturali e delle
Belle arti, è in buone condizioni strutturali, è abitazione privata, residenza
estiva dei proprietari ed abitato tutto l'anno da una giovane coppia di
inquilini/custodi nel piano rialzato all'imbocco della torre. Viene anche
impiegato come location per ricevimenti di nozze.
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