CARRARA (MS) – Castello di Moneta dei Malaspina in frazione Fossola
Sullo sfondo delle marmoree Apuane, il Castello di Moneta ancora domina, dall'alto del suo colle (300 m.slm.) la sponda destra del torrente Carrione, a guardia della "foce d'Ortonovo", passo collinare tra le prime vallate liguri e la valle di Carrara, incrocio delle antiche vie di valico, la preistorica "via del sale" per la Lunigiana e la medievale "via pedemontana" per la Liguria. Sito fortificato dei Liguri Apuani, uno sperone sottostante è "Il Castellaro", nel II sec. a.C. Moneta è un "fundum gentis Monetia" della colonia romana di Luni, poi trasformata in "castrum" nel VI sec. dai Bizantini. L'antichissima funzione militare di Moneta prosegue attraverso i secoli e i diversi dominatori fino al sec. XVIII. Poi, nel 1944, truppe tedesche edificarono 2 bunker sotto il vecchio Castello per le stesse esigenze difensive della guerra bizantino-longobarda dopo 1300 anni! Il diruto Castello di Moneta sovrasta la frazione di Fossola, "erede di Moneta", a km. 3 da Carrara. Le prime notizie documentarie su Moneta risalgono al periodo romano: nel II sec. a.C. il colle è registrato nel catasto fondiario di Luni come "fundum cum villa rustica" della gens dei Monetii o Munatii e la proprietà agricola nel II sec. d.C è ancora così registrata nelle "Tabulae de Veleia". Ritroviamo poi nel VI sec. un castrum del limes difensivo dei Bizantini di Luni, dal 643 un castellum dei Longobardi, poi conquistato dai Franchi nel IX sec., rifortificato a protezione della vallata di Carrara dalle devastanti scorrerie di Vichinghi e Saraceni e fortemente conteso tra i Marchesi Obertenghi, Malaspina e Massa-Corsica e Vescovi-Conti di Luni. Tra i pochi documenti diretti rimasti: il primo, esplicito sul "Castrum de Moneta", un rogito notarile di Wilielmus, Gastaldo del Vescovo di Luni, del 9 giugno 1035, la prima menzione, successiva al 29 luglio 1185, dei "Consules Villae Monetae", in contrasto con Pietro, primo Vescovo-Conte di Luni, poi ancora è importante un atto, del 30 luglio 1252, rogato "In vetusta ecclesia Sct.i Isidori Agricolae in Castro Moneta", (tutte nel "Codex Pelavicinus"), mentre del 1313 è la citazione nell'elenco di Arrigo VII :"Rochae quae sunt Romani Imperii : … Castrum Monetae …". La Repubblica di Pisa occupa dal 1301 al 1322, in funzione antigenovese, Carrara, Sarzana e Lerici : Moneta è uno dei principali caposaldi ghibellino-imperiali verso la Liguria e la Lunigiana (ancora tracce delle nuove fortificazioni pisane nel vecchio castrum vescovile, inglobato nel successivo borgo murato del XV sec.). I castellani sono importanti cavalieri di Pisa, la guarnigione è assoldata in Corsica, allora pisana: da qui i cognomi locali ancora esistenti di Pisani (per secoli la famiglia più importante della zona, prima come Conti Pisani, e poi, unica tra la nobiltà di Carrara, divenuti i Marchesi Pisani di Moneta) e quelli di Del Pisano, Soldati, Del Soldato, Corsi, Corsini, del Corso, e i toponimi "Corsesca" e "ai Corsi". Declassata nel 1322-1328 da Castruccio Castracani a difesa locale, la "Rocha de Moneta" è rifortificata nel 1329 dal ghibellino Marchese Spinetta il Grande Malaspina (…forte ho munito la Terra de Casepozi et la Rocha de Moneta….Testamento di Spinetta il Grande, 1 marzo 1352). Nel 1447, Spinetta di Campo Fregoso, nuovo "Dominus Terrae Carrariae, Terrae Laventiae et Castri Monetae" fortifica il suo piccolo Stato, presidio di confine Moneta viene completamente rinnovata: l'antico castrum bizantino-vescovile è sostituito da un rinnovato borgo murato ellittico, difeso da più cinte murarie con robuste torri rotonde, mentre l'antica torre quadrata centrale diviene campanile della nuova cappella castrense. Questo borgo murato, su metà della sommità del colle verso la valle di Carrara, è dominato sul lato ovest dalla nuova possente Rocca, con massicce cortine murarie e uno svettante mastio, a strapiombo su tre lati, con caditoi, bertesche, e un fossato con ponte levatoio, in una poderosa torre, sull'unico lato pianeggiante verso il borgo. Vengono ristrutturate le enormi cisterne sotterranee, alimentate da piccole sorgive locali e integrate, nei periodi di magra, con trasporti d'acqua a dorso di mulo dai torrenti vicini. (Ancora pochi decenni orsono restava, sulla quarta, più interna porta del mastio, la lapide commemorativa del 1455 "MCCCCXXXXXV Questa fortezza fece fare il Magnifico Signor Marchese di Campo Fregoso", ora purtroppo della grande iscrizione marmorea s'è persa ogni traccia!). Nel 1473, tutto il "Vicariato di Carrara" è ceduto a Jacopo Malaspina, Marchese di Massa e nuovo Principe di Carrara, e come le altre fortificazioni locali, escluse le Rocche di Massa e Avenza, anche Moneta perde presto d'importanza militare, per i seguenti motivi:
- l'assetto politico-territoriale (il nuovo piccolo dominio dei Malaspina di Massa e Carrara è uno stato-cuscinetto tra la Repubblica di Genova e le terre dei Medici di Firenze e gode di protezione imperiale),
- il crescente uso dell'artiglieria (a Moneta sia la Rocca è in funzione di assedi tradizionali, prima dei cannoni, sia l'intera area fortificata risalente all'epoca romana, può essere bombardata da un vicino colle più alto).
Fonti: testo del Prof. Renato Vita su http://www.castellitoscani.com/italian/moneta.htm
Foto: le prime due da http://www.meravigliaitaliana.it, la terza da http://icastellidelmarmo.it/Moneta.html
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