CALITRI (AV) - Castello Gesualdo
L’esistenza del castello di Caletrum è accertata intorno alla metà XIII
secolo da documenti riferiti ad alcuni interventi di riparazione eseguiti
nell'ambito del programma federiciano di rafforzamento e adeguamento delle
strutture difensive appartenenti al demanio imperiale. Dall'occupazione Angioina
il Castrum di Calitri rientrava tra i circa quaranta castelli agibili esistenti
nel giustizierato del Principato e Terra Beneventana.
Il
castello fu assegnato da Carlo d'Angiò al barone di Fleury nel 1276. Appartenne
ai Del Balzo e, nel 1304, venne acquistato dai Gesualdo, che ne detennero il
possesso per oltre tre secoli, ampliandoolo con consistenti e ripetuti
interventi di ristrutturazione. Rimase proprietà di questa famiglia fino al
1629, anno della morte dell'ultima discendente Isabella. I Gesualdo dimorarono
sempre nel castello che in quel periodo fu ampliato e trasformato in sontuosa
residenza. Nella sequenza dei terremoti verificatisi tra il XVI e XVII secolo,
il castello di Calitri riportò ingenti danni. Crollarono numerosi ambienti per
il violento terremoto del 1561, che produsse gravi danni a tutto il centro
abitato. Fu successivamente riparato dal feudatario del tempo, Luigi IV Gesualdo,
per continuare ad essere usato come palazzo per la residenza della sua famiglia.
Nel XVII secolo passò ai Ludovisi che nel 1676 lo vendettero, insieme ai feudi
di Calitri, Castiglione e S. Maria in Elce, alla famiglia Mirelli, rimastane
proprietaria fino al 1806. Fu completamente distrutto dal violentissimo
terremoto dell'8 settembre 1694, che danneggiò tutto il centro abitato e i
paesi circostanti, provocando circa 300 vittime e moltissimi feriti. Proprio in
seguito a tale disastro, i superstiti della famiglia Mirelli (quasi tutti i
componenti erano morti sotto le macerie del Castello) optarono per l'abbandono
dei ruderi in cima alla collina, ricostruendo il palazzo baronale più a valle,
nei pressi della chiesa madre e del Monastero delle suore benedettine. Di
conseguenza, il sito e l'intera area sulla collina divennero una cava a cielo
aperto con grandi accumuli di macerie e materiali di vario genere (pietre
lavorate arenarie e conglomeratiche, calcaree o brecce,come resti di colonne o
lesene, gradoni, architravi, archi, ornie davanzali, portali, ma anche tegole,
coppi, mattoni e piastrelle, terrecotte e manufatti laterizi comunemente
usati,ecc.), per poi trasformarsi in un breve volgere di anni, tra la fine del
XVII e e la metà del XVIII secolo, in un popoloso borgo contadino edificato sui
resti delle vecchie fabbriche medioevali, riutilizzandone le parti murarie
residue con audaci recuperi strutturali e il riuso dei materiali e determinando
in effetti nuovi spazi edilizi ed urbani. Queste nuove trasformazioni,
sovrapponendosi ed integrandosi alle preesistenze strutturali, obliterarono
così sia i resti della roccaforte medioevale che quelli del palatium
cinquecentesco e delle strutture ad esso pertinenti (cisterna per la raccolta
dell'acqua piovana, frantoio, etc.), e tutti i diversi ampliamenti stratificati
che si erano succeduti per diversi secoli. Così la vecchia poderosa
fortificazione normanna divenne un borgo,ovvero un quartiere popolare,
attestato nel cuore del tessuto urbano del complesso insediamento abitativo. Devastante,
infine, l'ultimo evento catastrofico che ha colpito duramente il paese: il sisma
del 23 novembre 1980. Gli enormi danni agli edifici, al tessuto urbano e ad un
intero settore delle massicce murature sulle Ripe ed alle case ad esse
attaccate, hanno determinato l'abbandono definitivo della zona da parte degli
abitanti; l'intera parte alta del centro storico, dichiarata inagibile e non
idonea al recupero residenziale, è rimasta per molti anni esposta all'incuria e
al degrado, al saccheggio e allo spoglio del patrimonio edilizio ed urbano,
all'azione degli agenti atmosferici, che hanno prodotto continui ed
irreversibili crolli e sprofondamenti. Particolarmente insidiose le gelide
notti del lungo inverno tra il 1988 e 1989, che determinarono ulteriori
distacchi e crolli; ampi tratti delle murature medioevali a picco sul costone e
parti della stessa collina, con la caratteristica edilizia che ne era parte
integrante ed organica (grotte, cantine, case ecc.),precipitarono a valle
irrimediabilmente. Cominciati i lavori di restauro nei primi anni 90, con
interventi di salvataggio e ancoraggio del muraglione nord del terrapieno ai
piedi del castrum (li dove sorgeva il giardino con cappella e pozzo, il quale
attingeva l'acqua dall'enorme cisterna) e proseguiti a singhiozzo sul lato
nord-ovest, per la creazione del Museo della Ceramica. I lavori per
l'ampliamento ed esecuzione del progetto di recupero a nuova destinazione d'uso
del borgo, sono stati ripresi nel 2005 e parzialmente terminati nel 2008. Tali
lavori sono stati effettuati da una sinergica collaborazione della Soprintendenza
per i Beni Architettonici e Paesaggistici per il Patrimonio Storico Artistico
ed Etnoantropologico (ex BAPPSAE ora BAP e BSAE) di Salerno e Avellino ed il
Comune. Dando vita e spazio alla valorizzazione della cultura, e tutte le sue
forme di approccio e studio, l'area è divenuta di interesse pubblico, ospita
spazi per eventi, presentazioni, mostre o d'esposizione, in oltre a visite
guidate e gite, anche grazie alla operosità dei suoi volontari. Negli ultimi
anni al suo interno il Borgo Castello ha ospitato iniziative di vario genere
con mostre ed esposizioni d'interesse storico e artistico e culturale in genere
promosse dal MiBAC, in particolare dalla Soprintendenza per i BSAE, come
l'apertura al pubblico degli spazi del 'trapetum' (suggestioni di un antico
luogo di lavoro) e del 'lapidarium' (il fascino discreto delle pietre) e di
sezioni espositive sulla ceramica antica medioevale e moderna. Altri link per
approfondire: http://www.prolococalitri.it/it/comune/storia/calitri-e-borgo-castello.html,
http://www.architetturadipietra.it/wp/?p=2198, http://www.irpinia.info/sito/towns/calitri/castello.htm,
http://www.comunecalitri.gov.it/calitri/storia/
Fonti: http://it.wikipedia.org, http://www.calitritradizioni.it/castello_calitri1.asp
Foto: di Federico Roscioli su http://www.federicoroscioli.com/#Calitri-e-il-Calitrano
e di Francesco e Davide Roselli su http://www.cizzart.it/calitri/home_da_visitare.htm
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